Le strisce blu non rendono più? C'è chi non le paga da tre anni
Gianluca, torinese residente in centro, racconta ad Eco dalle Città che non paga la sosta per la macchina da tre anni. Una pratica molto diffusa e che contribuisce ai problemi di bilancio di Gtt, che non riesce a vendere il ramo parcheggi perché la sosta a pagamento è un prodotto che non rende più
01 April, 2014
di Fabio Zanchetta
Le strisce blu non pagano più. Il bando di GTT per la vendita di una quota di parcheggi a pagamento è andato vuoto per la seconda volta e nessuna impresa si è presentata sulla base d'asta di 33 milioni di euro. Per l'azienda in crisi di liquidità incassare quella somma entro il 31 dicembre sarebbe stato fondamentale. Adesso lo scenario più plausibile è che si trovi ad abbassare la base d'asta.
Difficile indicare sommariamente le cause. Ad un calo della domanda, quantificabile in un 10% in meno di traffico motorizzato in cinque anni, si è sommato un notevole aumento dell'offerta: Torino ha 5327 parcheggi in struttura di GTT e 2500 di altri consorzi e circa 48.000 posti auto a pagamento su strisce blu. Numeri che quantificano la svalutazione di un prodotto, la sosta a pagamento, che probabilmente non necessita di un'offerta quantitativamente così alta.
Seguendo gli studi del guru americano Donald Shoup - secondo il quale per garantire l'accesso a rotazione ai parcheggi è necessario che il 15% di questi rimanga vuoto, oltre questa percentuale il mecccanismo si rompe - si sarebbe dovuto diminuire l'offerta di stalli in superficie in centro, dove c'è sovrabbondanza di spazi vuoti. Tutta la statistica in merito la si può reperire sul sito di 5T. I numeri sono chiari: i parcheggi interrati tendono alla desolazione.
Ma non è tutto. La debacle la si legge anche e soprattutto sui ricavi: ogni anno nel bilancio, come utile, finiscono solamente 15 milioni di euro. D'altra parte tutte le città italiane con le strisce blu incassano sempre meno. Se l'effettivo calo di utilizzo delle soste a pagamento è una causa certa, c'è una concausa che incide vertiginosamente sul bilancio: a Torino una multa su tre non viene pagata e nel corso degli ultimi anni, complice, probabilmente, un forte allentamento dei controlli, è aumentata fuori misura la pratica dell' “evasione” del pagamento (anche attraversi la sosta in divieto fuori dalle strisce blu).
Gianluca (nome inventato ma si tratta di un cittadino torinese in carne ed ossa) che ci racconta come sia prassi comune non pagare più la sosta.
“Non pago da almeno 3 anni, sto solo attento alle corsie riservate e ad alcune zone, dove i vigili passano un po' più spesso. Abito in centro, ho il pass ZTL e il parcheggio in zona ma appena mi sposto dovrei pagare. Tuttavia non lo faccio: chi abita a Torino ed ha un po' di esperienza sa quanto sia facile raggirare civich e ausiliari del traffico. Prendo al massimo due multe l'anno: nel bilancio finale sono in attivo. La strategia migliore? Parcheggiare in divieto di sosta dove non dai fastidio a nessuno, mentre il ticket non pagato o scaduto ti pone di fronte a qualche rischio in più; in città ci sono molti ausiliari gtt e pochi vigili. Se nessuno li chiama per farti multare vai sicuro per tutto il giorno. Se è etico? Non lo so. Credo che il parcheggio sia troppo caro, ma certo se fossi in Svizzera probabilmente farei prima a vendere la macchina: ad ogni cavolata prenderei una multa. Lo so per esperienza. Mai più! Se sono l'unico a comportarmi così? Ah! Mi faccio una grossa risata. Chi abita a Torino lo sa. La domanda giusta è un'altra: c'è ancora qualcuno che paga il parcheggio?”