Alberi abbattuti al Monte dei Cappuccini, Legambiente: “Inaccettabili le motivazioni e le modalità”
Al Monte dei Cappuccini sono stati abbattuti più di 20 alberi sani e ad alto fusto per agevolare “la vista panoramica di Torino”. Legambiente chiede al Comune "di rendere noti gli interventi con cui intende compensarli"
12 March, 2014
E' di qualche giorno fa l’intervento di abbattimento di alberi di alto fusto al Monte dei Cappuccini nato, per il Comune di Torino, "dall’esigenza di gestire il contrasto creatosi tra due valori paesaggistico-ambientali, entrambi tutelati dalla Città: da un lato il verde pubblico, in questo frangente rappresentato dagli alberi del Monte dei Cappuccini (499 in totale), dall’altro il valore paesaggistico: la vista panoramica di Torino che si può osservare dal piazzale posto alla sommità dello stesso".
Sulla questione interviene criticamente il circolo torinese di Legambiente Molecola.
“E’ inaccettabile che l’abbattimento sia stato fatto esclusivamente per rendere più piacevole il panorama e non per ragioni legate allo stato delle piante -ha dichiarato Federico Vozza, presidente del circolo Molecola di Legambiente-. Gli alberi sono parte integrante del patrimonio della città e contribuiscono in modo sostanziale alla nostra qualità della vita. Chiediamo all’Amministrazione, con la stessa rapidità con cui ha proceduto agli abbattimenti, di rendere noti gli interventi con cui intende compensarli. Quali nuove piantumazioni sono in programma? In che tempi? Torino riuscirà a rispettare la legge che prevede un albero per ogni nuovo nato?”.
Legambiente ricorda infatti che la legge n.10 del 14 gennaio 2013 obbliga i comuni con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti a piantare un albero per ogni bambino registrato all'anagrafe, o adottato, entro sei mesi dalla nascita o dall'adozione. “La messa a dimora di nuovi alberi e la tutela del patrimonio arboreo esistente devono essere una priorità per qualsiasi Amministrazione che abbia a cuore la biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici”, aggiunge Anna Smaldino, attivista del circolo Molecola.