CO2, Confindustria contro l'obiettivo di riduzione 40%: "L'Italia non è pronta"
Confindustria: "Nuovi ambiziosi obiettivi europei in materia di riduzione delle emissioni, sviluppo delle fonti rinnovabili ed efficienza energetica rischiano di penalizzare ulteriormente le imprese italiane"
17 January, 2014
"I traguardi stabiliti nel campo della riduzione di emissioni di CO2 devono essere realistici e raggiungibili al minore costo per le imprese, in modo da salvaguardarne la competitività ed evitare impatti negativi sull'economia e su tutta la società". E' quanto scrive il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, in una lettera al premier Enrico Letta, in cui esprime "forte preoccupazione per le delibere che la Commissione Europa si appresta ad adottare il prossimo 22 gennaio in merito agli obiettivi climatici e energetici europei al 2030 e che saranno poi sottoposte all'esame dei governi e del Parlamento europeo". Per Squinzi si tratta di una misura "catastrofica" per la competitività del sistema manifatturiero italiano.
In particolare, Confindustria ritiene che "la presa di posizione contenuta nella lettera congiunta inviata da alcuni ministri europei dell'Ambiente, tra i quali quello italiano, alla Commissione europea a sostegno di un ambizioso obiettivo vincolante di riduzione di emissioni di gas serra del 40% a livello domestico, non possa rappresentare la posizione del Governo Italiano". Secondo Squinzi, infatti, "nuovi ambiziosi obiettivi europei in materia di riduzione delle emissioni, sviluppo delle fonti rinnovabili ed efficienza energetica rischiano di penalizzare ulteriormente le imprese italiane" e per questo auspica che "le decisioni che saranno assunte in sede europea in merito, diano un segnale di sostegno alla competitività dell'industria e non penalizzino il sistema produttivo italiano". Confindustria non si aspetta comunque una convocazione dal governo su questo tema anche se Squinzi ha detto di essere "sempre pronto a parlarne".
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