Lo sciopero e l’asta disertata mettono nei guai il Comune
Adesione al 90%. Slitta il voto sulla cessione - da La Repubblica del 17.12.2013
17 December, 2013
di Diego Longhin
L’obiettivo? Approvare la delibera di vendita del 49 per cento di Gtt nel Consiglio comunale di ieri. Obiettivo a portata di mano, peccato che prima i cortei e lo sciopero degli autisti di Gtt, poi la gara di cessione dei parcheggi, senza nessuna offerta, abbia mandato in tilt la Sala Rossa, tra sospensioni, espulsioni, come quella del leghista Roberto Carbonero e riunioni di maggioranza convocate in corso d’opera. Alla fine il voto sulla delibera che dà il via libera all’iter di gara per la quota di minoranza del trasporto pubblico, complice l’ostruzionismo del centrodestra, è stato rinviato a domani pomeriggio.
Una giornata convulsa. Prima gli otto cortei degli addetti di Gtt, che hanno caratterizzato lo sciopero a Torino con un «no» alle cessione del 49 per cento. Alcune manifestazioni si sono concentrate attorno ai depositi, altre hanno puntato verso il centro, senza creare blocchi. E Palazzo Civico è stato preso d’assedio, in maniera pacifica, fin dal mattino. In piazza le bandiere di tutti i sindacati, tanto che alcuni manifestanti hanno poi polemizzato e chiesto a militanti di Rifondazione comunista di “ammainare” le loro bandiere.
Gli autisti hanno rispettato le due fasce di garanzia, facendo uscire bus e metrò in città dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15, orari in cui ha funzionato anche la linea uno della metropolitana. Negli altri orari l’adesione allo sciopero, secondo i dati dell’azienda, è stata altissima: in pratica il 90 per cento degli oltre 5 mila lavoratori.
L’assessore alle Partecipate, Giuliana Tedesco, e il sindaco Piero Fassino, hanno ribadito in mattinata il perché della vendita del trasporto pubblico: «Così garantiremo le risorse per gli investimenti necessari al trasporto pubblico e proseguiremo nel segno del risanamento del debito della città, che nel 2014 scenderà sotto i 3 miliardi di euro. Anche la dismissione del 49 per cento dell’azienda del trasporto pubblico si inserisce nel progetto di politica industriale per lo sviluppo delle sue partecipate ». Poi nel primo pomeriggio arriva la notizia della gara deserta della società dei parcheggi di Gtt ed è scompiglio in Sala Rossa. Il primo a chiedere conto è il capogruppo della Lega, Fabrizio Ricca, a cui si aggiunge poi Silvio Viale, radicale del Pd, e Chiara Appendino dei 5 Stelle. Dalla piazza il “giubilo” dei lavoratori Gtt che hannoaccolto il flop della gara parcheggi con favore. In Consiglio il sindaco Fassino ha provato, per due volte, a spiegare che «le offerte sono arrivate, ma sono necessari degli approfondimenti legali». Poi il capogruppo del Pd, Michele Paolino, chiede la sospensione della seduta e la convocazione di una riunione di maggioranza per riportare la pace. Un modo per ragionare a bocce ferme e delineare una nuova strategia da portare in aula alla luce delle novità, non positive, arrivate dall’azienda di corso Turati: «Comunque si va avanti », dice Fassino.
Il centrodestra ha gioco facile ad attaccare. «Siete stati bocciati dal mercato», dice Paola Ambrogio dei Fratelli d’Italia. «Noi ve lo avevamo detto — aggiunge Andrea Tronzano di Forza Italia — dovevate vendere l’80 per cento di Gtt, ma siete ostaggio di Sel». E Paolo Greco Lucchina, Ncd, sottolinea: «Non avete una strategia ». Fabrizio Ricca, Lega Nord, lo corregge: «No, la strategia c’è, maè fallimentare».