Taranto. Ilva: Bondi, emissioni inferiori a limiti Ue
Ulteriori miglioramenti sono da attendersi in virtù dei significativi investimenti già attuati o programmati, ai fini dell'adempimento delle prescrizioni previste dall' Aia. Lo scrive il commissario dell'Ilva Enrico Bondi nella prima relazione - pubblicata sul sito dell'azienda - scritta dal suo insediamento
19 December, 2013
"Le rilevazioni periodiche effettuate dalla Arpa di Puglia nel Rione Tamburi di Taranto, adiacente allo stabilimento Ilva, dimostrano una presenza di sostanze inquinanti nell'aria significativamente inferiori ai limiti fissati dall'Unione Europea, disciplinati nella normativa italiana con il Decreto legge 155/2010". Lo scrive il commissario dell'Ilva Enrico Bondi nella prima relazione - pubblicata sul sito dell'azienda - scritta dal suo insediamento.
"Ulteriori miglioramenti - aggiunge - sono da attendersi in virtù dei significativi investimenti, già attuati o programmati, ai fini dell'adempimento delle prescrizioni previste dall' Aia". Il Commissario rinvia "per maggiori dettagli" sulle emissioni nella Città di Taranto alla "Relazione sui dati della qualità dell'aria - Taranto (gennaio -Ottobre 2013, dell'Arpa Puglia, pubblicata sul sito istituzionale di quest'ultima, nonché sul sito del Gruppo Ilva". Il tema delle sostanze inquinanti nell'area, conclude, "non è rilevante per gli altri stabilimenti del Gruppo Ilva stante le diverse tipologie di processo produttivo".
La gestione del Gruppo Ilva nel 2013 "è stata negativamente influenzata da eventi straordinari esterni che ne hanno condizionato sia l'attività produttiva che quella commerciale, peraltro, in un contesto di congiuntura sfavorevole nel settore siderurgico internazionale". Lo sottolinea il commissario straordinario dell'Ilva Enrico Bondi nella prima relazione scritta dalla sua nomina e pubblicata sul sito internet dell'azienda. "Ci si riferisce in particolare - spiega Bondi - al sequestro dei prodotti finiti di Ilva (periodo 22 novembre 2012 - 14 maggio 2013), cui sono conseguiti cali nel fatturato e ritardi nelle consegne, con evidenti riflessi sulla reputazione della società sui mercati; e al sequestro, disposto nel mese di settembre 2013, dei cespiti delle controllate dirette e indirette di Ilva (che forniscono a quest'ultima beni e servizi), il quale incide anche sulle capacità di autofinanziamento di Ilva in quanto non rende disponibili tali cespiti per eventuale costituzione di garanzie". Il commissario evidenzia gli effetti dell'estensione "del sequestro preventivo penale disposto con decreto in data 22-24 maggio 2013 ai cespiti delle controllate (precisamente: Ilva Commerciale srl, Taranto Energia srl, Ilvaform spa, Ilva Immobiliare srl, Immobiliare Siderurgica srl, Sanac spa, Ilva Servizi Marittimi spa, Innse Cilindri srl, Celestri srl), disposta con provvedimento del Gip in data 17 luglio 2013".
Tale provvedimento, aggiunge, "è stato impugnato dalle controllate avanti alla Corte di Cassazione per molteplici profili di illegittimità e l'udienza di trattazione del ricorso si terrà il 20 dicembre 2013". Dopo le istanze rivolte sia al Custode Amministratore Giudiziario sia al Gip, fa notare Bondi, gli organi amministrativi delle società interessate hanno ottenuto la facoltà d'uso dei cespiti colpiti dal sequestro.
Nonostante gli eventi straordinari che hanno "fortemente inciso sulla marginalità del Gruppo Ilva - continua la relazione di Bondi -, la politica di graduale destoccaggio dei prodotti finiti (infine dissequestrati) ha comunque consentito al medesimo Gruppo Ilva di mantenere sostanzialmente inalterata la propria posizione finanziaria netta nel periodo di riferimento".