Area ex-Westinghouse, il comitato che si oppone al progetto spiega le ragioni del no a Palazzo Civico
Il comitato “area ex-Westinghouse Nebiolo” ha ribadito le ragioni dell'opposizione alla costruzione del vasto centro polifunzionale nella zona nel diritto di tribuna di martedì 11 febbraio in comune: "L'area merita di più di un centro congressi e di un centro commerciale"
11 February, 2014
Si è svolto martedì 11 febbraio, nella Sala Capigruppo del comune di Torino, il diritto di tribuna in cui il comitato “area ex-Westinghouse Nebiolo” ha spiegato pubblicamente le ragioni per cui si oppone alla costruzione del vasto centro polifunzionale (un centro congressi, un hotel e un’area commerciale) con cui Palazzo Civico ha deciso di trasformare la zona. Alla presenza del presidente del consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris e di alcuni consiglieri, tra cui Marco Grimaldi di Sel e Maurizio Marrone di Fratelli d'Italia, i rappresentanti del comitato hanno illustrato la petizione presentata alla Sala Rossa, firmata da 400 cittadini, in cui “in sostanza si chiede che venga tutelata l'area verde esistente (Giardino Artiglieri da Montagna) e che le scelte progettuali vengano effettuate con la partecipazione dei cittadini”. Il presidente di Pro Natura, Emilio Soave, presente al diritto di tribuna in supporto al comitato, ha inoltre espresso forti perplessità circa la bontà del progetto dal punto di vista economico, sostenendo che “l'operazione adesso sembra vantaggiosa per il comune, visto che incasserà quasi 20 milioni di euro, ma potrebbe rivelarsi molto costosa per la città quando la trasformazione sarà in corso d'opera”.
Ecco quanto scrive il comitato:
“La petizione chiede in sostanza che venga tutelata l'area verde esistente (Giardino Artiglieri da Montagna) e che le scelte progettuali vengano effettuate con la partecipazione dei cittadini, ed è stata il punto di partenza che ci ha portati a creare un Comitato Spontaneo. Come Comitato area ex-Westinghouse Nebiolo sono state presentate alcune osservazioni (allegate) alla variante dell'accordo di programma e stiamo attendendo che vengano rese pubbliche le controdeduzioni effettuate dagli organi competenti. Non siamo infatti per nulla soddisfatti del vincolo posto dal comune, ovvero la salvaguardia del verde esistente e l'equiparazione del verde in piena terra al verde su soletta a copertura del parcheggio interrato.
L'area verde e la partecipazione non sono le uniche questioni che vogliamo sollevare. Ci preme sottolineare come in questa città si stia perdendo la memoria storica dei luoghi. L'area Westinghouse, come molte alte zone di Torino, rappresentava (usiamo il passato perché ormai rimane in piedi solo parte dell'edificio ex Nebiolo) un'importante memoria della realtà industriale torinese. Memoria che si sta sempre più perdendo. Oltre al sito industriale dismesso dell'area ex Westinghouse- Nebiolo, ricordiamo che l'area interessata dall'intervento comprende anche la caserma Lamarmora dove nel 1978 si svolse il processo al cosiddetto “nucleo storico delle brigate rosse”, avvenimento di importanza storica.
La nostra opinione, quindi, è che l'Amministrazione nel confezionare con frenesia la variante ed il bando patrimoniale (per risolvere in parte i noti problemi di bilancio), abbia sottovalutato questi aspetti. Quello che ne risulta è una dequalificazione delle funzioni a cui era stata destinata l'area (la Biblioteca di Mario Bellini, progetto che aveva tra l'altro raccolto un ampio consenso da parte dei cittadini), alla mera realizzazione di un centro Congressi di dubbia utilità. Va sottolineato che il progetto della Biblioteca avrebbe di fatto incrementato il verde esistente oltre che regalare alla città un polo culturale di grande rilievo.
La nostra convinzione è che l'area meritasse di più di un centro congressi (con il rischio che diventi l'ennesima cattedrale nel deserto) e di un centro commerciale (il quale oltretutto potrebbe risultare drammaticamente fatale per il tessuto commerciale della zona). Avremmo auspicato una soluzione che riservasse all'area un rispetto maggiore sia per gli edifici che verso la memoria dei cittadini. Il Centro Congressi si poteva realizzare altrove si poteva realizzare altrove, riconvertendo a tal fine, ad esempio, una delle strutture costruite per le Olimpiadi, oggi sottoutilizzate.
Ultima questione che vorremmo far emergere quella legata alle bonifiche. Essendo zona industriale probabilmente il terreno dovrà essere bonificato e l'amministrazione si farà carico di una parte consistente di questi costi. Vorremmo inoltre che fossero resi pubblici i risultati del piano caratterizzante avviato dal Comune. Scopo del comitato sarà nei mesi a venire quello di monitorare l'avanzamento dell'iter progettuale e in seguito dell'iter realizzativo dell'opera, procedendo a informare i cittadini con sostanza, sia attraverso che organizzando assemblee pubbliche”.