Legambiente: le proposte per uscire dal "sistema Malagrotta"
Più impegno da parte delle istituzioni e ampio coinvolgimenti dei cittadini: questo il punto di partenza, secondo Legambiente, per uscire dalla morsa delle discariche
27 January, 2014
Roma può e deve uscire dalla dittatura delle discariche, una soluzione al caos immondizia che regna nella Capitale c'è e Legambiente la articola in 10 proposte che Roma Capitale può mettere in campo per dare un volto nuovo e pulito alla gestione dei rifiuti. È questo il senso della conferenza cittadina “Fuori dalla palude del sistema Malagrotta” che si è svolta sabato 25 gennaio presso la Sala Conferenze Università E-Campus, alla quale ha partecipato, tra gli altri, anche Estella Marino, Assessore all'Ambiente del Comune di Roma.
Secondo Legambiente, Roma ha bisogno di una raccolta differenziata porta a porta secco/umido in tutta la città: il modello a cassonetto va superato e abbandonato, servono investimenti per diffondere il sistema domiciliare in tutta la città con un forte coinvolgimento dei cittadini.
“Per liberare Roma e il Lazio dalla dittatura delle discariche serve il coraggio e la volontà politica che sono mancati fino ad oggi –afferma Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente.- Per ridurre i conferimenti in discarica la Regione utilizzi la leva economica, rendendo più costosa questa modalità di smaltimento, come fatto con successo negli ultimi anni nelle Marche e in Sardegna. Il Comune invece deve domiciliarizzare la raccolta differenziata in tutta la città, come sta avvenendo a Milano. Solo così, e con una rete di impianti di riciclaggio ancora tutta da costruire, potremo lasciarci alle spalle la lunga stagione delle mega discariche del sistema Malagrotta. Attendiamo su questo fronte un segnale di forte discontinuità rispetto al passato dalla politica locale.”
Servono nuovi impianti per il trattamento della frazione organica.L'organico va raccolto in maniera differenziata piuttosto che trattato e mandato in discarica, e Roma ha una clamorosa carenza in tal senso. Nel 2012 sono state 1.753.782 le tonnellate di rifiuti urbani e assimilati nella Capitale e oltre 500mila di queste sono rifiuti organici. Per questo Legambiente chiede che si estenda la raccolta dell’organico a tutta la città e ci si doti dei necessari impianti per il trattamento.
Prevenire la produzione dei rifiuti è un obiettivo fondamentale e entro cinque anni si potrebbero ridurre del 10%. Basterebbe, suggerisce Legambiente, promuovere l'acqua del rubinetto, il compostaggio domestico, stringere accordi con i commercianti per la distribuzione sulla riduzione degli imballaggi, stabilire una tariffazione puntuale, creare centri del riuso, pensare sagre e feste in maniera sostenibile con l'uso di stoviglie riutilizzabili. Bisognerebbe realizzare isole ecologiche e punti di raccolta in tutti i Municipi e quartieri anche prevedendo spazi interni dedicati al riuso dedicati al riuso e recupero di materiali senza alcun trattamento industriale.
Stop a inutili commissariamenti. I rifiuti prodotti da Roma Capitale non possono essere seppelliti fuori città per evitare emissioni inquinanti dovute al trasporto, ridurre i costi e non incidere ingiustamente su comunità che non hanno prodotto quei rifiuti. Secondo Legambiente è necessario trovare spazi idonei all'interno del Comune di Roma, con un percorso trasparente da realizzare insieme a cittadini e comitati.
Alla Regione Lazio Legambiente chiede nuovo serio e concreto piano rifiuti regionale, ora che è stato abolita parte del vecchio piano rifiuti e sono stati stanziati fondi per la differenziata. La Regione deve anche incrementare la cosiddetta ecotassae premiare i comuni che non interrano i rifiuti.
“Questo è il momento per battere discariche e inceneritori, le istituzioni devono fare la loro parte, ma serve un grande e allargato coinvolgimento dei cittadini per dare un volto nuovo alla Capitale su un servizio così importante e delicato come la gestione dei rifiuti” ha affermato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.