Istat,pubblicato l'Annuario 2013: il traffico è la prima preoccupazione ambientale degli Italiani
Traffico, difficoltà di parcheggio e inquinamento dell'aria sono i problemi ambientali più sentiti dalle famiglie italiane. Seguono l'inquinamento acustico e le difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici. Tutti i dati del Focus Ambiente dell'Annuario Istat 2013
19 December, 2013
Spostamenti quotidiani
Gli spostamenti per recarsi nel luogo di studio o di lavoro coinvolgono una quota rilevante di popolazione tra scolari e studenti e occupati. La mobilità ha caratteristiche differenti per queste due tipologie di popolazione. Scolari e studenti si spostano a piedi nel 29 per cento dei casi, mentre gli occupati preferiscono i mezzi di trasporto (88 per cento) e solo l’ 11,5 per cento di essi si reca a lavoro a piedi L’automobile è il mezzo di trasporto privato maggiormente utilizzato, sia dagli studenti, come passeggeri (34,9 per cento), sia dagli occupati, come conducenti. (68,9 per cento). La quota di occupati che utilizzano l’auto per recarsi a lavoro è sostanzialmente stabile nel tempo. Per quanto riguarda i mezzi di trasporto pubblico, questi risultano essere
utilizzati in maggior misura dagli studenti rispetto agli occupati. Anche i tempi di percorrenza per giungere sul luogo di studio e lavoro sono differenziati tra studenti e occupati: i primi nel 63,4 per cento dei casi impiegano fino a 15 minuti, rispetto al 45,2 per cento dei secondi.
Trasporti
L’evoluzione complessiva dei servizi di trasporto ha segnato, nel corso dell’ultimo decennio, una dinamica piuttosto modesta, allentando in parallelo con la tendenza all’indebolirsi del tasso di sviluppo dell’attività economica. Il periodo caratterizzato dall’attuale crisi economica, evidenziato dalla caduta del PIL tra il 2008 e il 2010, registra parimenti una caduta dell’indicatore relativo al trasporto merci che segue, pertanto, fedelmente l’andamento del PIL, mostrando, una forte correlazione tra i due indicatori. Il comportamento dell’indicatore relativo al trasporto passeggeri separa il periodo contrassegnato dalla crisi in due sottoperiodi: il primo tra 2008 e 2010 presenta un aumento in controtendenza rispetto all’indicatore del PIL, a partire dal 2011, in concomitanza all’inasprirsi della crisi, l’indice registra una caduta superiore al 10 per cento. Tali comportamenti difformi vanno probabilmente associati alle differenti aspettative dei vari operatori. Mentre dal lato delle famiglie non vi erano aspettative di una durata della crisi oltre l’anno, fino al suo inasprirsi intorno alla metà del 2011, dal lato delle imprese, maggiormente a contatto con i mercati (anche internazionali), le aspettative seguono in maniera più rapida l’effettivo andamento della congiuntura.
Il parco auto
Nel 2012 sono stati iscritti al Pubblico registro automobilistico (Pra) 1.756.563 nuovi veicoli, di cui 1.403.463 autovetture. Nello stesso anno, il parco circolante risulta composto da 41.999.986 autoveicoli (di cui 37.078.274 sono autovetture), 7.200.332 motoveicoli e 351.692 altri veicoli.
Rifiuti
Istat presenta i dati sulla raccolta dei rifiuti urbani e sulla produzione dei rifiuti speciali elaborati dall’Ispra rispettivamente per il 2011 e il 2010. La base informativa per i rifiuti urbani utilizzata dall’Ispra è rappresentata da questionari compilati da soggetti pubblici e privati che, a vario titolo, raccolgono informazioni in materia di gestione dei rifiuti (Arpa, Appa, Osservatori regionali e provinciali sui rifiuti, eccetera). Dai dati raccolti, risulta per il 2011 una raccolta di 31,4 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 528 kg per abitante. La percentuale di raccolta differenziata si attesta al 37,7 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti. Al Nord si raggiunge il 51,1 per cento, al Centro il 30,2 per cento mentre tra le regioni del Mezzogiorno si scende al 23,9 per cento. La produzione di rifiuti speciali nel 2010 è pari a 137,9 milioni di tonnellate, di cui il 7,0 per cento costituito da rifiuti speciali pericolosi. Il 57,7 per cento dei rifiuti speciali è prodotto nelle regioni del Nord, il 23,6% nelle regioni del Mezzogiorno e il restante 18,7 per cento nelle regioni del Centro. (Per i dati regione per regione, consultare le tabelle in allegato a fondo pagina)
Energia
Una delle caratteristiche strutturali dei Paesi appartenenti all’area Ue27 è la forte dipendenza energetica dall’estero. In particolare nel 2011 le importazioni nette di energia (dipendenza energetica) nell’Ue27, coprono il 53,8 percento del consumo interno lordo e in Italia raggiungono l’81,3 per cento (nel 2002 tali valori erano rispettivamente pari al 47,6 per cento e all’86,0 percento) L’Italia, la cui dipendenza energetica dalle importazioni tende leggermente a decrescere nel corso dell’ultimo decennio, mostra dunque un andamento in controtendenza rispetto al profilo medio Ue27. Il tendenziale maggiore contributo della produzione interna di energia primaria si evidenzia per l’Italia, anche in relazione alla capacità di soddisfare e il fabbisogno energetico nazionale (espresso dal consumo interno lordo di energia primaria). Nel periodo 2002-2011, il rapporto tra produzione totale di energia primaria e consumo interno lordo di energia primaria cresce, sia pur lievemente (dal 15,6 per cento al 18,4 per cento), a fronte di una diminuzione dal 53,4 per cento al 47,2 per cento nei paesi dell’Ue27. I consumi energetici finali mostrano, rispetto all’arco temporale considerato, un andamento crescente nei primi anni e decrescente successivamente, sia per l’Italia sia per l’Unione Europea. Nell’area Ue27, il consumo finale cresce, tra il 2002 e il 2005, del 5,2 per cento per poi contrarsi del 7,4 per cento negli anni successivi. Lo stesso andamento si rileva anche in Italia, con un incremento del 7,3 per cento circa fino al 2005 ed un successivo calo del 9,1 percento al 2011. L’intensità energetica primaria (cioè il rapporto tra l’offerta totale di energia primaria e il prodotto interno lordo, espresso in euro con anno base 2005) assume, nel periodo esaminato, un andamento decrescente in tutte le aree considerate. (Leggi anche: Rinnovabili, produzione record nel 2012: il Rapporto annuale GSE)
Problemi ambientali: il giudizio degli italiani
I dati dell’indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana” 2013 mostrano che i problemi più sentiti dalle famiglie con riguardo alla zona in cui vivono sono il traffico (38,1 per cento), la difficoltà di parcheggio (37,2 per cento) e l’inquinamento dell’aria (36,7 per cento). Seguono poi, con percentuali inferiori , il rumore (32,4 per cento), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (31,2 per cento), il rischio di criminalità (31,0 per cento), la qualità dell’acqua di rubinetto (29,2 per cento) e la sporcizia nelle strade (28,1 per cento). Infine, il 9,9 per cento delle famiglie segnala irregolarità nell'erogazione dell'acqua. Rispetto al 2012 è in aumento la quota delle famiglie che dichiarano che la zona in cui abitano è a rischio di criminalità, così come la percentuale di
famiglie che lamentano difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici. L’inquinamento dell’aria è un problema indicato in misura maggiore dalle famiglie del Nord (39,8 per cento, contro il 35,4 per cento delle famiglie del Centro e del 33,1 per cento di quelle del Mezzogiorno). Al contrario, il traffico la difficoltà di parcheggio, il rumore, la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici, la qualità dell’acqua di rubinetto, la sporcizia nelle strade e l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua sono problemi maggiormente sentiti nel Centro-Sud.
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Agenzia Europea per l'Ambiente, on line l'ultimo Rapporto sui Trasporti in città