Meno fermate e più cambi, rivoluzione Gtt
Il piano del Politecnico per far fronte ai tagli: via le linee dirette centro-periferia. da La Repubblica del 29.11.2013
29 November, 2013
di Gabriele Guccione
E FARANNO capolinea in «nodi di interscambio» dove i passeggeri, anche quelli da Orbassano, scenderanno dal bus e cambieranno con una «linea forte» oppure con il metrò o la ferrovia metropolitana. Tutta la rete dei trasporti sarà riorganizzata secondo questo nuovo criterio, portando dopo più di trent’anni all’abbandono del «sistema radiale» risalente alla «griglia di Rolando», l’assessore che la partorì nel 1982. Il piano sarà pronto entro fine dicembre, come ha annunciato l’altro giorno a Palazzo Civico il presidente di Gtt, Walter Ceresa: «Ci sarà qualcosa in più dove serve e qualcosa in meno dove non serve».
IL PROGETTO
Non ci sono più i soldi per mantenere tutto. Non è caso infatti che su 91 linee soltanto una quindicina trasportino quasi la metà dei passeggeri, mentre su altre 33 ne viaggia solo un decimo. La rete è ormai datata: e il delicato compito di ridisegnarla è stato affidato alla professoressa Cristina Pronello, trasportista del Politecnico. Ci sta lavorando da un anno e mezzo e i risultati sono quasi pronti. Nei primi giorni della prossima settimana la nuova mappa dei trasporti saràmessa alla prova con le ultime simulazioni virtuali: i dati con i carichi dei passeggeri saranno fatti correre sulle nuove, ipotetiche linee. «Il progetto è in fase di finalizzazione, non possiamo anticipare nulla», si schermiscono dal Politecnico. Ma qualcosa si può anticipare.
RETE LOW COST
«Non ci sono soldi»: tutto parte da questa premessa, partorendo così una riorganizzazione a basso costo che non prevederà nuovi binari o nuove fermate: al massimo singole paline dove proprio non se ne potrà fare a meno. Non si è partiti però domandandosi quanto tagliare, ma quali bisogni soddisfare. Ridurre semplicemente la frequenza dei passaggi non sarebbe stato sufficiente, così si è studiato la domanda attuale e il modo per poterla intercettare meglio. La nuova rete è stata tarata per macinare 44 milioni di chilometri all’anno, risultato dei dolorosi tagli degli ultimi tre anni ai fondi nazionali e regionali per il trasporto pubblico: si è partiti con 52,7 milioni e si è arrivati oggi a circa 45. E non tiene ancora conto del taglio di 12 milioni prospettato il 2014 che vorrà dire scendere ancora, a 41 milioni. Chi ha pensato la nuova rete ha però messo a punto un sistema «modulare» su cui si può intervenire di volta in volta per diminuire o aumentare la quantità del servizio.
MENO FERMATE
Le fermate saranno totalmente riviste per accelerare i tempi. Non ci sono soldi per farne di nuove o per spostarle, quindi tra quelle esistenti molte saranno soppresse. A Torino spesso le distanze tra uno stop e l’altro sono, secondo l’azienda, troppo ravvicinate: anche il 4, che dovrebbe essere una delle linee più veloci, ha fermate ogni 200 metri, tali da fargli impiegaretroppo tempo. Quindi si taglia.
FREQUENZE FISSE
Le linee cambieranno numero almeno così prevede il piano - e anche la frequenza, seguendo una gerarchia tra “primarie”, come il 4o il metrò, e “secondarie”, di servizio verso singoli quadranti della città o centri dell’hinterland. Le “linee forti” avranno una frequenza elevata ma che varierà con le fasce orarie, tanto che per il 4 si ipotizza di allungarla di 2 minuti nei momenti non di punta. Le “morbide”, invece, una cadenza fissa, esempio: 16,20, 16,40, 17. Intervalli definiti e scritti, fermata per fermata, in modo che i passeggeri sappiano ache ora presentarsi.