Le reazioni alla rivolta sulla Tares sulla stampa cittadina
Il Comune agli ambulanti: la legge va rispettata. “Nei mercati evasione del 40% non accettano il concetto di tassa”. L’assessore Passoni: aumenti per chi sporca di più e viceversa, ma li abbiamo contenuti - articoli de La Stampa e La Repubblica del 6 e 7 novembre 2013
06 November, 2013
“Su 12 milioni di costi loro ne pagano solo 7” - da La Stampa del 06.11.2013
Beppe Minello
Galeotto fu il cassone del camion da dove, nella primavera scorsa, l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni affrontò - con qualcuno che faceva sinistramente dondolare un cappio alle sue spalle - la platea ruggente degli ambulanti che già avevano capito la montagna di guai che stava arrivando con la tassa raccolta rifiuti, all’epoca ancora Tarsu, ora diventata Tares e dal 2014 Tari o cosa sarà.
Tavoli separati
Fu in quel drammatico momento che Palazzo Civico decise di adottare una politica del dialogo ancora più aperta con i manifestanti e la categoria degli ambulanti in particolare, accettando - cosa non scontata per un’amministrazione di centrosinistra - di affrontare i problemi su due tavoli separati: l’uno riservato ai sindacati confederali, cioè quelli più istituzionali che raccolgono la maggioranza degli iscritti, l’altro riservato ai cosiddetti autonomi, gli stessi - Goia, Commercio insieme e Associazione piazza Foroni - che ieri hanno bloccato i mercati torinesi trascinando tutti o quasi, volenti o nolenti, nella loro protesta.
Da recuperare 204 milioni
Una trattativa che sarebbe ingeneroso e sbagliato dire che non produsse niente. Il fatto è che, per legge, tutti i costi del servizio raccolta rifiuti - complessivamente 204 milioni - da quest’anno devono essere recuperati dai cittadini e dalle imprese. Siccome fino all’anno scorso, il regime scelto dal Comune era diverso: la «novità» ha comportato un aumento automatico di una ventina di milioni. Cifra che Palazzo Civico, con non poche difficoltà ha scaricato per il 54% sulle famiglie e il resto sulle utenze non domestiche, tra cui i mercati. Per i pulire i quali, l’Amiat dichiara di spendere 12 milioni.
Rifiuti più costosi
Di questa cifra, solo 5 milioni vengono coperti dalla tassa richiesta agli ambulanti, sia alimentari (i più tartassati perché producono un rifiuto più costoso da raccogliere e smaltire) e non alimentari. «Significa - dice Passoni - che i 7 milioni mancanti vengono scaricati sulle altre categorie produttive». Ciò premesso, la giunta ha introdotto un altro «calmieratore» della tassa, ponendo un tetto del 20% ai rincari per quelle categorie produttive più tartassate, tra cui gli ambulanti. Per quello che valgono i numeri: un banco alimentare di 10 mq che lavori 6 giorni la settimana paga 3134,22 euro di Tares all’anno, mentre analogo banco non alimentare deve versare 632,08 euro. Di più: per i tre quarti dei circa 5 mila ambulanti torinesi la nuova Tarsu ha significato uno sconto medio del 10%.
Un nuovo servizio
Passoni sembra quasi allargare le braccia quando dice: «Cos’altro si può fare?». Si potrebbe, ad esempio, studiare con i mercatali e dov’è possibile, un servizio di raccolta dell’umido diversa: piazzando un compattatore a inizio o fine mercato per semplificare le procedure, ma già la cosa suscita proteste: «Nessuno lo vuole vicino al proprio banco». Una cosa che si può certamente fare è ipotizzare un diverso scaglionamento dei pagamenti: «Magari rendendolo mensile». Una cosa che non è a costo zero, anzi. Così come ha un costo non indifferente tenere in piedi l’ambaradan per perseguire gli evasori: nel solo 2011 il 40% degli ambulanti non ha pagato, per una cifra di circa 2 milioni sul totale dei 5 evasi dai torinesi. Costi amministrativi che per legge, ironia della sorte, finisco a carico della Tares di tutti.
L’assessore Passoni: aumenti per chi sporca di più e viceversa, ma li abbiamo contenuti - da La Repubblica del 06.11.2013
Diego Longhin
«Se questo tavolo potesse parlare potrebbe dire le stesse cose che dico io». L’assessore al Bilancio, Gianguido Passoni, sbatte il palmo della mano. Ha appena approvato lo sgravio del 50 per cento della Tares per chi ha i banchi in piazza Bengasi, ma gli ambulanti che protestano per la tassa rifiuti non sembrano voler lasciare.
Assessore, cosa potrebbe raccontare questo tavolo?
«Tutte le riunioni, anzi le doppie riunioni, fatte: da una parte con i sindacati confederali degli ambulanti, dall’altra con i gruppi autonomi. Si sono gestiti due percorsi paralleli senza esclusioni, proprio per non essere poi accusati di non aver considerato qualcuno. Facendo anche indispettire Confesercenti e Confcommercio. Ore di confronto, almeno tre incontri con gli autonomi per dissipare, discutere e mediare».
Mediazione servita a poco non le pare?
«Noi abbiamo fatto un lavoro enorme, dipende se dall’altra parte c’è la volontà di mediare. Abbiamo fatto un sacco di proposte sul fronte tariffario, logistico, finanziario, degli sconti, ma se non si accetta un principio fiscale, se si rifiuta di riconoscere lo stesso concetto di tassa, si può fare ben poco. È stato difficile ammorbidire questo tributo ma ci abbiamo provato, così come per le famiglie».
Come siete venuti incontro agli ambulanti?
«Sull’alimentare l’aumento Tares sarebbe potuto arrivare al 50-60 per cento in più. Sul non alimentare il deprezzamento era del 30. Questo è il principio della tassa: chi sporca di più paga di più. Loro vogliono essere considerati tutti uguali, ma è impossibile. Per questo si è deciso un tetto di aumento massimo del 20 per cento sugli alimentari e una diminuzione del 10 sugli altri. Altra cosa: sulla Tares non c’è il costo solo per il singolo, ma per il servizio indivisibile, per pulire ilpiazzale. Che non viene caricato solo sulla categoria: vale 12 milioni, dagli ambulanti se ne recuperano solo 5. Il resto si spalma su tutti. E per abbassare ancora il costo si è discusso di logistica.
Cioè?
«Amiat potrebbe fornire un compattatore per tagliare la spesa. Ma poi scoppia il problema: dove lo metti? Non vicino al mio banco».
Quanto costa la Tares a un ambulante?
«Un banco di dieci metri alimentare che stazioni sei giorni alla settimana paga 3.134 euro annui, un non alimentare 632,09».
Non sarebbe possibile rateizzare?
«Lo stiamo studiando per il 2014: rate mensili, almeno dieci, con conguaglio finale».
Il tasso di evasione?
«Basso per le famiglie, il 95 per cento paga. Alto per gli ambulanti: il 40 per cento è moroso. E quello che non si riesce a recuperare viene spalmato sulle spalle di tutti».
Confesercenti all’attacco: “Bastano due milioni per risolvere il problema” - da La Stampa del 07.11.2013
Beppe Minello
Due milioni. Tanto basterebbe per disinnescare la bomba-Tares già esplosa nei mercati torinesi martedì e che rischia di fare ancora danni. Due milioni per mettere un «taccone» ai guai del 2013 e arrivare all’anno prossimo per ridiscutere la tassa raccolta rifiuti: dai costi, ritenuti eccessivi, di Amiat, alle tariffe con le quali si stabilisce quanto far pagare e a chi.
«Basta con i violenti»
Sono queste, in sintesi, le proposte delle associazioni di categoria, Confesercenti e Confcommercio, che raccolgono la stragrande maggioranza dei commercianti, ambulanti in testa. Associazioni che hanno condannato, senza mezzi termini, la serrata dei mercati imposta dai sindacati autonomi «a volte, se non spesso, minacciando pesantemente chi voleva allestire il banco» dice Stefano Papini, presidente di Confesercenti.
«Aumenti che uccidono»
Due milioni che rappresentano la somma degli aumenti che stanno patendo con la Tares ristoranti, alberghi con ristoranti, alimentaristi e ambulanti alimentaristi, gli attori principali della protesta. Tutte categorie per le quali persino il Comune ha ritenuto di mettere un tetto del 20% al previsto rincaro della tassa. «E ringraziamo per questo. Ma non basta. Ormai è un problema di tenuta sociale - dice Papini - perché aumenti a due cifre per chi già pagava decine di migliaia di euro di Tarsu, come i ristoranti che non sono scesi in piazza ma sono ugualmente disperati, possono significare la morte. È questo che vogliono?». Due milioni: dove trovarli? E soprattutto come superare la legge che impone di far pagare agli utenti tutto ciò che riguarda la raccolta rifiuti? Papini sostiene che nella conversione in legge del decreto di agosto viene concessa la possibilità, per quei comuni in difficoltà, di rimanere con la vecchia Tarsu e di coprire la differenza con la fiscalità generale. Possibilità concessa a chi non ha ancora approvato la Tares. Ma Torino l’ha già fatto. Resterebbe - secondo Confesercenti, sia chiaro - la possibilità di ricorrere alla fiscalità generale, cioè ad altri capitoli di spesa, per recuperare i due famosi milioni. Non osiamo immaginare la faccia dell’assessore al Bilancio Passoni. Ma tant’è.
Amiat troppo cara
Se mai venisse accolta la misura tampone proposta dai commercianti, si potrebbe arrivare con più serenità al prossimo anno e al tavolo - già promesso e programmato da Palazzo Civico - attorno al quale sedersi per rivedere costi di Amiat, ritenuti eccessivi, e tariffe, ritenute inique. Solo riducendo il costo totale della raccolta rifiuti sarebbe legalmente possibile ridurre la tassa per i torinesi, non solo quelli ambulanti. «A livello nazionale Confcommercio - interviene la presidente torinese Maria Luisa Coppa - individuerà i costi dello smaltimento rifiuti e capire perché in alcune città, e Torino è tra queste, è maggiore di altre. Siamo convinti che troveremo margini di trattativa per migliorare costi ed efficienza di Amiat e così ridurre la tassa».