Da grande il Lazio vorrebbe diventare Energy Smart
Convegno di due giorni presso la sede della Regione Lazio a Garbatella. Interventi e tavole rotonde tra gli esponenti delle maggiori associazioni ambientaliste che si confrontano con tecnici ed istituzioni. Il Lazio emette il 10% della CO2 italiana e per ridurre queste emissioni è necessario dire addio a carbone e fonti fossili
04 April, 2014
Nei prossimi anni saranno disponibili 2,7 miliardi di euro per finanziare le nuove filiere produttive di energia.
In questi saranno compresi finanziamenti sia a livello nazionale che regionale per aumentare l’efficienza del già posseduto ed investire nella costruzione di nuovi impianti ed edifici più sostenibili.
La Regione ha già sottoscritto un accordo con l’Enea (Energia Nucleare e Energie Alternative) per realizzare il nuovo piano energetico e nello stesso tempo ha lavorato sul tema dei green public procurament (GPP), sugli acquisti verdi per la pubblica amministrazione ed ha messo al bando 25 milioni per la riqualificazione degli edifici pubblici e 50 milioni per un fondo di produzione dell’efficenza energetica e della produzione di energia rinnovabile. Di questo si è parlato alla conferenza energetica “Per una regione energy smart” tenutasi al palazzo della Regione Lazio a Garbatella.
Durante la prima giornata si sono alternati esperti e rappresentanti di associazioni e istituzioni. Lo sguardo è stato diretto non solo a quello che può fare la nostra regione ma anche, in senso più generale, a quello che stiamo facendo come nazione e come pianeta. “Dobbiamo agire subito per avere una possibilità” è stata l’affermazione più quotata della giornata e sostanzialmente ripetuta da tutti gli oratori. Per Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, solo se “il 75% della CO2 dovesse rimanere sottoterra, potremmo avere l’80% di possibilità di mantenere l’innalzamento delle temperature sotto i 2 gradi entro il 2050”; per Maurizio Gubbiotti, , responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente, invece “non c’è più spazio per il negazionismo”, i grandi cambiamenti climatici in atto, porteranno a conseguenze catastrofiche anche dal punto di vista geopolitico costringendo alla migrazione 250 milioni di profughi ambientali.
La regione Lazio contribuisce alle emissioni italiane solo per il 10% ma è tra quelle con la maggior presenza di imprese green; ne segue che la sua amministrazione ha la grande responsabilità di dover investire in queste realtà per motivi ecologici ed economici. Di questo avviso Cristiana Avenali, consigliera della lista Per il Lazio: “occorre ridisegnare priorità e scelte orientandole in senso ambientale e di salvaguardi della salute e della nuova occupazione. Dobbiamo accontentarci di raggiungere gli obiettivi del burden sharing verso il 20-20-20 oppure è utile andare oltre, nell’interesse dei cittadini delle PA e delle imprese laziali? Molto ancora si può fare per la produzione di energia rinnovabile distribuita, semplificando le autorizzazioni per il solare termico sui tetti, così come proporre obiettivi alti per gli edifici regionali e gli ospedali.”