Fermata "S.AMBROGIO-D&G"? Sugli sponsor in metro si discute ancora
La Commissione Mobilità - Ambiente ha discusso la delibera della Giunta Pisapia che apre alla sponsorizzazione del "naming" di stazioni e linee metro. Vale la pena farsi "brandizzare" la toponomastica per fare cassa per ATM? Il consenso è trasversale, ma alcuni Consiglieri chiedono più informazioni sui potenziali introiti e più garanzie sulla tutela dell'identità urbana
21 February, 2014
Nella Commissione consigliare Mobilità - Ambiente del 19 febbraio, l'assessore Pierfrancesco Maran ha ribadito l'orientamento della Giunta sancito dalla Delibera 2495 del 6/12/2013. Milano ha 101 stazioni di metropolitana e 4 linee (1, 2, 3 e mezza 5, per la 4 si spera) che come potenziale di comunicazione risultano sottoutilizzate. Il Comune vuole studiare con ATM una strategia che permetta di utilizzare il "naming" di stazioni e linee, abbinandolo a sponsor che abbiano determinati requisiti. Altre grandi città nel mondo già lo fanno - Madrid Londra, New York - e anche Roma ha già "affittato" delle stazioni metro (Termini-Vodafone) e disporrebbe anche di un Regolamento comunale in materia. L'obbiettivo principale è economico: se non si vuole toccare il prezzo del biglietto, bisogna spingere sulle "attività di valorizzazione del Patrimonio Comunale".
Il consenso dei Consiglieri è sembrato trasversale, ma con parecchie puntualizzazioni. De Corato (FdI) ha chiesto garanzie sui criteri di scelta del bando e di capire meglio quanto varrebbero operazioni simili. Qualcuno ha fatto l'esempio Puerta del Sol - Vodafone di Madrid, sponsor da 3 milioni di euro per due anni. "Ma noi sappiamo che valore dare alle nostre fermate?", ha chiesto De Corato. Anche De Pasquale (PdL), ricordando come ormai la "M" della metro sia un marchio inconfondibile, ha chiesto che si rifletta prima di abbinare "sponsor qualsiasi" o avvantaggiare soggetti che sarebbero poco remunerativi per il Comune. Secondo Lepore (Lega Nord) la delibera è della Giunta è ancora approssimativa e non si sarebbe consapevoli che l'operazione significa anche cedere parti del "ben più ampio e riconosciuto brand Milano".
Anche nel Centrosinistra ci sono dei distinguo. Sia Strada (Lista Pisapia) che Gentili (PD), pur ricordando che nella storia di ATM già figurino fermate legate al mondo aziendale del passato - SESTO MARELLI o LODI T.I.B.B., hanno auspicato che i nuovi sponsor si affianchino alle fermate solo come secondo nome. Secondo Gentili molta pubblicità in ATM è già invasiva (video disturbanti nelle banchine metro, tram ultra-decorati). Il vantaggio economico di queste operazioni ne giustifica l'invadenza?
Sicuramente è stato il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo (Sinistra per Pisapia) il più scettico sulla decisione delle Giunta, sostenendo non trattarsi di semplice comunicazione pubblicitaria, ma di un'ipotesi di cessione a privati di un'identità pubblica. "Un conto sarebbe affittare temporaneamente per 3 mesi una fermata ad un marchio aziendale; diverso cederla permanentemente perché significherebbe perdere dei pezzi di città. Ma l'identità della città non è in vendita".
Biscardini (PD) ha chiesto alla Giunta uno studio sul potenziale della "rete dei nomi" delle fermate. "Le stazioni non sono più semplici fermate della metro, ma luoghi entrati nella cultura cittadina, sono toponomastica". E il Comune potrebbe prima sfruttare maggiormente gli spazi pubblicitari già esistenti.
Ora ATM si appresta a lavorare al bando che, secondo l’assessore Pierfrancesco Maran, dovrebbe essere pronto nelle prossime settimane. Il riferimento normativo che permette le attività di sponsorizzazione è la legge 449 del 1997 - "Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica" - e l’obiettivo del Comune definito nella Delibera è quello di "sviluppare una fonte aggiuntiva di ricavi, in grado di migliorare la redditività estraibile da propri asset". Un ruolo fondamentale nella vicenda l’avrà senz’altro anche la Igp Decaux, la storica concessionaria pubblicitaria di ATM, a cui da poco è stato riconfermato l’incarico.
di Stefano D'Adda