Parcheggi pertinenziali in Centro, sospeso il progetto di piazza Paleocapa, si va avanti con quello di piazza Lagrange
Residenti e commercianti contrari ai parcheggi pertinenziali, cioè privati, in programma in piazza Paleocapa e Lagrange hanno ribadito le criticità dei progetti e che in zona non c'è bisogno di altri posti auto perché sono già numerosi i box invenduti. Un pensiero comune a diversi comitati cittadini: “È solo un modo per la Città di fare cassa, poi le strutture rimangono vuote”
31 October, 2013
«Non c'è necessità di quei progetti, in zona sono molti i box invenduti e i posti liberi nei parcheggi a struttura; si tratta solo di interessi privati». L'hanno di nuovo ribadito in commissione Trasporti all'assessore Lubatti, i residenti e commercianti dell'area di piazza Lagrange, promotori di una petizione che ha raccolto 600 firme per dire No alla costruzione di due parcheggi pertinenziali, vale a dire privati, in piazza Palecopa e Lagrange.
Una delegazione, guidata da Giorgio Scianca, architetto e tra i promotori della petizione, ha illustrato le criticità dei progetti, dalle carenze tecniche come l'assenza di una relazione geologica e di sismicità, alla problematicità di intervenire in modo invasivo in spazi ristretti in una zona di particolare rilievo storico, architettonico e ambientale tutelato dalle sovrintendenze, tanto che la gara per piazza Paleocapa, che prevedeva una rimessa meccanizzata senza rampe, proprio a causa della ristrettezza degli spazi, è andata deserta. L'assessore Lubatti ha annunciato che per ora la gara non verrà riproposta, la giunta valuterà il da farsi.
E poi, ancora, preoccupazioni per i posti di lavoro a rischio, 200 secondo il Comitato Paleocapa e Lagrange, a causa dei cantieri che paralizzerebbero l'intera area per almeno 2 anni. Ma soprattutto, la presenza di numerosi posti auto inutilizzati in zona, ancor più alla luce del fatto che è in costruzione un altro parcheggio a Porta Nuova, lato via Sacchi, e un altro ancora, sia con box privati che con posti a rotazione, è in programma sul lato di via Nizza. Residenti e commercianti, che valutano anche l'opzione di fare ricorso al Tar, accusano Palazzo civico di essere interessato solo a fare cassa, per incamerare gli oneri di concessione del suolo pubblico, e gridano alla speculazione in virtù di interessi esclusivamente privati.
Per piazza Lagrange, il Comune sta valutando le quattro offerte pervenute per procedere alla designazione del vincitore della gara che realizzerà almeno 100 posti auto. La base d'asta era di 1 milione di euro; una cifra che con questi chiari di luna fa comodo, ma che, salvo rialzi molto al di sopra delle aspettative, è considerata modesta rispetto alle potenzialità di guadagno. Se, infatti, residenti e commercianti della zona non hanno alcun interesse ad acquistare i box nella futura rimessa interrata, tanto più che si parla di un costo che potrebbe arrivare anche a 70 mila euro, l'interesse, accusano, potrebbe invece esserci da parte della proprietà dell'ex Hotel Ligure, che ha cambiato destinazione d'uso da alberghiera a residenziale, a cui potrebbe far comodo vendere alloggi di lusso con annessi posti auto sotto casa.
Secondo il comitato, sarebbe per la prospettiva di poter contare su questo interesse di acquisto – «Cento parcheggi a 70 mila euro l'uno fanno 7 milioni; d'accordo che ci sono i costi di costruzione e il milione di base d'asta, ma i margini di guadagno rimangono alti», dicono – che il bando in piazza Lagrange ha ricevuto ben quattro offerte, mentre quello di piazza Paleocapa è andato deserto e molti altri in città portano a costruire posti auto che poi rimangono invenduti.
È questa, d'altra parte, l'accusa mossa dalla maggior parte dei comitati cittadini contro i progetti di rimesse interrate del Comune, da corso Marconi a piazzale San Gabriele di Gorizia, a Filadelfia, corso Croce, al Lingotto, piazza Gozzano, a Madonna del Pilone. I residenti sostengono che in quartiere non ci sia interesse ad acquistare i box, soprattutto in un periodo come quello attuale, e accusano Palazzo civico di puntare solo a incamerare gli oneri di concessione, senza badare ai disagi per anni di cantieri, per realizzare strutture che poi rimangono inutilizzate, rischiando di essere lasciate all'abbandono e al degrado. Un destino che riguarda anche diversi parcheggi pubblici a rotazione, da quello del V Padiglione del Valentino ai parcheggi Stura e Sofia, il più delle volte semivuoti.