Sostanze pericolose, possibili multe dall'UE, ma il governo rassicura: l'Italia sta già rimediando
Avviate dalla Commissione europea delle procedure di infrazione ai danni dell'Italia per il mancato recepimento delle norme in materia di sostanze pericolose negli apparecchi elettrici. Secondo il ministero dell'Ambiente, però, la situazione sta già per normalizzarsi
21 November, 2013
La Commissione Europea ha invitato formalmente l'Italia ad adeguarsi entro i prossimi due mesi alla normativa Ue in materia di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Se la scadenza non sarà rispettata, il nostro Paese potrà essere deferito dinanzi alla Corte europea di giustizia, che potrebbe stabilire delle sanzioni.
I “pareri motivati” trasmessi all'Italia di Bruxelles sono 3, e seguono altrettante lettere di avvertimento formale inviate lo scorso 21 marzo. In particolare, l'Unione Europea ci rimprovera di non aver provveduto ad attuare alcune misure, a cominciare dalle restrizioni sull'uso di alcune sostanze pericolose all'interno di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RoHS). Le norme, che riguardano cadmio e piombo, sarebbero dovute entrare in vigore non oltre il 2 gennaio 2013, come previsto dalla direttiva Ue in materia.
A questo punto, l'Italia ha solo 60 giorni per sistemare le cose, ma il ministero dell'Ambiente sembra non preoccuparsi affatto. In una nota diffusa dal dicastero guidato da Andrea Orlando, si legge infatti che «il testo di recepimento della direttiva (RoHS, ndr) sarà approvato dal Consiglio dei ministri in programma la settimana prossima e sarà comunicato a Bruxelles per l'archiviazione del procedimento».
Niente paura, dunque: il governo giura che riusciremo a salvarci dalle possibili sanzioni. Acqua sul fuoco anche sulla terza questione, ovvero l'assenza di una normativa nazionale sullo stoccaggio del mercurio metallico, per la quale Bruxelles aveva aperto un'altra procedura di infrazione ai danni dell'Italia. A questo proposito, scrive ancora il ministero dell'Ambiente, «la normativa è già stata recepita con il decreto del 29 luglio pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il 15 novembre. Non appena la procedura della Commissione Ue sarà notificata all'Italia, il dipartimento delle Politiche europee chiederà a Bruxelles l'archiviazione».
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