Rete Mobilità Nuova: più sicurezza e meno inquinamento con il limite di 30 km/h nelle città
Pedoni, ciclisti e automobilisti si sono confrontati a Roma sulla proposta per diminuire i limiti di velocità sulle strade nei centri abitati. Una soluzione già adottata in Europa ma anche in alcune città italiane
26 November, 2013
Ridurre la velocità in ambito urbano è l’unica misura in grado di far diminuire in maniera consistente il numero di incidenti stradali con morti e feriti. Una misura, senza controindicazioni, che tutela sia gli utenti vulnerabili - pedoni e ciclisti - sia chi usa i veicoli a motore. Questa la tematica al centro del convegno “Una mobilità nuova” svoltosi questa mattina a Roma presso la sede dell'Aci e organizzato dalla Rete Mobilità Nuova, coalizione che raggruppa circa 200 sigle nazionali e locali, per parlare della riforma del codice delle strada e sulle misure da adottare per ridurre il numero di incidenti stradali gravi.
Secondo l'ultimo rapporto Aci Istat infatti ogni anno perdono la vita in Italia quasi 4000 persone a causa degli incidenti stradali e la riduzione dei limiti di velocità è il principale strumento utilizzato a livello internazionale per ridurre la mortalità sulle strade poiché una velocità ridotte consente tempi di reazione più brevi e quindi una maggiore capacità di evitare situazioni di pericolo. Questa logica ha spinto il Parlamento europeo ad adottare la risoluzione del 27 settembre 2011 con la quale "raccomanda fortemente alle autorità responsabili di introdurre limiti di velocità di 30 km/h in tutte le aree residenziali e sulle strade a corsia unica in aree urbane che non hanno corsie ciclabili”. Anche l’OMS segnala che la velocità è una delle priorità da affrontare in chiave sicurezza e stima che una riduzione del 5% della velocità media sarebbe in grado di ridurre di 1/3 i morti sulle strade.
E in questa direzione va la proposta di legge presentata da Rete Mobilità Nuova, sostenuta da una petizione che ha raccolto oltre 90.000 firme, che all’articolo 6, sui limiti di velocità, chiede la modifica dell’articolo 142 del codice della strada. Rete Mobilità Nuova propone di sostituire le parole «e i 50 km/h per le strade nei centri abitati, con la possibilità di elevare tale limite fino ad un massimo di 70 km/h per le strade urbane le cui caratteristiche costruttive e funzionali lo consentano, previa installazione degli appositi segnali» con «e i 30 km/h per le strade nei centri abitati, con la possibilità di elevare tale limite fino ad un massimo di 70 km/h per tutte le strade urbane le cui caratteristiche costruttive e funzionali lo consentano e dove l’amministrazione locale è in grado di garantire che a un aumento della velocità non corrisponda un aumento dell’insicurezza, previa installazione degli appositi segnali».
Perché diminuire il limite di velocità in città? Rete Mobilità Nuova spiega:
1. Meno traffico: il limite non aumenterà i tempi di percorrenza. Per percorrere 500 metri all’interno di una zona 30 si impiegano solo 5,1 secondi in più rispetto allo stesso percorso con il limite di 50 km/h. Il principale motivo dei rallentamenti nel traffico è proprio la velocità massima troppo elevata che, generando accelerazioni brusche e frenate improvvise, crea un effetto a singhiozzo e impedisce il regolare fluire del traffico.
2. Più sicurezza: se un’automobile investe un pedone alla velocità di 50 km/h, l’impatto generato con il veicolo sarà equivalente a una caduta dal terzo piano di un palazzo con una probabilità di morte pari al 70%, mentre uno scontro tra un’auto e un pedone alla velocità di 30 km/h è l’equivalente di una caduta dal primo piano di un palazzo con una probabilità di esito mortale del 10%.
3. Meno consumi di carburante e meno emissioni inquinanti: diminuire la velocità da 50 km/h a 30 km/h comporterebbe una riduzione del 30% degli ossidi di azoto, del 20% il monossido di carbonio e del 10% gli idrocarburi, ma anche una riduzione dell’inquinamento acustico.
Austria, Germania e Gran Bretagna vanno già più lente. Ma anche le italiane cominciano a rallentare
La diminuzione dei limiti di velocità è una soluzione sempre più diffusa nelle città europee: Graz, in Austria, è stata la prima al mondo, nel 1992, a introdurre il limite di 30 km/h su tutto il territorio comunale. A Berlino, le zone 30 introdotte inizialmente nei dintorni di scuole e asili , oggi coprono circa l’80% delle strade secondarie. A Londra a partire dal 2000 sono state introdotte più di 400 zone 30 (limite di 20 miglia orarie) che al momento rappresentano l’11% dell’intera rete stradale cittadina e il prossimo passo sarà quello di rendere il limite di 20 miglia orarie lo standard nella città. In Italia, la prima città ad aver introdotto il limite di 30 km/h su tutto il territorio comunale è stato il comune di Saronno all’inizio del 2011. Altre città ad essere intervenute in tal senso sono state Udine, Reggio Emilia, Ferrara, Catanzaro, Arezzo e Caserta.
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