Torino è davvero in mano al "bike-power"? E' polemica tra il consigliere Magliano e i cicloattivisti del Bike Pride
Riferendosi alle recenti modifiche viabili di piazza Statuto il consigliere Pdl ha parlato di "monumento all’assurdità e al nuovo bike-power che domina su Torino". E' arrivata puntuale la risposta del presidente del Bike Pride Fabio Zanchetta: "Gli interventi per la mobilità ciclabile sono servizi per i cittadini, non per i ciclisti. Iniziamo a parlarne, una volta per tutte, in questo modo". E poi: "C'è veramente bike power nella città con uno degli indici di auto più alti d'Europa?"
16 October, 2013
L'interpellanza di Silvio Magliano in Consiglio Comunale (e le dichiarazioni del consigliere riportate ieri dal quotidiano La Stampa) hanno fatto andare su tutte le furie i cicloattivisti del Bike Pride, l'associazione che da 4 anni organizza la parata annuale dell'orgoglio a due ruote. Il consigliere del Pdl ha puntato dritto contro le recenti modifiche viabili che hanno interessato piazza Statuto: "La nuova pista ciclabile è attraversata almeno tre volte dal percorso delle auto, non ha sicurezze, non ha protezioni e taglia in metà la piazza con un percorso così improbabile che non può essere altro se non il prodotto di una mentalità che vede il ciclista come unico protagonista della mobilità metropolitana. Al costo di esporlo a rischi anche notevoli, o di realizzare opere che poi non serviranno allo scopo per il quale sono state progettate". E ancora: "La soluzione trovata in piazza Statuto è un monumento all’assurdità e al nuovo bike-power che domina su Torino".
La risposta del Bike Pride, per voce del suo presidente Fabio Zanchetta, è pungente: "Seguendo il ragionamento del consigliere, a vederla in modo paradossale la potente lobby del trasporto pubblico avrebbe indotto la città a spendere 1 miliardo di euro per la costruzione della metropolitana , così come tutti gli interventi di miglioramento della viabilità motorizzata (rotonde, sottopassi, ecc) per cui si spendono svariati milioni di euro l'anno, identificano la diretta pressione della lobby dell'auto. Questa visione è veramente poco condivisibile. Gli interventi sopracitati entrano nell'ottica del servizio. Sono interventi per la collettività, per migliorare viabilità e i trasporti, la qualità dell'aria, la qualità della vita o la sicurezza stradale. Gli interventi per la mobilità ciclabile sono servizi per i cittadini, non per i ciclisti. Iniziamo a parlarne, una volta per tutte, in questo modo".
"C'è veramente bike power -si interroga retoricamente Zanchetta- nella città con uno degli indici di auto più alti d'Europa e con un indice degli spostamenti in bicicletta fra i più bassi (Torino circa 3%, Berlino 15%, Copenaghen 35%)?"
“Piste ciclabili comunque. Anche senza sicurezza” - da La Stampa del 15.10.2013