Puglia, in prima linea su energie rinnovabili. La Giunta: "Nuove norme verso mix equilibrato"
In attesa che l’Italia approvi il Piano Energetico Nazionale, la giunta regionale delibera in tema di produzione di energia rinnovabile in Puglia puntando al mix equilibrato tra fonti rinnovabili e tipologie di impianti, ponendo un limite massimo alla realizzazione dei grandi impianti su suolo agricolo. Le imprese inoltre dovranno fornire ora una valutazione degli impatti cumulativi
03 April, 2014
"La Regione Puglia vuole continuare a contribuire alla riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili e delle emissioni di gas serra, ma assicurando la tutela del paesaggio e la riqualificazione del territorio. La delibera rafforza un indirizzo che il governo regionale ha assunto sin dal 2010, adottando per prima inItalia il regolamento sulle aree non idonee e un piano paesaggistico-territoriale regionale che contiene linee guida sulla progettazione e localizzazione di impianti di energie rinnovabili". Così la vicepresidente e assessora alla Qualità del Territorio Angela Barbanente a proposito della diffida che la Regione ha inviato alle province perché diano “piena e immediata attuazione alle direttive regionali in materia di valutazione di impatti cumulativi”.
La Regione Puglia non vuole staccare la spina al settore delle energie tradizionali e rinnovabili, ma chiede che il Ministero dello Sviluppo Economico regolamenti immediatamente l'intero settore energetico da anni lasciato al “far west” legislativo. E se non vorrà attivarsi in tal senso, la Regione Puglia chiede i poteri per poter indicare gli indirizzi e il proprio bilanciamento energetico.
Nonostante il rilevante il contributo della regione Puglia alla produzione energetica italiana, sia da fonti tradizionali (carbone e gas) che da FER (fonti da energia rinnovabile: solare e eolico), la Regione - spiega in comunicato stampa - che non può dettare nessuna linea di bilanciamento non avendo i poteri per farlo, d’altra parte il laissez-faire dello Stato ha determinato in Puglia numerose criticità.
In attesa che l’Italia approvi il Piano Energetico Nazionale (atteso ormai da molti anni) e che anche le altre regioni italiane raggiungano gli obiettivi minimi europei entro il 2020 relativi alla quota complessiva di produzione da fonti di energia rinnovabili, la Giunta ha chiesto il via libera al ministero dello Sviluppo economico affinché permetta alla Regione di poter dettare disposizioni finalizzate ad indirizzare la produzione energetica regionale verso un mix equilibrato per fonti rinnovabili e tipologie di impianti, ponendo un limite massimo alla realizzazione dei grandi impianti, soprattutto se questi sono progettati su suolo agricolo.
In questi anni le lacune dello Stato sono state numerose e in grandissima parte superate dalla Regione mediante l’emanazione di leggi regionali, con l’applicazione di norme e direttive europee e linee guida. Per la Puglia, la mancanza e la ritardata emanazione da parte del Governo di un minimo di criteri per il corretto inserimento degli impianti e per la verifica e salvaguardia della capacità di carico dei territori, riguarda molti settori: dall’inserimento paesaggistico e ambientale degli impianti alla disciplina del procedimento, alla garanzia della serietà ed affidabilità degli operatori e dei loro progetti industriali, al concorso delle imprese agli oneri istruttori sostenuti dalle strutture amministrative.
Nel frattempo nel territorio pugliese sono stati realizzati grandi impianti alimentati da FER (Fonti da Energia Rinnovabile) e il fenomeno nel territorio ha assunto dimensioni considerevoli. A livello locale, anche le amministrazioni non hanno la possibilità di perseguire uno sviluppo coordinato e armonico del settore che possa tener conto della vocazione dei territori.
Da qui la forte esigenza di un dialogo con il Governo. La Giunta, in primo luogo, per l’interlocuzione con le autorità centrali, ha dato mandato al presidente di Regione, Vendola. Al secondo punto ha disposto, invece, che le Province, nei provvedimenti di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale (Via) “indichino dettagliatamente le modalità di valutazione degli impatti cumulativi adottate, specificando l’ampiezza degli ambiti territoriali considerati e le componenti considerate”, cioè il paesaggio, la biodiversità, la sicurezza e salute umana, il suolo e il sottosuolo. Le Province dunque dovranno esplicitare “con particolare puntualità” le ragioni che hanno portato alla conclusione dell’irrilevanza o assenza di impatti cumulativi.
La Giunta quindi ha invitato e ha diffidato le Province a dare “piena e immediata attuazione alle direttive regionali in materia di valutazione di impatti cumulativi”. Se le Province non si atterranno a queste disposizioni sarà revocata la delega delle loro funzioni.
LE ALTRE DICHIARAZIONI DEGLI ASSESSORI
Soddisfazione per l’approvazione della delibera è stata espressa dall’assessora allo Sviluppo economico Loredana Capone che l’ha portata in Giunta: “Ancora una volta la Regione Puglia è in prima linea in materia di energie rinnovabili. Con questa delibera però mettiamo un punto fermo alla superficialità di alcuni e agli abusi di altri. L’attenta ricognizione del fenomeno ci consente di confermare quali sono secondo noi le direttrici di sviluppo: il risparmio energetico attraverso l’efficientamento degli edifici (che abbiamo già positivamente avviato) l’abbattimento delle emissioni e dei consumi energetici nelle imprese, l’integrazione delle FER nel patrimonio immobiliare attraverso la generazione distribuita e lo sviluppo dei sistemi di distribuzione intelligenti. Per assicurare tali obiettivi però è necessario superare l’attuale stato di saturazione virtuale della rete elettrica determinato dai numerosissimi preventivi di connessione rilasciati dai gestori di rete in favore dei grandi impianti eolici e fotovoltaici. Adesso chiediamo al governo nazionale di sostenerci e agire in sinergia con noi.”
"Abbiamo insistito – ha aggiunto l’assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro – in modo puntiglioso sul tema dell’impatto cumulativo perché la pressione sul territorio determinata da impianti confinanti ma considerati nella loro singolarità, è diventata insostenibile. Abbiamo voluto richiamare le Province, specie quelle meno sensibili come ad esempio, quella di Foggia, alle loro responsabilità. Non esiteremo quindi anche a ricorrere anche allo strumento della diffida".