"In Italia le tasse sui rifiuti aumentano nonostante diminuisca dell'8% la produzione dei rifiuti"
Coldiretti, Cgia e Confedilizia contro gli aumenti della nuova tassa sui rifiuti. Se da un lato la tassa aumenta - fa notare Coldiretti - al contrario la produzione dei rifiuti urbani diminuisce. Per la Cgia di Mestre l'esborso medio per famiglia salirà fino da 270 a 450 euro. Confedilizia: "Anche le Province hanno rimodulato al massimo l'aliquota massima"
08 October, 2013
Le tasse sui rifiuti aumentano mentre parallelamente è diminuita dell'8% la produzione di rifiuti degli italiani, scesa a 504 chili per abitante con una riduzione di ben 42 chili rispetto al 2007. E' quanto fa notare Coldiretti. "Complessivamente a livello nazionale - ha sottolineato l'organizzazione agricola - sono stati prodotti dagli italiani oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti in meno rispetto all'inizio della crisi con un rilevante effetto dal punto di vista ambientale ed economico che però non si è trasferito nei costi che invece per i cittadini aumentano".
Intanto la Cgia di Mestre rileva che dal 2000 le bollette per il pagamento delle tasse sui rifiuti sono aumentate del 67%. Secondo gli artigiani di Mestre complessivamente la Tares costerà agli italiani circa 2 miliardi in più di quanto pagavano con la Tarsu/Tia. Se tredici anni fa ogni famiglia pagava mediamente 270 euro, con il debutto della Tares l'esborso medio per ciascun nucleo famigliare dovrebbe attestarsi sui 450 euro.
Nuovo record anche per il tributo ambientale sulla casa. Secondo un'indagine dell'Ufficio Studi di Confedilizia oltre due terzi delle Province hanno adottato l'aliquota nella misura massima del 5% e la media nazionale ha raggiunto il 4,48%. "E' un tributo che tutti pagano - ha evidenziato Confefedilizia - senza neppure saperlo".
Infatti riguardo alla tassa provinciale che viene pagata come addizionale alla Tares, oltre due terzi delle amministrazioni hanno stabilito l'aliquota del tributo ambientale al massimo: 5%. E la media nazionale ha raggiunto il 4,48%, contro il 4,41% dell'anno prima (i dati sono riferiti alle delibere 2012 in quanto per il 2013 le amministrazioni hanno tempo fino al 30 novembre per fissare le nuove aliquote). "Il tributo provinciale per l'ambiente ha avuto una costante crescita - sottolinea Confedilizia - passando da una aliquota media del 3,08% registrata nel 1993 ad una aliquota media del 4,48% toccata nel 2012". L'aumento in vent'anni ha dunque superato il 45%.
L'area geografica con l'aliquota media del tributo ambientale più elevata è quella del Nord (4,84%), seguita dal Centro (4,69%) e dal Sud e dalle Isole (4,31%).
Nel 2012 le Province di Gorizia e di Matera sono state le uniche amministrazioni che hanno disposto una diminuzione dell'aliquota, portandola rispettivamente dal 4,70 al 4,50% e dal 5 al 2% mentre, sempre nello stesso anno, le Province di Brescia e quella di Firenze hanno aumentato l'aliquota portandola al valore massimo del 5%.
Sono 81 (su 110) le Province che hanno deliberato l'applicazione dell'aliquota massima del 5%, da Alessandria a Venezia, da Ancona Viterbo, passando per Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, per citarne alcune.
Mini-aliquote solo in una manciata di Province. La più bassa è a Prato (1%). Seguono: Chieti (1,01%), Nuoro (1,50%), Matera (2%), Isernia (2,50%) e Ogliastra (2,60%).