Smog, la situazione si sta risolvendo? Intervista a Legambiente: "Nessun miglioramento reale per il Pm10"
Andrea Minutolo e Giorgio Zampetti (Legambiente): "Dal 2000 ad oggi solo il benzene, gli ossidi di zolfo ed il monossido di carbonio hanno subito drastiche e significative riduzioni. PM10 e PM 2.5, considerate tra le più pericolose per la salute dell’uomo, sono rimaste pressoché costanti"
17 March, 2014
Seppur lentamente, la qualità dell'aria in Italia sembra progressivamente migliorare: negli ultimi tre anni numero di sforamenti e medie annuali di tutti gli inquinanti monitorati sono sempre stati in leggero calo rispetto all'anno precedente. Quanto vicina l'Italia a rispettare le direttive europee?
In realtà questo trend di miglioramento è vero solo per alcune tipologie di inquinanti: dal 2000 ad oggi solo il benzene, gli ossidi di zolfo ed il monossido di carbonio hanno subito drastiche e significative riduzioni. Altre tipologie di inquinanti come le polveri sottili (PM10 e PM 2,5), quelle considerate tra le più pericolose per la salute dell’uomo, sono rimaste pressoché costanti; addirittura le emissioni degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono aumentate del 30%. Il problema quindi è ben lontano dall’essere risolto, anzi: analizzando i dati delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria in ambiente urbano emergono dati decisamente sconfortanti. Le città del nord Italia, nell’area della pianura padana, non solo superano costantemente i limiti normativi in maniera costante ogni anno, ma li superano anche di due o tre volte. Infatti nel solo 2013 quasi la totalità delle centraline disposte sul territorio urbano di queste città ha superato i famosi 35 giorni di sforamento del limite di 50 microgrammi per metro cubo come media giornaliera, ma tre città lo hanno superato di tre volte (oltre i 110 giorni quindi), ed altre 17 (il 40% del totale), lo ha superato di almeno due volte superando quindi i 70 giorni. Decisamente troppi. Ma questo problema riguarda anche il centro sud, dove nel corso degli anni si sono registrati superamenti significativa anche a Napoli, Frosinone, Salerno, Parma, Bologna, Roma, Benevento, Firenze, Pescara solo per citarne alcune. Considerando gli ossidi di azoto (NO2) la situazione non cambia, molte città superano abbondantemente i limiti vigenti e nel corso degli ultimi anni la situazione è addirittura peggiorata, con incrementi fino al 30%. Questo indica che manca ancora una reale ed efficace politica di miglioramento della qualità dell’aria sia a livello nazionale che locale: manca la visione di un servizio di trasporto pubblico locale efficiente ed affidabile, mancano politiche (anche impopolari) di estensione delle ztl o delle aree pedonali, manca il coraggio di investire sul trasporto su ferro piuttosto che su gomma. Siamo decisamente lontani dal rispetto della normativa, non solo da un punto di vista pratico ma soprattutto culturale.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito più volte che i limiti attualmente in vigore per Pm10 e Pm2.5 sono ormai obsoleti e andrebbero rivisti. La revisione delle direttive sulla qualità dell'aria non contempla per un abbassamento di queste soglie massime di concentrazione, che permangono quelle note. E' necessaria una revisione dei limiti?
La revisione della direttiva europea è in discussione a Bruxelles proprio in questi mesi, e noi come Legambiente siamo in prima linea insieme ad altre associazioni europee per far si che vengano sostenute politiche ambiziose per il miglioramento della qualità dell’aria; è noto ormai che i limiti normativi fin qui utilizzati sono più alti di quelli individuati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come tutelativi per la salute dell’uomo. In particolar modo sul PM2,5 pretendiamo che a livello europeo e nazionale siano adottati valori più stringenti e maggiormente idonei a tutelare la salute dei cittadini, fissando valori limiti giornalieri o comunque a più breve termine rispetto alla media annuale attualmente vigente. Proprio per questo l’adozione di significativi impegni di riduzione delle emissioni, grazie all’adozione di limiti più stringenti, e l’adozione di una normativa di settore che punti alla netta riduzione da tutte le fonti principali, a partire dai trasporti, risulta ormai improrogabile ed ingiustificabile, sia in termini sanitari che ambientali.
Leggi anche:
Pm10, vicini a rispettare le direttive? “Neanche per sogno” Intervista ad Anna Gerometta, Genitori Antismog
Smog, a Torino continua la serie di sforamenti. Il tema arriva in Consiglio Comunale