Vie d’acqua per Expo, pronto il «piano B»
Martedì l’incontro per «salvare» l’intervento originario. Anche se proteste e tempi stretti rendono difficile l’opera - dal Corriere.it del 23.02.2014
24 February, 2014
da Corriere.it
Vie d’acqua a rischio. Martedì si incontreranno il delegato del sindaco Gianni Confalonieri e il commissario straordinario di Expo Giuseppe Sala, insieme ai tecnici, per decidere il futuro del progetto che dovrebbe riportare acqua alla Darsena (prendendola dal Villoresi e passando dal sito espositivo) al termine di un percorso di 16 chilometri che sfrutta i canali esistenti collegandoli a canali nuovi. Ma le continue resistenze di comitati di quartiere, associazioni di cittadini e associazioni ambientaliste stanno mettendo in difficoltà il Comune e la società, anche perché i tempi di cantiere sono molto stretti.
La questione è stata affrontata durante la seduta di giunta di venerdì scorso, durante la quale Confalonieri ha relazionato sullo stato dell’arte: alcuni assessori sono preoccupati che la questione possa tramutarsi in un boomerang elettorale. E comunque tutti vogliono evitare che l’opera debba essere realizzata sotto vigilanza delle forze dell’ordine.
Per questo si sta già pensando al piano-B: realizzare il canale solo nella parte Nord e fermarlo lì lasciando che l’acqua si butti nella falda per evitare che allaghi il sito espositivo. Uno spreco, indubbiamente. Ma non ci sono alternative. I tecnici di Expo stanno già studiando questa eventualità nei particolari, per capire che tipo di intervento dovrebbe essere fatto per far defluire l’acqua e rivedere il business plan che a questo punto porterebbe ad un risparmio di circa 30 milioni di euro rispetto ai 44 previsti per realizzare questa parte dell’opera. Come noto, il canale dovrebbe andare dal sito espositivo al Naviglio Grande: il progetto comprende, oltre a questa struttura, i percorsi ciclopedonali con aree per la sosta e punti di ristoro, interventi di sistemazione delle sponde, due nuovi ponti pedonali, le opere di arredo urbano e verde.
La gara, su progetto della Metropolitana Milanese, è stata indetta e già assegnata a un consorzio guidato dall’impresa Maltauro per un importo totale di 42,5 milioni. In settembre però sono cominciate le polemiche avviate dalle associazioni ambientaliste, Italia Nostra in testa, che hanno contestato il tracciato all’interno del parco di Trenno: il progetto originario avrebbe portato all’abbattimento di decine di piante e alla realizzazione di un canale in cemento che, a detta della associazioni e dei comitati di quartiere, avrebbe deturpato il paesaggio del parco. Dopo lunghe trattative si è arrivati ad un compromesso: il canale a Trenno sarà interrato e le piante vengono salvate. Tutto a posto? No. Il Comune ha accettato altri compromessi: viene interrato il canale anche al parco Pertini, viene fatta la bonifica di via Quarenghi. Ma riunioni, dibattiti, confronti non sono bastati: una parte più dura del comitato No Canal ha fatto nuove resistenze e la situazione si è nuovamente incartata.
L’ultimo passaggio è, al termine di una assemblea di giovedì scorso, la richiesta di una moratoria di altri due mesi per rivedere il progetto. Una richiesta irricevibile, anche perché l’intervento complessivo prevede 608 giorni di lavoro: se si considera qualche ritardo imprevisto e il fatto che l’obiettivo era chiudere il cantiere entro fine marzo 2014, è evidente che i tempi sono troppo stretti. Che ci sia fibrillazione a Palazzo Marino lo dimostra anche il fatto che è cominciata una raccolta di firme per un consiglio comunale su questo tema, aperto ai cittadini. Prima firmataria è la consigliera Anita Sonego, che spiega: «Avevo cominciato a seguire la vicenda delle vie d’acqua nella mia zona, che è coinvolta nei lavori. Poi mi sono arrivate diverse richieste via mail dai cittadini che avevano assistito alla trasmissione tv durante la quale alcuni rappresentanti di giunta e consiglio avevano dato la disponibilità ad un confronto aperto, che mi pare segno di grande trasparenza».
Alla richiesta hanno finora aderito Mattia Calise, del Movimento Cinquestelle, Raffaele Grassi di Idv e il radicale Marco Cappato. E se non arriveranno altre firme dei consiglieri di maggioranza, è possibile che si facciano avanti quelli di opposizione. «Mi preme sottolineare - conclude Sonego - che se sul progetto delle vie d’acqua intervengono criticamente Italia Nostra, prima, e poi i Genitori antismog e Ciclobby, non possiamo nasconderci dietro al fatto che ci sono gruppi estremisti che stanno strumentalizzando la vicenda. Forse sarebbe giusto ascoltare i nostri cittadini per far valere le nostre ragioni».