Cercando di capire come si muove la UE
Si al piano lombardo e no a quello veneto, secondo Gazzettino on line
23 September, 2005
Venerdì, 23 Settembre 2005
È stato definito «inadeguato», Lombardia promossa. Intanto la Commissione Ue definisce il progetto per abbattere l’inquinamento entro il 2020
Smog, Bruxelles boccia il piano del Veneto
Bruxelles
Aria più pulita per i cittadini europei. Dopo averla ampiamente ammorbidita, in seguito alle pressanti richieste dell'industria, la Commissione europea ha proposto ieri la nuova strategia per combattere l'inquinamento atmosferico, che dovrà ora passare al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio dei governi Ue prima di diventare legge.
La nuova strategia terrà conto non solo della salute umana, ma anche della salvaguardia delle foreste contro le piogge acide, o dei mari contro l'eutrofizzazione (crescita incontrollata della vegetazione causata dai nitrati). Si tratta anche di un'iniziativa di "better regulation" (legiferare meglio), in quanto vengono riassunti e semplificati i precedenti trattati sulla qualità dell'aria.
Secondo i dati pubblicati dalla Commissione, le nuove norme dovrebbero evitare centinaia di migliaia di morti premature da qui al 2020 (370mila nel 2000 contro 290mila tra 15 anni, con un calo del 40 per cento), termine fissato dalla Commissione europea per raggiungere i risultati ambiziosi della strategia.
Morti che sono dovute in particolare alle polveri sottili come le Pm10, ben conosciute dagli amministratori locali e dal governo regionale del Veneto, che anche quest'anno dovranno combattere contro un problema che coinvolge direttamente e in modo grave la salute dei loro cittadini.
La proposta presentata prima dell'estate dal Commissario all'Ambiente, il greco Starvos Dimas, prevedeva un intervento più radicale sulla qualità dell'aria, ma i costi troppo alti per adempierne i risultati, lamentati soprattutto dall'industria, hanno portato a una revisione al ribasso, portando i costi stimati da 11,6 a 7,1 miliardi di euro all'anno, suddivisi tra agricoltura (2,5 miliardi), trasporti (due miliardi), industria (un miliardo), grandi e piccoli impianti di riscaldamento (1 e 0,6 miliardi). Costi che però - sottolineano i tecnici della Commissione - non sono «denaro gettato via, ma sono un investimento diretto sulla salute dei cittadini, con le conseguenti ricadute positive sulle casse del sistema sanitario».Il commissario Dimas ha affermato che i benefici potranno essere fino a sei volte superiore al denaro speso per adeguare alle nuove norme mezzi di trasporto, impianti industriali e di riscaldamento, produzioni agrarie. In queste ultime si dovranno ridurre drasticamente l'utilizzo di tutti quei prodotti che aumentano la presenza di nitrati nell'aria, come l'urea.
I tecnici della Commissione hanno portato poi l'esempio della Lombardia, che come il Veneto e le altre regioni padane, deve fare ogni anno i conti con lo sforamento dei parametri massimi per le Pm10 (ovvero 35 giorni all'anno). Bruxelles ha definito «eccellente» il piano lombardo, in quanto prevede una serie di iniziative strutturali a tutto campo adeguatamente finanziate (500 milioni per cinque anni).
Male invece il Veneto: il piano presentato dalla Regione è stato definito «inadeguato» da parte di un funzionario veneziano della Direzione generale ambiente della Commissione, Marco Gasparinetti. La Commissione però - con la nuova direttiva - offre uno spiraglio a quelle regioni che ancora non sono riuscite a fare rispettare i limiti: se verrà presentato un piano di abbattimento serio e che segua le misure minime di intervento previste da Bruxelles, si avranno altri cinque anni in cui saranno reintrodotti i limiti di tolleranza, evitando così la procedura d'infrazione da parte dell'Ue.
«Non si tratta affatto di un condono - spiega Gasparinetti - ma piuttosto di una boccata d'ossigeno per le amministrazioni in difficoltà e che devono affrontare una situazione ambientale difficile come quella della pianura padana», molto scarsamente ventilata e soggetta al fenomeno dell'inversione termica. «Di certo non saranno palliativi come le targhe alterne a risolvere la situazione, e un piano di questo tipo non verrebbe certamente approvato».
Inoltre la nuova proposta della Commissione prevede l'introduzione di limiti anche per le Pm2,5, polveri sottili del diametro di 2,5 micron (milionesimi di metro), per cui è meglio che i governanti ne tengano conto fin d'ora.
Come ha affermato Martin Vainig, funzionario della Commissione, al di là della presentazione o meno di piani efficaci contro l'inquinamento atmosferico, «la vera questione è: i governi regionali ci tengono veramente alla salute dei propri cittadini»?
Matteo Manzonetto