Vicepresidente Bike Pride investito, le riflessioni del giorno dopo
Dopo essere stato investito da un Suv nel centro di Torino in sella ad una To-bike, Gabriele Del Carlo spiega ad Eco dalle Città come si sta evolvendo la vicenda e del grande risalto mediatico che ha avuto il suo incidente
11 March, 2014
I tanti che hanno letto del tuo incidente "Vice presidente di Bike Pride investito da un Suv in centro a Torino" oltre ad essersi spaventati, si sono chiesti com'è andata a finire.Noi possiamo confermare ai lettori che a parte qualche piccola contusione, stai bene.
Sì, possiamo confermare, a parte un brutto spavento e un paio di contusioni, sto bene.
La donna alla guida è stata identificata? E la targa, a chi è in mano ora?
La donna al volante non si è fatta sentire. I Vigili mi hanno assicurato che appena avessero avuto notizie mi avrebbero contattato. La targa è in mano ai Vigili, ai quali spetta il compito di identificare la "pirata della strada" e di procedere successivamente con le sanzioni previste dall'articolo 189 del Codice della Strada.
Di incidenti come il tuo - e spesso con conseguenze molto peggiori - ne capitano centinaia ogni giorno in Italia. Nonostante le discussioni sui grandi temi, nella pratica, si fa molto poco. Come mai secondo te?
E' molto semplice, non essendoci una cultura della mobilità sostenibile, non c'è la percezione del pericolo, nè da parte di chi guida, nè tantomeno da parte delle forze dell'ordine.
Questa scarsa attenzione verso i comportamenti pericolosi fa si che non ci siano interventi puntuali e decisi con l'obiettivo di ridurre al mimino le situazioni di pericolo.
Le biciclette, nel 2014, fanno ancora notizia. Un piccolo incidente come il tuo è stato al centro della cronaca cittadina di numerosi quotidiani. La bicicletta è ancora culturalmente e mediaticamente controversa?
Sicuramente oggi questi temi emergono di più rispetto ad anni fa, quando un'incidente come il mio non avrebbe mai fatto notizia.
Non dimentichiamoci mai che siamo a Torino, dove la cultura delle quattro ruote è ancora molto ben presente e radicata. Ci troviamo in un'epoca di transizione, dove i vecchi valori stanno via vendo lasciando il posto a nuovi modelli di vita più sostenibili. La "bolla" mediatica, se così la possiamo definire è partita da un mio post su facebook ed è poi stata alimentata dal comunicato stampa dell'ass. Bike Pride, questo significa che l'attenzione sul tema c'è. Ovviamente oltre a tanti articoli speriamo di assistere a delle politiche più restrittive verso i comportamenti pericolosi di chi transita nelle strade. Non solo verso chi guida l'automobile. I cittadini torinesi, non utilizzatori della bici e dei mezzi pubblici, dovranno abituarsi più o meno lentamente a vivere le strade in modo condiviso con le altri mezzi di trasporto.