Sacchetti: riassunto delle puntate precedenti
In attesa di un pronunciamento della Commissione Europea, da cui ci ci si attende una direttiva che regoli la commercializzazione dei sacchetti a livello unitario, ricapitoliamo la situazione in Italia e nel resto d’Europa. Dichiarazioni, procedure aperte e orizzonti futuri
04 October, 2013
Per chi si fosse perso qualche pezzo, a sette anni dal primo tentativo di bandire i sacchetti di plastica sul territorio nazionale, dire che oggi la legge sia in vigore non è esatto. Il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma prima dello scadere del periodo di sospensione previsto dalle normative europee. Pubblicazione che – secondo quanto affermato dalla Direzione Industrie ed Imprenditoria dell’Unione Europea, ha impedito tecnicamente alla Commissione di esprimersi all’interno della normale procedura. Sul provvedimento italiano erano state sollevate obiezioni sia dal Regno Unito – decisamente orientato verso la tassazione dei sacchetti, e non sul bando – e dai Paesi Bassi. La presentazione di pareri circostanziati dai due Stati membri aveva reso necessario il prolungamento del periodo di sospensione previsto, spostando la scadenza ultima al 13 settembre.
Il silenzio della Commissione sarebbe dunque, secondo la ricostruzione fornita dagli uffici della Direzione Imprese, dovuta ad un impedimento tecnico, causato dalla repentina adozione del decreto da parte italiana. Scaduto il termine di metà settembre, l’entrata in vigore del decreto è stata annunciata alla stampa dall’ex Senatore Francesco Ferrante e da una nota di Assobioplastiche. Sulla legittimità dell’operazione però, sono stati sollevati dubbi da più parti. La Direzione Ambiente della Commissione Europea suggeriva cautela, ricordando che la procedura di infrazione aperta a carico dell’italia non era stata affatto archiviata e che la Commissione era al lavoro per valutare tutte le strade possibili per ridurre il consumo di sacchetti usa e getta a livello europeo, ricordando l’importanza di limitare i danni economici e portando l’esempio dei Paesi che hanno optato per la tassazione. Riguardo all’adozione del decreto prima dei tempi previsti, e alla legittimità dell’operazione, gli uffici della Direzione Ambiente ci hanno risposto così:
"Il decreto è stato notificato e poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale prima della fine del periodo di sospensione; questo fatto è attualmente in corso di verifica. Tuttavia, è improbabile che l'Italia voglia immediatamente far entrare in vigore il decreto, considerato che sia il Regno Unito che i Paesi Bassi hanno presentato pareri circostanziati durante il periodo di sospensione, che devono essere tenuti in considerazione".
Speriamo di potervi aggiornare nelle prossime ore con una conferma o smentita dal Ministero dell’Ambiente.
Bruxelles nel frattempo è al lavoro per regolare la questione dei sacchetti a livello comunitario, molto probabilmente con una nuova direttiva che gli Stati membri dovranno recepire, e che – almeno stando agli accenni fatti dal Commissario Janez Potocnik nelle sue uscite pubbliche e negli scambi con le diverse associazioni, da CNA ad Assobioplastiche – dovrebbe tener conto, fra le altre cose, della consultazione on line a cui hanno risposto 15.000 cittadini.
Negli ultimi giorni ha preso posizione (qui) anche European Bioplastics, l’associazione che riunisce le aziende di settore di tutta Europa, sottolineando la necessità di esonerare da qualunque misura restrittiva i sacchetti composti almeno al 50% da materiali biobased. Una richiesta che allargherebbe dunque anche a prodotti non compostabili ai sensi della UNI EN 13432. A riguardo, non ci sono ancora commenti ufficiali da parte della Commissione.
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