Napoli: pedoni, ciclisti e trasporti fluidi contro la crisi dei commercianti | Intervista ad Anna Donati
“La crisi è ovunque e forse qui morde più che altrove. Ma l’unico modo serio che hanno i commercianti del centro di Napoli per competere contro i grandi magazzini sono le pedonalizzazioni: non sono le macchine in mezzo al traffico a fermarsi a comprare: le ZTL hanno funzionato ovunque”
06 November, 2013
Napoli non si è fermata un attimo negli ultimi due anni: a fermarsi invece sono stati gli autobus, ma dopo tanti sforzi e polemiche, i trasporti pubblici della città stanno finalmente ritrovando la bussola: la flotta circola di nuovo e le tre aziende di mobilità napoletane - ANM, che gestisce il trasporto su gomma, Metronapoli, che si occupa delle linee metropolitane e funicolari, e Napolipark che gestisce i parcheggi e la sosta).hanno da poco inaugurato la fusione in una holding unica, a cui manca praticamente solo più il nome. La metropolitana prosegue la sua corsa e arriverà fino a Capo di Chino, e avanzano anche le pedonalizzazioni, nonostante le proteste dei commercianti, mai placate. Di tutto questo parliamo con Anna Donati, ex assessore ai Trasporti, e ora delegata del Sindaco alla mobilità sostenibile.
Cominciamo dai trasporti: sta per chiudersi un anno molto difficile per Napoli, in cui sono successe tantissime cose: taglio dei fondi, fornitori non pagati, il blocco degli autobus rimasti senza carburante, fino alla fusione delle aziende di mobilità. Com’è la situazione ora?
La prima buona notizia è che il trasporto pubblico su gomma gradatamente è tornato in strada, dopo la crisi mostruosa che abbiamo attraversato a causa dei mancati pagamenti. Gli autobus rimasti senza carburante sono stati un episodio drammatico, ma non era che la punta dell’iceberg. Abbiamo avuto due anni dove non si è pagato nessun fornitore. Dopo lunghe trattative con il Governo, il Comune ha potuto finalmente mettere in campo delle risorse straordinarie per rimettere in moto il sistema; ci sono voluti mesi e anche tantissima manutenzione, che non si faceva più da troppo tempo. Ora i due terzi della flotta sono tornati a circolare regolarmente: abbiamo ancora tutto il mese di novembre di lavoro, ma entro Natale la situazione sarà completamente ristabilita. E contemporaneamente dovremmo inaugurare la metropolitana di Piazza Garibaldi, che arriva assieme ad un’altra buona notizia: stiamo ottenendo dal CIPE lo sblocco del cantiere verso Capo di Chino, che fino ad ora non era ancora stato approvato. E invece ora siamo alle ultime battute, è previsto dal Decreto del Fare, ed entro fine anno il progetto dovrebbe partire.
E la fusione delle aziende a che punto è?
La fusione è avvenuta sul piano giuridico una settimana fa. Ancora qualche aggiustamento burocratico per quanto riguarda il ramo sosta di Napolipark e poi il Sindaco dovrà indicare la nuova governance della società. E’ una fusione di grandissima importanza. Intanto perché spesso gomma e ferro a Napoli finivano quasi per farsi concorrenza: la gomma viene da lontano, ha una lunga storia, mentre il ferro è più recente e in grande crescita: c’era l’esigenza di un’unica cabina di regia, e di una vera e propria riprogrammazione dei servizi. Ma la cosa più importante è la riduzione dei costi. Le aziende della mobilità di Napoli avevano l’esigenza di fare un percorso di ammodernamento che in parte è cominciato: si risparmia attraverso centri unici di spesa, lavoratori di un’azienda prestati a un’altra: si usano meglio le risorse e si offrono più servizi, spendendo meno.
Il Comune di Napoli resta azionista unico?
In realtà si sta pensando ad una possibile gara per una quota, e c’è un dibattito in corso sull’opportunità di intraprendere questa strada. Io per esempio sono abbastanza favorevole, a patto che sia minoritaria, ma senza illuderci che questo risolva tutti i nostri problemi…
La privatizzazione può essere una soluzione, oggi che le aziende hanno così tante difficoltà a causa dei tagli?
No, la privatizzazione da sola non è mai una soluzione. Può essere un pezzo della soluzione, per avere aziende un po’ più efficienti: ma questo lo può fare anche il pubblico. Un’iniezione di efficienza da parte del privato ci può essere, ma se porta con sé dei veri investimenti. Perché un problema che abbiamo ancora - e nemmeno la fusione risolve - è che se non compriamo autobus e treni non riusciamo a dare un servizio migliore. Una quota di autobus deve venire dall’autofinanziamento dell’azienda risanata; ma rispetto al bisogno effettivo non è comunque sufficiente. Anche i fondi che arriveranno dal DDl Stabilità non possono bastare, se si pensa che vanno distribuiti tra tutte le città italiane. L’ingresso di un privato diventa interessante se disposto ad investire, altrimenti non risolviamo nulla.
C’è poi un altro fronte della mobilità cittadina in cui il Comune ha speso tantissime energie in questi anni, quello delle pedonalizzazioni, il vero cavallo di battaglia della rivoluzione sostenibile di Napoli, fortemente osteggiato dai commercianti. A due anni di distanza dalla prima Ztl inaugurata dalla Giunta, hanno cambiato idea?
No. A Napoli la mentalità non è cambiata, ma il Comune non ha ceduto, e continua ad ampliare le zone a traffico limitato. E’ appena entrata in vigore la nuova ZTL Tarsia Pignasecca alle spalle di Piazza Dante, e Confcommercio ha subito annunciato una serrata. No, a Napoli purtroppo il clima non è ancora cambiato e la situazione resta sempre molto complicata.
E’ stato possibile capire se il calo di vendite denunciato dai commercianti sia davvero in qualche misura attribuibile alle pedonalizzazioni, come sostengono loro?
La crisi è ovunque: al Vomero, dove i trasporti funzionano benissimo, c’è la crisi. Se a Napoli chiudono addirittura i centri commerciali, vuol dire che la Ztl non c’entra niente. Oltretutto c’è un errore di fondo: più macchine non vuol dire più vendite. Pensare che la cassa mi si riempia perché davanti al mio negozio passano tante auto non funziona. La crisi c’è e forse a Napoli morde più che da altre parti, con livelli di povertà e disoccupazione incredibili. La gente ha finito i soldi. Ma Piazza Dante, dove i commercianti si lamentano della ZTL, è piena di gente. Piena. Solo che non spendono. Il problema è che in tempi di crisi cercare di fare una politica di mobilità più coraggiosa è difficile. Ci prendiamo noi la responsabilità: non abbiamo ancora convinto i negozianti che la fluidificazione del TPL, e l’aumento di pedoni e ciclisti sono l’unico modo serio per competere con i centri commerciali. Le pedonalizzazioni hanno funzionato in tutte le altre città, e nessuno vuole più tornare indietro.