Verde urbano: pronto un nuovo decalogo a Milano
Verde urbano: l’assessore Chiara Bisconti indica le nuove linee guida cui si dovrà attenere Milano nel nuovo "Decalogo del verde urbano". Compartecipazione dei cittadini, "governance" del Comune, piante storiche tutelate anche nei giardini privati, criteri più avanzati nella scelta delle specie e nella manutenzione
01 December, 2013
Un nuovo decalogo per il verde urbano è al varo della Giunta Pisapia ed è stato presentato dall’assessore al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero, Tutela animali e Verde, Chiara Bisconti, in Commissione consigliare.
Sono delle linee di indirizzo strategico per la riforma della gestione del verde della città di Milano, che il Comune ha elaborato dopo vari incontri tematici con i principali soggetti pubblici e privati, in tema di verde urbano, a Milano: Centro di Forestazione Urbana – Italia Nostra Onlus, Associazione Orticola di Lombardia, Università Statale di Milano – Facoltà di Agraria, DAM Distretto Agricolo Milanese, Associazione Aiapp, Parco Nord Milano, Commissione Paesaggistica Comune di Milano, Associazione GreenCity Italia, Società Expo 2015 (Le vie dell’Acqua), Ordine degli Architetti Paesaggisti.
Sono dieci punti che partono col riconoscere come gli spazi verdi urbani siano patrimonio della città, asse fondante della qualità della vita cittadina e debbano considerarsi integrati con i giardini e gli spazi privati, con la campagna e con le acque, con le cascine, gli spazi agricoli, il verde nelle scuole e gli spazi per la libera fruizione.
Il Comune vuole interrompere il cerchio della disciplinarietà e della settorialità nella tutela del verde pubblico a Milano. Tra le novità, una maggiore tutela anche del verde privato – e a Milano tra cortili e giardini ce n’è parecchio – con l’estensione alle piante storiche non solo pubbliche, ma anche a quelle che vivono da decenni in giardini e cortili privati.
Un cambiamento di rotta anche nella valorizzazione di alcuni principi agronomici e paesaggistici, nella scelta delle specie, delle piantagioni, nelle potature, finalizzati alla massimizzazione della biodiversità, alla diversificazione del paesaggio, al contenimento dei costi di manutenzione, privilegiando specie perenni e specie in grado di fornire sostentamento e rifugio per la fauna urbana, nonché capacità auto depuranti ai corsi d’acqua al fine di coniugare sviluppo ed economia di gestione, decoro e bellezza.
Un’altra indicazione che emerge è la programmazione di lungo periodo nella cura del verde, almeno trentennale, e guardando alla scala provinciale, inserendo nel sistema del verde pubblico milanese almeno quattro grandi aree metropolitane di parchi: il Parco Nord e le sue estensioni, il verde lungo il corso del fiume Lambro, il sistema del Parco Sud e i parchi milanesi dell’Ovest.
Ma l’obiettivo principale del Comune è che cittadini e associazioni si prendano sempre più cura dei fazzoletti di verde sotto casa, perché tutti gli spazi, pubblici o privati, grandi parchi o aiuole, dovranno essere considerati importanti allo stesso modo. Palazzo Marino si riserverebbe la supervisione complessiva, come si dice oggi, la "governance". “Se si riconosce il verde come un patrimonio collettivo, ci devono essere indicazioni collettive per tutelarlo e valide per tutti», ha spiegato Chiara Bisconti alla Commissione consigliare.
La maggior compartecipazione dei cittadini nella gestione è già partita da alcuni mesi con le circa 300 iniziative di collaborazione fra il Comune e privati, associazioni, aziende o condomini per la cura di aiuole o altre “isole” della città. E’ l’iniziativa “Adotta un'aiuola”, per diventare sponsor del verde cittadino, prendendosi cura di arredi e attrezzature, degli spazi destinati a verde pubblico antistanti a negozi, condomini e locali pubblici.