Metrò, il destino del cantiere legato al sì di un’azienda
Il cantiere è fermo da mesi e per il momento non si ha nessuna certezza nè sul quando nè sul come riprenderanno i lavori. Gli ultimi macchinari sono stati portati via lo scorso 7 agosto. Da allora non si è più visto nessuno. Tre ditte hanno rifiutato di proseguire i lavori, un altro no e salta il bando - da La Stampa del 05.12.2013
05 December, 2013
Simone Cerrano
Una corsa contro il tempo. Con il rischio, concreto, che sia tutto inutile. E che si debba di conseguenza ricominciare da zero. Quella del cantiere per il prolungamento della linea 1 della Metropolitana, da Lingotto a piazza Bengasi, è una storia infinita. E per il momento non c’è traccia della luce in fondo al tunnel. Non c’è per i negozianti, messi in ginocchio dalla completa chiusura al traffico di un tratto di via Nizza, non c’è per gli abitanti del quartiere, che da un anno ormai convivono con i disagi e non si intravede neppure per InfraTo, la società del comune che gestisce le infrastrutture cittadine.
Il danno e la beffa
Il cantiere è fermo da mesi e per il momento non si ha nessuna certezza nè sul quando nè sul come riprenderanno i lavori. Gli ultimi macchinari sono stati portati via lo scorso 7 agosto. Da allora non si è più visto nessuno. Lunghe settimane di completa incertezza fin quando, a metà settembre, InfraTo ha ufficialmente revocato l’affidamento dei lavori a Seli e CoopSette, le due ditte che si erano aggiudicate le gare di appalto. Entrambe le aziende erano sull’orlo del fallimento ed erano state ritenute le sole responsabili dei ritardi.
C’è chi dice no
Come da regolamento vigente InfraTo aveva intrapreso una trattativa con la ditta Ghella, seconda classificata al bando per aggiudicare i lavori. L’azienda, dopo aver valutato rischi, costi e benefici, aveva detto di no. Non c’è stata altra soluzione se non scorrere la classifica. In questi giorni sono in corso trattattive febbrili con Edilmaco, la terza classificata: «Contiamo di avere una risposta defintiva alla fine di questa settimana, al massimo ad inizio della prossima» - fanno sapere da InfraTo. Altrimenti si dovrà andare ancora più in giù nella graduatoria. Ma al massimo di uno scalino. La quarta classificata è ancora in piedi, la quinta ed ultima ditta è già fallita.
Nuovo bando
Il rischio di dovere indire un nuovo bando è, insomma, concreto. E questo complicherebbe non poco le cose. Innanzi tutto servirebbero almeno dodici mesi per arrivare alle gara e poi cosa ne sarebbe dei lavori realizzati fino ad ora? Di certo non si potrebbe continuare a vietare il traffico per un cantiere che già ora tutto definiscono «fantasma»: «In quel caso valuteremo di riaprire via Nizza»- dicono ancora da InfraTo. E poi comunque dal momento in cui il primo operaio rimetterà piede nell’area serviranno due anni e mezzo per arrivare a fine lavori. E intanto i negozi della zona chiudono bottega: «Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità rispondendo ad alcune esigenze - spiegano ancora da InfraTo- abbiamo ridotto l’ingombro delle recinzioni e posizionato l’illuminazione esterna». Non abbastanza per chi senza il passaggio delle auto ha visto crollare i suoi incassi.