Nel Milleproroghe nuovi rinvii delle norme sui rifiuti della Campania
Previste nel decreto Milleproroghe appena firmato da Napolitano nuove proroghe in materia di smaltimento dei rifiuti della Campania: potranno finire in discarica rifiuti con Potere calorifico inferiore superiore ai 13.000 kJ/kg
31 December, 2013
Anno nuovo, emergenza vecchia. L'unica voce "ambientale" nell'elenco di misure che il Governo ha introdotto con il decreto Milleproroghe riguarda lo smaltimento dei rifiuti sul territorio campano ed è stata prevista per facilitare la gestione, eternamente complicata, dei rifiuti urbani a Napoli e in Campania.
L'informazione arriva direttamente dal comunicato stampa pubblicato sul sito del Consiglio dei Ministri: «Proroga di termini in materia ambientale: proroga di un anno dell’attuale regime che consente di mettere in discarica rifiuti con Potere calorifico inferiore (PCI) superiore ai 13.000 kJ/kg, termini per le attività di raccolta, spazzamento, trasporto rifiuti e smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata in Campania».
Il Milleproroghe, in dettaglio, modifica l'articolo 6, comma 1, lettera p), del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, e successive modificazioni, che concede appunto la possibilità di conferire in discarica i rifiuti con Potere calorifico inferiore (PCI) superiore ai 13.000 kJ per kg. Il nuovo termine è fissato al 31 dicembre 2014.
Modificato anche l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 14 gennaio 2013, n. 1 (convertito, con modificazioni, dalla legge 1° febbraio 2013, n. 11), che stabilisce, sempre per la Campania, particolari eccezioni in tema di amministrazione delle società deputate allo smaltimento dei rifiuti.
Prorogate infine, ma solo fino al 30 giugno 2014, le disposizioni previste dall'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 25 gennaio 2012, n. 2, che prevede che, per accogliere i rifiuti organici campani in attesa del completamento dei siti di trattamento, gli impianti di compostaggio in esercizio sul territorio nazionale possono aumentare la propria capacità ricettiva e di trattamento fino all'8%.
Le nuove disposizioni non dovranno comportare «nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».