Clima, nuovi obiettivi UE al 2030: -40% di gas serra e rinnovabili al 27%. Il testo e i primi commenti
La Commissione europea ha presentato le nuove proposte relative agli obiettivi climatici per il 2030: taglio delle emissioni del 40% rispetto ai valori del 1990 e crescita delle rinnovabili fino a coprire il 27% del fabbisogno europeo. Delusi gli ambientalisti
22 January, 2014
La Commissione europea ha approvato il nuovo libro bianco Clima-energia, che propone gli obiettivi da perseguire entro il 2030 in materia di riduzione delle emissioni di gas serra e incremento della produzione di energia rinnovabile. Il nuovo target, così come richiesto dalla Commissaria Ue per il Clima Connie Hedeegard, prevede un taglio delle emissioni di CO2 del 40% rispetto ai livelli del 1990 (per il 2020 l'obiettivo già fissato è del -20%). Per quanto riguarda invece le fonti rinnovabili, l'accordo raggiunto a Bruxelles prevede, sempre per il 2030, l'impegno vincolante di portare fino al 27% il loro contributo sul fabbisogno totale dell'Unione europea crescita.
Nessun obiettivo viene indicato, invece, in tema di efficienza energetica, le cui politiche restano affidate esclusivamente alla Direttiva europea in materia, la cui revisione è prevista entro la fine dell'anno in corso. La Commissione, infine, chiede a Consiglio e Parlamento di impegnarsi affinché il target del -40% di gas serra venga adottato anche in sede internazionale, nell’ambito dei negoziati per il nuovo accordo mondiale sul clima in programma a Parigi alla fine del 2015.
A differenza del precedente pacchetto di misure con scadenza al 2020, inoltre, la nuova proposta di Bruxelles non indica, accanto agli obiettivi generali dell'Ue, dei target vincolanti per i singoli paesi membri. Ai governi nazionali spetterà invece il compito di redigere degli appositi piani, a proposito dei quali saranno fornite indicazioni “a breve” dalla stessa Commissione. L'esecutivo comunitario ha motivato questa scelta sostenendo che il nuovo meccanismo dovrebbe garantire «una maggiore certezza agli investitori e maggiore trasparenza, migliorando sia la coerenza sia i meccanismi di coordinamento e sorveglianza dell'Unione europea».
Eppure, il libro bianco Clima-Energia 2030 appena adottato dalla Commissione non piace affatto a Legambiente, che lo ha definito una «preoccupante e pericolosa retromarcia rispetto agli impegni assunti finora dall’Europa per contenere il riscaldamento globale sotto i 2°C». Secondo l'associazione ambientalista, in particolare, gli obiettivi comunitari al 2030 proposti oggi «non consentono all’Europa di mettere in campo una forte e coerente azione climatica in grado di invertire la rotta». Per riuscire davvero a contenere il surriscaldamento entro i 2°C ed evitare la catastrofe climatica, osserva Legambiente, l’Unione europea dovrebbe invece ridurre almeno del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030, oltre a raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo energetico del 40%. Per Legambiente (leggi il comunicato stampa) servono obiettivi legalmente vincolanti sia per la riduzione delle emissioni di gas-serra, che per le rinnovabili e l’efficienza energetica, ed è indispensabile che il governo italiano svolga, in sede internazionale, un ruolo da protagonista in questa direzione.
Più moderato, ma comunque non entusiasta, il commento di ANEV (Associazione nazionale energia del del vento) che ha comunque accolto «positivamente questo traguardo, seppur poco ambizioso e intermedio rispetto a quanto auspicato». Le aziende dell'eolico si aspettavano un target di riduzione delle emissioni di almeno il 55% e un obiettivo del 45% per l'energia rinnovabile. Come Legambiente, a questo punto, ANEV si aspetta che il governo italiano «si impegni finalmente a rimuovere gli ostacoli, posti al settore rinnovabili e all'eolico in particolare, che con gli ultimi provvedimenti stanno aumentando e che vincolano lo sviluppo delle rinnovabili più efficienti, strumento indispensabile per raggiungere gli obiettivi posti dalla Commissione europea».
Negativo anche il parere di Francesco Ferrante di Green Italia, che parla di un'Europa che gioca in retroguardia.«L’obiettivo del 27% di energia da produrre con fonti rinnovabili fissato solo per l’Europa nel suo complesso ma non vincolante per i singoli paesi membri è una scelta sbagliata e chiaramente dettata dalla volontà di qualche stato di rallentare sulla strada che porta agli obiettivi prefissati - ha dichiarato - E a metter mano al freno ha concorso anche il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, che mai ha dimostrato di volere per l’Europa una politica di convinto sostegno alle energie rinnovabili».
Difende invece il nuovo pacchetto di proposte il commissario Ue per l'Azione sul clima Connie Hedegaard, secondo cui «tagliare le emissioni del 40% rappresenta l'obiettivo più efficace in materia di costi per l'Ue e tiene conto della nostra responsabilità a livello mondiale». Sulla stessa linea le dichiarazioni di Jose Manuel Barroso: «I costi energetici aumentano per le imprese ma vorrei che facessimo uno sforzo affinché si abbia un buon rapporto costi/benefici – ha commentato il presidente della Commissione - Siamo i primi ad avere una proposta concreta per il futuro. Si tratta di un pacchetto ambizioso ma fattibile». Soddisfatto anche il Commissario europeo all'Energia, Guenther Oettinger, secondo il quale questa proposta «getta le basi per una maggiore europeizzazione della politica energetica e del clima dopo il pacchetto 20-20-20 e il sistema Ets».
Adesso, il libro bianco su clima ed energia dovrà essere discusso da Consiglio e Parlamento europeo. In particolare, si prevede che il quadro 2030 sia preso in considerazione dal Consiglio europeo nella sessione di primavera del 20-21 marzo.
Scarica il documento della Commissione europea (in inglese)
Scarica il comunicato stampa della Commissione europea (in inglese)