Sel-Ispra: i ricercatori-ciclisti al Campidoglio per presentare richieste sulla mobilità sostenibile
Completamento delle ciclabili nel quartieri Eur, miglioramento dell'intermodalità, ma anche spazi per potersi lavare e cambiare sul luogo di lavoro: queste alcune richieste dei ricercatori-ciclisti dell'Ispra aderenti a SEL che vogliono andare a lavoro pedalando
15 October, 2013
In bicicletta dalla sede ISPRA di via Brancati fino al Campidoglio per consegnare alle istituzioni le richieste di chi vuole andare al lavoro sulle due ruote: questa l'iniziativa organizzata nel pomeriggio del 15 ottobre dal circolo SEL (Sinistra Ecologia Libertà) dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) con lo scopo di sensibilizzare colleghi e amministrazioni, le loro e quelle cittadine, sui problemi della ciclabilità di Roma.
“Il nuovo corso iniziato con l'elezione, pochi mesi fa, della giunta comunale guidata da Ignazio Marino, fa sperare che ci sia una maggiore attenzione a queste tematiche, rispetto a quella, praticamente nulla, delle precedenti”, spiegano i ricercatori-ciclisti dell'Ispra aderenti a SEL che hanno predisposto un documento con le loro principali richieste rivolte a chi amministra l'Ente e alle Istituzioni locali. Tra queste la richiesta di completamento delle piste ciclabili del quartiere EUR, in particolare quella di via Laurentina, di cui richiedono anche l'estensione almeno fino a viale dell'Oceano Atlantico, il miglioramento dell'intermodalità, con la possibilità di portare la bici sui mezzi pubblici anche in orari diversi da quelli previsti attualmente (nei giorni feriali sulla metro solo dopo le 20) e l'organizzazione di eventi patrocinati dal comune presso i singoli enti pubblici, per propagandare e favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile.
“Quest'ultima – spiegano i ricercatori - è stata cavallo di battaglia di molti candidati nelle recenti elezioni, e anche l'ISPRA ha organizzato incontri e convegni sull'argomento: per questo all'amministrazione dell'Istituto si chiede, tra le altre cose, di permettere ai lavoratori che raggiungono le sedi dell’Ente in bicicletta di potersi lavare e cambiare in modo da non inficiare l’attività lavorativa, nel rispetto del contratto di lavoro, di prevedere che le navette di collegamento tra le due sedi dell'Ente possano trasportare le biciclette dei dipendenti e di sostenere in maniera concreta l’utilizzo della bici inserendo tra i benefici sociali, a partire dall’anno prossimo, la possibilità di rimborso delle spese sostenute per l’acquisto o la manutenzione”. I ciclisti percorreranno gli undici chilometri che separano la sede di lavoro dal Campidoglio, nella speranza di incontrare i rappresentanti delle Istituzioni cittadine, per consegnare le loro richieste e idee sulla ciclabilità, anche se ritengono che la cosa migliore sia partire dal “Piano strategico della mobilità ciclistica”, presentato l’anno scorso dal Coordinamento Roma ciclabile, che raggruppa la maggior parte delle associazioni che sul territorio si occupano di questo. “Ma qualsiasi iniziativa delle istituzioni che possa favorire l’uso della bici – sottolineano - è benvenuta, specie se coinvolge chi le due ruote le usa davvero”.
“Su molte strade italiane e romane – concludono i ricercatori - i ciclisti non hanno diritto di cittadinanza e non dispongono di nessuna alternativa, dalle piste ciclabili all'intermodalità. A chi sottovaluta il problema, ricordiamo che secondo dati dell'Aci in dieci anni sono morti per strada oltre 2.500 ciclisti e 15.000 sono rimasti feriti: una vera e propria strage che richiede l'immediato interessamento di tutte le Istituzioni e dei cittadini che vogliono più sicurezza e maggiore rispetto dell'ambiente nelle nostre città”.