“La sicurezza dei pedoni: le risposte dei comuni”, com'è andato l'incontro organizzato dall'Anci
Durante l'incontro svoltosi presso il Comune di Torino sono stati ilustrati dati e statistiche preoccupanti sugli incidenti che coinvolgono gli utenti deboli della strada. Nel 2012 in Italia, 564 pedoni e 289 ciclisti sono stati vittime di incidenti stradali fatali
18 December, 2013
di Fabio Zanchetta
La campagna per la sicurezza dei pedoni “Sulla buona strada”, promossa dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,
è stata un successo a livello mediatico. Sono pronti anche gli spot per sensibilizzare le persone sugli incidenti che coinvolgono ciclisti e i motociclisti. Tuttavia, il successo di una buona pubblicità non può distrarre amministrazioni e corpi di polizia: i dati e le statistiche messe in evidenza durante l'incontro promosso dall'Anci “La sicurezza dei pedoni: le risposte dei comuni”, svoltosi presso la Sala delle Colonne del Comune di Torino martedì 17 dicembre, sono ancora tragici. Antonio Ragonesi, Responsabile Area Infrastrutture, Sicurezza e Attività Produttive Anci non lascia spazio a fraintendimenti: “Nel 2011 in Europa si sono contati 35.000 morti e 1.500.000 di feriti. 130 miliardi di euro di costi. Cifre da capogiro che testimoniano la portata di un'emergenza che risulta ancora troppo sottovalutata”. Negli ultimi dieci anni l'Italia ha fatto tanto ma non è riuscita a tagliare del 50% il numero dei morti totali, passati da 5200 nel 2001 a 3700 nel 2012. Il trend è stato più positivo per i conducenti e i passeggeri degli autoveicoli, meno per pedoni e ciclisti, che sono gli utenti vulnerabili della strada. La decrescita è partita con la patente a punti e ha seguito un andamento positivo anche grazie alle innovazioni tecniche del settore automotive. “Negli ultimi due anni - prosegue Ragonesi - sono tornati ad aumentare i feriti fra pedoni e ciclisti, in particolare gli incidenti con danni lievi: è bene che a fronte delle buone politiche messe in atto con la patente a punti e con gli interventi di natura strutturale si facciano maggiori passi avanti sulla costituzione di zone 30 e opere di traffic calming”.
Valentino Iurato, responsabile Direzione Generale per la Sicurezza Stradale Mit, mostra una serie di dati ancora più eloquenti sulla “insicurezza stradale” degli utenti deboli: nel 2012 in Italia, 564 pedoni e 289 ciclisti sono stati vittime di incidenti stradali fatali.
Considerando i motocicli, ben il 50% degli incidenti coinvolge gli utenti vulnerabili della strada. Il pedone, per massa e velocità, è il più vulnerabile, dato che è sempre “passivo” ed è vittima indipendentemente dal comportamento. Discorso che vale in parte anche per i ciclisti. I pericoli per i pedoni si concentrano quasi esclusivamente nei grandi centri urbani, dove avviene il 90% degli incidenti. Le città “peggiori” da questo punto di vista si trovano tutte in Sicilia e sono Catania, Messina e Palermo. Iurato aggiunge poi un dato che non deve essere sottovalutato: gli over 65 rappresentano il 60% delle vittime. “Questo accade – sottolinea - perché le strade, i limiti, i tempi semaforici non sono state calibrati a ritmo di anziano” Qualcuno, dalla sala, ironizza: “Neanche a ritmo di giovane, se è per questo. Forse a ritmo d'automobile.”
Alessio Pitidis dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma racconta, infine, la questione dal punto di vista della non idoneità: “In un anno sono stati individuati quasi 1.000.000 conducenti non idonei alla guida sui ciclomotori e automobili. 200.000 interventi in assenza di casco protettivo, 11.000 interventi sospensione licenza di guida per influenza di alcol, 5.000.000 contravvenzioni per violazione del codice della strada nel 2012”. L'Europa però chiede sforzi maggiori. A seguito del Terzo Programma di Azione per la Sicurezza Stradale, la Commissione Europea ha pubblicato dei precisi orientamenti: entro il 2020 un altro 50% in meno di morti in totale, meno 60% tra pedoni e ciclisti, bambini under 14 meno 100%. Già, mortalità zero per i più deboli fra i deboli: è un'utopia?