DOCUMENTO INEDITO, inchiesta ILVA: ecco il testo integrale dei verbali di interrogatorio di Nichi Vendola
Pubblichiamo il testo integrale dei verbali di interrogatorio di Nichi Vendola nell’ambito del procedimento penale in cui è stato rinviato a giudizio assieme ad altre 51 persone riguardanti i rapporti con i vertici dell'Ilva di Taranto
03 April, 2014
Pubblichiamo il testo completo dei verbali di interrogatorio di Nichi Vendola nell’ambito del procedimento penale in cui è stato rinviato a giudizio assieme ad altre 51 persone riguardanti i rapporti tra i vertici della società Ilva e rappresentanti, dirigenti, funzionari, consulenti delle Amministrazioni Politiche Giudiziarie intercorsi nel 2010.
Vendola è accusato di essere protagonista di alcuni episodi di concussione allo scopo di ottenere comportamenti e prese di posizione da parte dei vertici di ARPA più “morbidi” nei confronti di Ilva al fine di procrastinare la possibile chiusura di tutti o parte degli stabilimenti di produzione di acciaio in Taranto.
L’interrogatorio è del 23 dicembre 2013 ed è iniziato alle 15:33 per concludersi alle 21:35.
La lettura dei verbali, per quanto impegnativa, permette di vedere e valutare il quadro generale degli eventi ed ha particolare interesse nella possibilità di valutare e ricostruire i rapporti tra gli uomini delle istituzioni, di Ilva e l’autorità giudiziaria nella concretezza degli eventi quasi quotidiani.
Il primo file è composto da 81 pagine. Questa una guida parziale della sequenza degli argomenti trattati:
- Una introduzione iniziale da parte di Vendola della storia di Ilva e della situazione di fronte alla quale si è trovato al momento del suo insediamento nel 2005, dell’impulso dato alla strutturazione di Arpa, ricorda i rapporti conflittuali con Ilva dal momento in cui l’Arpa ha iniziato i controlli ambientali (c’è anche un inciso sul fatto che Ilva non aveva consentito l’uso degli ascensori per salire sui camini e che quindi i funzionari regionali li hanno scalati); ricorda un incontro con Berlusconi sui temi Ilva, sottolinea i limiti del potere di un governatore Regionale, ricorda l’iter di assunzione di Assennato come direttore scientifico di ARPA e conferma la sua stima nei suoi confronti.
- Poi l’interrogatorio si incentra su uno dei due episodi principali che costituiscono l’accusa: l’incontro del 21 giugno 2010 durante il quale Archinà (responsabile relazioni esterne Ilva) irrompe in regione presentando le sue rimostranze contro i documenti che Arpa aveva predisposto Arpa che suggeriva la riduzione delle attività produttive di Ilva; Si parla di come Archinà ha interpretato (e riportato ai vertici Ilva) alcune delle considerazioni che Vendola avrebbe fatto in quel fugace incontro e d’altro lato Vendola dà la sua versione degli avvenimenti
- In questo frangente Vendola risponde alle domande sui suoi rapporti con Archinà
- Poi sempre Vendola per spiegare il suo rapporto coi vertici Ilva e con il proprio assessore all’ambiente (l’ex PM Nicastro), Assennato e gli altri dirigenti dei servizi ambientali della Regione ricorda che il suo interesse diretto di trattativa con Ilva riguardava una vertenza sulle sorti dei lavoratori intermittenti all’Ilva
- In sostanza emerge qui che le questioni sul tavolo con Ilva erano due in quel periodo: una di crisi occupazionale (che Vendola sostiene di aver seguito personalmente e direttamente) e la crisi ambientale (che Vendola sostiene di aver delegato in toto all’assessore all’ambiente, agli uffici e ad Arpa) e che l’atteggiamento di cordialità tenuto da Vendola nei confronti dei vertici Ilva fosse funzionale a “coprire” invece le attività di controllo che i servizi ambientali stavano sviluppando
- Il Pm a questo punto chiede conto a Vendola del perché nell’incontro fugace con Archinà si fosse mostrato adirato con ARPA e di alcune frasi che avrebbe pronunciato nei confronti di Assennato e degli altri degli uffici ambiente
- La discussione si svolge attorno ancora ad Assennato alle sue azioni a contatti che lui ha avuto successivamente con ILVA ma anche di un incontro tra Assennato e un Pubblico Ministero in procura e di nuovo sulla possibilità che Vendola abbia comunque fatto pressioni su di lui affinchè cambiasse atteggiamento
- Vendola ribadisce che il suo atteggiamento e quello dei responsabili ambientali della Regione erano funzionali ad “accompagnare con simpatia Ilva al patibolo”
- In questo frangente si parla anche delle comunicazioni fra ARPA, e Regione e Governo sulla crisi ambientale di Ilva tra il 21 giugno e l’inizio di luglio
- Dopo ciò i PM chiedono a Vendola il motivo di una istruzione di un tavolo tecnico nel luglio 2010 su diossine e benzopirene e Vendola risponde
- Quindi si passa a discutere della presunta volontà di Vendola di non riconfermare l’incarico di direttore scientifico di Arpa ad Assennato
- La parte finale del primo file arriva fino alla telefonata del 6 luglio tra Vendola e Archinà e il secondo file è la fotocopia della trascrizione da pag. 80 a pag. 155 e ricomincia riprendendo ancora domande e temi attorno all’incontro del 22 giugno
- Poi si passa alla telefonata del 6 luglio che prepara l’incontro del 15 luglio nel quale si doveva affrontare principalmente il tema dei lavoratori intermittenti ma si è anche parlato della crisi Ilva
- Si torna sui rapporti tra Vendola e Archinà e sulla presunta o meno accondiscendenza di Vendola coi vertici Ilva
- Si passa poi a valutare il senso di una telefonata tra Assennato e Archinà che anticipa i risultati delle analisi e il contenuto del documento che Arpa e Regione invieranno al Governo sugli sforamenti del pm10 registrati dalle centraline
- Si discute se questa telefonata fosse più o meno il frutto di un mutato atteggiamento di Assennato (indotto da Vendola) o una misura/iniziativa autonoma di Assennato nei confronti di Ilva per indurli a rendersi conto della gravità della situazione.
- Si torna a parlare di tavoli tecnici e della loro funzione (perdita di tempo o procedure necessarie)
- Si entra quindi nel merito dell’incontro del 15 luglio nell’ufficio di Vendola, coi vertici Ilva e ci si sofferma sul fatto se Assennato fosse stato convocato o meno e se fosse stato lasciato fuori dalla porta in attesa o meno
- In mezzo a questa discussione Vendola ricorda anche la genesi della legge regionale sulle diossine emessa dopo il primo decreto salva Ilva dell’agosto 2010 del governo Berlusconi
- La parte finale dell’interrogatorio si concentra sugli eventi successivi al 15 luglio
- L’interrogatorio si chiude con la ricostruzione dei rapporti tra Vendola e il mondo ambientalista di Taranto e sulla puntualizzazione dell’avvocato di Vendola che fa notare che SEL e Vendola, al contrario di molti altri, non hanno mai ricevuto benefici alcuni ne finanziamenti da ILVA (qui c’è un interessante battibecco con il PM sul tema generale del movente come componente più o meno necessaria nella valutazione di azioni criminose)