Sacchetti, Vittorio Prodi sulla direttiva: "Non è la soluzione definitiva ma funziona. Ora bandire gli oxo"
L'europarlamentare Vittorio Prodi, autore della Strategia Europea per i rifiuti di plastica approvata a gennaio dall'Europarlamento commenta per Eco dalle Città il voto sulla proposta di direttiva europea anti sacchetti monouso
11 March, 2014
La Commissione Ambiente del parlamento Europeo ha votato la proposta di direttiva che limita l'utilizzo dei sacchetti di plastica monouso per asporto merci. Il risultato, 46 voti a favore, 8 contrari e 8 astenuti, apre la strada alla definitiva entrata in vigore del bando italiano, ancora in attesa di regolarizzazione. Ne parliamo con Vittorio Prodi, autore della Strategia Europea per i rifiuti di plastica approvata a gennaio dall'Europarlamento.
La direttiva approvata dalla Commissione Ambiente non esonera il biodegradabile, come richiesto da European Bioplastics e da alcune proposte di emendamento, ma riconosce agevolazioni alla vendita dei sacchetti compostabili dove è presente la raccolta dell’umido. Un compromesso ragionevole?
Funzionante. E' un compromesso che riconosce la validità dei sacchetti biodegradabili compostabili a supporto della raccolta della frazione organica, e che al contempo però definisce la loro destinazione ultima, che non deve essere la dispersione in ambiente. E' un ragionamento coerente direi: in questo modo la bioplastica compostabile e la raccolta dell'umido possono trarre benefici l'una dall'altra. Migliora al qualità della raccolta e ci si assicura che i sacchetti non vengano gettati all'aperto.
In Italia la terra da conquistare però rimane quella dei mercati rionali, dei piccoli negozi, che - secondo le statistiche soprattutto al Sud, ma empiricamente diremmo un po' dappertutto - continuano ad usare sacchetti non certificati, che non sono né biodegradabili, né compostabili. Crede che le sanzioni previste dal bando italiano funzioneranno?
Sicuramente l'entrata in vigore effettiva del bando sarà un gran passo avanti. Ci vorrà ancora un po' di tempo, ma anche il Sud sarà coinvolto nel processo. Ci sarà tempo per affinare le normative, anche per quanto riguarda le sanzioni. Dal mio punto di vista però ora bisogna lavorare per eliminare definitivamente gli additivi oxobiodegradabili, che frammentano la plastica in pezzi molto piccoli, e se dispersi nell'ambiente producono ancora più danni. Più i frammenti sono piccoli più sono pericolosi: in mare possono raggiungere perfino le branchie dei pesci.
La direttiva europea approvata dalla Commissione Ambiente del parlamento non ne vieta la vendita, ma di fatto il bando italiano toglie dal mercato tutto ciò che non è riutilizzabile o non viene accettato dagli impianti compostabili, no?
Se il biodegradabile diventa riutilizzabile, dunque con spessori a norma di legge, anche il riuso potrebbe essere una soluzione, perché no? Potrebbe nascere anche una selezione post raccolta.. Ma, ripeto, la cosa importante è che la degradazione avvenga negli impianti, come nel caso dei compostabili, e non nell'ambiente. Per questo ritengo che sia necessario continuare questa battaglia, e l'aggressione delle plastiche negli spazi aperti. Da qui si può seguire un cammino che alla fine ci assicurerà che non ci siano più sacchetti di plastica in giro.
Sacchetti monouso ridotti del 50% entro cinque anni: come giudica l'obiettivo di riduzione deciso dalla Commissione?
Non è la soluzione finale, certo. Ma è un passo avanti importante per minimizzare le quantità in gioco. Il termine è una sicurezza in più che facilita la salvaguardia dell'Ambiente, una direzione direi. Stiamo costruendo qualcosa di funzionale, che evita lo spreco di risorse e minimizza l'impatto ambientale. Non è perfetto, ma è sicuramente meglio della situazione attuale. Ci sarà tempo per affrontare tutti i problemi ancora in gioco.