“Verso una nuova mobilità", com'è andata la giornata studi del campus Einaudi a Torino
Sabato 7 dicembre, al campus universitario Luigi Einaudi di Torino, si è svolta la giornata studi “Verso una nuova mobilità, per ripensare gli spazi urbani”, organizzata dal coordinamento Mobilitàzione. All'incontro erano presenti diversi "attori" della mobilità, dal ricercatore in economia politica Matteo Richiardi, a Beppe Piras (Rete Mobilità Nuova), fino a Cesare Carbonari, portavoce del Comitato pendolari Torino-Milano, e Federico Bellomo, segretario FIOM Torino
11 December, 2013
di Giulio Gonella
Si è svolta sabato 7 dicembre, al campus Luigi Einaudi di Torino, la giornata di studi “Verso una nuova mobilità, per ripensare gli spazi urbani”, organizzata dal coordinamento Mobilitàzione, formato da vari movimenti e associazioni torinesi - tra cui i collettivi studenteschi Studenti Indipendenti, Alter.Polis e LaSt, il Movimento per la Decrescita Felice e le Officine Corsare. Il coordinamento è nato sull’onda dei tagli regionali ai trasporti, annunciati lo scorso aprile dall’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Barbara Bonino.
La giornata ha avuto il suo momento principale al mattino, con una tavola rotonda che ha visto parlare e confrontarsi diversi attori presenti nel campo della mobilità, dal ricercatore in economia politica Matteo Richiardi, a Beppe Piras (Rete Mobilità Nuova), fino a Cesare Carbonari, portavoce del Comitato pendolari Torino-Milano, e Federico Bellomo, segretario FIOM Torino.
L’approccio eterogeneo al problema della mobilità in Piemonte e in Italia ha fatto emergere un livello di approfondimento su fronti diversi, da quello giuridico a quello strettamente economico, passando per le testimonianze dirette dei pendolari, fino ad arrivare ai modelli urbanistici, sociologici e industriali. Il giudizio sull’attuale situazione della mobilità è stato sostanzialmente negativo su tutti questi fronti. Beppe Piras, Rete Mobilità Nuova, pragmaticamente dice: “Il sistema auto-centrico in cui viviamo è il frutto di scelte politiche ben precise, dove gli investimenti vanno in autostrade invece che nel trasporto pubblico”. Porta la sua esperienza sul tema Cesare Carbonari, che ricorda come “in Piemonte sono state tagliate 12 linee ferroviarie negli ultimi anni, e in tutta Italia si stanno sempre di più tagliando altre tratte”. Difficoltà del sistema ferroviario documentato annualmente dal rapporto Pendolaria di Legambiente, il cui ultimo studio uscirà il 17 dicembre.
Anche dal punto di vista dei produttori di autoveicoli tuttavia le cose non vanno meglio; Federico Bellomo di FIOM ricorda come fino a qualche decennio fa ci fosse una divisione Fiat per le motrici ferroviarie. ”Da qualche anno Irisbus [produttore di autobus di proprietà Fiat, nda] ha chiuso, perché non rilanciare la produzione dei mezzi collettivi in Italia, ora che ce n’è più bisogno?”. E’ stato inoltre presentato da alcuni studenti dell’ASU - Associazione Studenti Universitari di Padova - il progetto Trenitardo, che permette agli utenti di alcune tratte pendolari venete di inserire sul sito il ritardo accumulato, e poi sfogarsi con un tweet.
Non sono mancate posizioni anche relative alla privatizzazione di GTT, e del suo ramo parcheggi. Sulla questione, è Leonardo Locci - del sindacato USB - il più categorico, tirando in ballo direttamente il sindaco di Torino: “Fassino in campagna elettorale aveva promesso di mantenere il controllo delle partecipate; ora le svende”. Il coordinamento Mobilitàzione si era mosso, in questi ultimi mesi, proprio contro la privatizzazione di GTT, con azione mirate sui mezzi di trasporto pubblico (dei veri e propri “blocchi”) per distribuire volantini e sensibilizzare l’utenza.