Ilva, diossina a Taranto: il discorso di Vendola. Dal Far West legislativo al recepimento dei limiti europei
Il discorso di Nichi Vendola pronunciato in Consiglio Regionale sull’operato della Regione Puglia contro le emissioni di diossine. Dal Far West legislativo che permetteva a Ilva una emissione di inquinanti del tutto sregolata al recepimento con legge regionale del limite europeo anti-diossina di 0,4 nanogrammi al metro cubo
21 November, 2013
Il discorso di Vendola
La consapevolezza di una emergenza diossine e furani viene acquisita dalla Regione attraverso le campagne di rilevazione effettuate da ARPA dal giugno 2007 al giugno 2008. Per consentire all’Agenzia regionale di fornire i dati su alcuni dei più pericolosi agenti inquinanti è stato necessario dotare ARPA di strumentazioni e personale adeguati di cui l’Agenzia era storicamente priva, operando perfino nella inadeguata sede del Dipartimento Provinciale di Bari. Da qui il piano assunzionale straordinario del 2006 (3 M€ ordinariamente inseriti in bilancio, per 102 unità a tempo indeterminato) preceduto dall’approvazione della pianta organica (ARPA ne era priva) da parte della Giunta regionale. In tal rigenerato contesto, nel dicembre 2006, la Regione perciò ha sottoscritto con ARPA un protocollo di intesa a ciò finalizzato. La campagna di rilevazione viene integrata nel periodo aprile – ottobre 2008 dalla misurazione della diossina sulle matrici alimentari e va perciò ben oltre, per precisione e scientificità, rispetto ai soli dati stimati pubblicati dall’Inventario Nazionale delle Emissioni (INES dell’ISPRA) che costituivano, fino a quel momento, l’unica fonte di riferimento per le Istituzioni. Ricordo che per eseguire i primi controlli al camino della storia dello stabilimento (dopo 47 anni dall’entrata in esercizio) le Istituzioni hanno dovuto persino acquisire la strumentazione per il prelievo dei fumi, ordinando da una azienda tedesca una sonda al titanio realizzata ad hoc.
I campionamenti sono stati eseguiti da giovani tecnici dell’ARPA in un clima di totale ostilità dell’ILVA: non avendo l’azienda reso disponibili gli ascensori dedicati, i tecnici di ARPA hanno raggiunto la finestrella del prelievo, a 50 metri da terra, attraverso una scaletta all’italiana, imbragati come alpinisti, e rimanendo in sospensione per tutto il tempo necessario all’esecuzione dei rilievi. Il rifiuto di ILVA di mettere a disposizione gli ascensori si è protratta per anni, nel corso dei quali i prelievi sono sempre stati eseguiti nelle condizioni descritte.
Per rendere possibili le analisi dei campioni, le Istituzioni acquistano uno spettrometro di ultima generazione e istituiscono presso ARPA un laboratorio di eccellenza. Lo spettrometro viene acquistato con fondi regionali, che la Regione assegna alla Provincia per azioni in materia di ambiente, attraverso una procedura di appalto gestita da ARPA. Contemporaneamente, il sottoscritto, in qualità di Presidente della Regione, avanza, con note e lettere formali, datate settembre 2007, luglio e settembre 2008, una serie di richieste al Ministro dell’Ambiente ed al Presidente del Consiglio finalizzate ad un auspicato Accordo di Programma Stato – Regione per la procedura AIA incardinata sulla riduzione delle diossine e dei furani oltre ed al di là della legislazione nazionale (d. lgs. 152/06, con un limite di emissioni pari a 10.000 nanog/Nmc, riferito a tutti i 210 congeneri di policlorodibenzodiossine e policlorodibezofurani).
È del tutto evidente che la generalità dei 210 congeneri non consente una conoscenza reale dei livelli di tossicità dell’inquinamento; per questo la rilevazione ARPA sul camino E312 avviene, opportunamente, seguendo la norma tecnica (UNI-ENI 1948-1:2006) che prende in considerazione solo la concentrazione dei 17 congeneri pericolosi, sulla base di un protocollo operativo fra ARPA, ILVA e CNR del maggio 2007, che fa seguito alle intese di cui al protocollo di intesa del 2006. Da tali rilevazioni emergono dati preoccupanti sia nel periodo 12-14 giugno 2007, che in quello relativo al 26-28 febbraio 2008, fino a superare il valore di 8 nanog I-TEQ/Nmc, che, nel successivo monitoraggio, effettuato con additivazione di urea nella miscela di agglomerazione, scendono intorno al valore medio di 3.
Queste iniziative si affiancano alla verifica del Protocollo di intesa, sottoscritto da Stato, Regione, ILVA, Enti locali, associazioni sindacali e di interesse nel 2006, a completamento ed integrazione della precedente intesa del 2004 (Governo Fitto) con circa 130 progetti di risanamento ambientale fra i quali (verificati) la rimozione dell’amianto, la dismissione delle apparecchiature PCB, la riduzione dei cumuli di olivina, ecc. Questo è il contesto in cui la Giunta Vendola predispone e approva, nel novembre del 2008, un disegno di legge finalizzato a fissare un valore limite di emissione di diossine e furani, misurato in tossicità equivalente, ovvero riferito ai 17 congeneri ritenuti più nocivi, prevedendo, dopo i prescritti controlli, in caso di superamento, anche la possibilità dell’arresto immediato della fabbrica, previa diffida a rientrare, in 60 giorni, nei limiti previsti.
La Regione Puglia è la prima e a tutt’oggi l’unica regione italiana a dotarsi di questa innovativa legislazione finalizzata alla riduzione dell’inquinamento tossico, legge votata dalla maggioranza di centro-sinistra, con l’astensione della opposizione di centro-destra. Il dibattito in Consiglio è denso di preoccupazioni, particolarmente dell’opposizione, per le prospettive del grande stabilimento e delle sue maestranze,. A titolo esemplificativo si riportano le dichiarazioni del consigliere Silvestris, uno degli astenuti: “se questa legge dovesse provocare licenziamenti massicci… vorrà dire che è una legge imperfetta, inidonea e incapace di risolvere nella sua complessità un problema caratterizzato da tante drammaticità. L’atteggiamento di voto guarda anche a quello che sarà l’esito: o la legge funziona e produce effetti, oppure se non funziona e produce ulteriori conflitti istituzionali, ulteriore apertura di fronti polemici, di scontri istituzionali tra Governo regionale e Governo nazionale, tra Governo regionale e imprese, anche rispetto al fronte occupazionale non sarà un merito di questo Governo ma al contrario un ulteriore problema ” Il 19 dicembre 2008 il Consiglio regionale approva, pertanto, la l.r. n. 44, “Norme a tutela della salute, dell’ambiente e del territorio: limiti alle emissioni in atmosfera di policlorodibenzodiossina e policlorodibenzofurani”. Una folta delegazione del movimento Altamarea, che aveva mobilitato l’intera città di Taranto in una grande manifestazione il 29 novembre, è presente in aula e applaude il voto finale di approvazione. Fino a quel momento, l’esperienza pilota nazionale era l’autorizzazione alle emissioni rilasciata dalla Regione Friuli Venezia Giulia in relazione al più modesto stabilimento della società Lucchini.
La generalizzazione della normativa e la sua estensione a tutto il territorio nazionale viene invocata a gran voce dai movimenti ambientalisti; resta lettera morta: quei limiti di diossina si applicano solo in Puglia. Una delle possibili conseguenze della legge era individuabile nel conflitto di competenze con lo Stato, titolare esclusivo del potere legislativo in materia ambientale (art. 117, comma 2, lettera s della Costituzione), nonché della relativa e potestà autorizzativa. Era, dunque, forte il rischio (come segnalavano i consiglieri del PDL) di un conflitto istituzionale con il Governo del premier Berlusconi e del Ministro Prestigiacomo. Per questo, dopo l’approvazione della legge, il confronto con il Governo nazionale nell’ottica della leale collaborazione istituzionale portò, il 19 febbraio 2009, ad un protocollo di intesa fra Stato, Regione, Enti locali ed ILVA. Il protocollo prevedeva l’impegno da parte di ILVA a conseguire, entro il 31 dicembre 2010, il limite di 0,4 nanog I-TEQ/Nmc, attraverso modifiche impiantistiche, uno spostamento di 3 mesi dei termini temporali per l’applicazione dei valori limite individuati dalla legge regionale, e altri impegni come il monitoraggio semestrale delle diossine da parte di ISPRA ed ARPA con oneri a carico del gestore attraverso prove ripetute a settimane alterne.
Conseguentemente, il Consiglio regionale il 30 marzo 2009 ha approvato, all’unanimità, la nuova legge n. 9/2009 “Modifiche alla l.r. 44/08” che, sostanzialmente, ratificava i termini del predetto protocollo del 19 febbraio.
Allegati:
- disegno di legge n. 48/2008 del 11.11.2008, diventato l.r. 44 del 19 dicembre 2008 (all. 1/bis)
- protocollo del 19 febbraio 2009 (da libretto “vivere con la fabbrica”) (all.2)
- l.r. n. 9 del 30 marzo 2009 (all.3)
- appello Peacelink al Ministro dell’Ambiente per adottare, in tutta Italia, la legge anti-diossina della Regione Puglia (all.4)