Car sharing in crescita in tutta Europa: Berlino e Londra in testa, Milano in ascesa
Studio di AlixPartners sul car sharing: Berlino e Londra regine d’Europa, Roma e Madrid in ritardo, Milano in rapida ascesa. La domanda di nuove forme di mobilità sarebbe trainata dall’aumento dei costi di gestione dell’auto. Entro il 2020, si stimano -4,1 milioni di auto vendute globalmente
07 April, 2014
Il numero degli utenti e la flotta dei veicoli in car sharing in Europa, e in Italia in particolare, è destinata nei prossimi anni a crescere in modo significativo. Nel Vecchio continente la Germania è oggi il Paese in cui “l’auto condivisa” è più diffusa, mentre Roma e Madrid sono i fanalini di coda tra le capitali. Il primato nazionale spetta a Milano, dove il servizio si sta rapidamente diffondendo. A spingere gli automobilisti verso l'abbandono della proprietà e l’utilizzo del proprio veicolo sono principalmente gli elevati costi di gestione e manutenzione.
Sono questi i principali trend che emergono dall’analisi condotta a livello mondiale dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners sul tema “Car sharing, dal possesso alla fruibilità dell’auto. Sfide e opportunità della nuova mobilità urbana”, i cui risultati sono stati illustrati oggi da Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia, nel corso della manifestazione Missione Mobilità, promossa a Milano da AMOER – Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile.
La ricerca prende le mosse dall’analisi del mercato statunitense, dove il car sharing è un fenomeno consolidato nelle grandi aree metropolitane, e passa in esame lo scenario europeo e nazionale, che negli ultimi nove mesi ha vissuto uno sprint destinato a modificare il quadro della mobilità delle due principali città del Paese e le abitudini dei loro cittadini, con l’obiettivo di tracciare possibili linee di sviluppo dei servizi di car sharing in Italia nel prossimo futuro. Dalla ricerca emergerebbe come la diffusione della formula dell’auto condivisa sia effetto dell’azione congiunta di alcuni fenomeni, tra cui la crescente urbanizzazione, la congestione delle città, l’aumento continuo del costo del carburante e delle spese di gestione della vettura e il palesarsi di nuovi costi aggiuntivi (ZTL, requisiti di circolazione, tasse). Capitolo a parte è dedicato alle nuove generazioni, meno propense a prendere la patente e che oggi percorrono in auto meno chilometri. La minore disponibilità di reddito le rende, inoltre, più sensibili ai costi di gestione e al solo utilizzo dell’auto come valida alternativa all’acquisto. L’uso sempre maggiore degli smartphone, infine, facilita e velocizza l’adesione e la gestione del servizio di car sharing.
L’Europa del car sharing: Berlino in testa, Roma e Madrid in coda. Milano in forte ascesa
Gli utenti di car sharing in USA ed Europa sono oggi circa un milione, ma nei prossimi anni la flotta di veicoli aumenterà nel Vecchio continente in maniera più significativa che in America, raggiungendo i 70.000 veicoli nel 2017 (vs i 32.000 degli USA) e i 130mila nel 2020 (vs i 50mila degli USA). Entro il 2020 gli utenti toccheranno quota 8 milioni in Europa e 4 negli USA. Restando ai giorni nostri, a fine 2013 la Germania risulta il Paese in cui il car sharing è maggiormente diffuso, con oltre 37 città servite, una crescita del 37% dal 2012 a oggi, quasi 800mila utenti e oltre 13mila veicoli sul territorio. Tra le capitali europee, Berlino (2.300 vetture e 207.000 utenti) può vantare il primato assoluto dell’auto condivisa, seguita da Londra (2.250 veicoli e 120mila utenti) e Parigi (2.000 veicoli e 105mila utenti); ancora in fase di start up Roma (120 veicoli e 2.500 utenti) e Madrid (8.000 utenti e 130 veicoli), dove, però, nei primi mesi del 2014 hanno preso avvio nuove iniziative destinate a imprimere una forte accelerazione. A livello nazionale il primato spetta a Milano che a fine 2013 poteva contare su una flotta di oltre 1.500 vetture e oltre 90mila utenti. Una leadership guadagnata rapidamente nella seconda metà dell’anno scorso e destinata nel 2014 a rafforzarsi ulteriormente.
Le ragioni del successo del car sharing e le aree di criticità
A spingere gli automobilisti verso l’auto condivisa è, in primis, il fattore economico: oltre la metà (56%) degli utenti indica come principale motivo della scelta il costo elevato di acquisto dell’auto e gli ingenti oneri connessi alla sua gestione e manutenzione; solo il 23% fa riferimento alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. Altro punto di forza del car sharing, oltre alla convenienza economica, è la facilità di accesso al servizio, evidenziato dal 36% degli utenti. Non mancano le aree critiche da migliorare, tra le quali i clienti indicano la non disponibilità di un veicolo sempre e comunque (46%), la mancata presenza della propria auto preferita (25%) e il dubbio che il car sharing non porti effettivamente a un risparmio nel lungo periodo (21%). Quello economico resta il fattore chiave su cui puntare anche per aumentare la diffusione del servizio: oltre il 53% inizierebbe a utilizzarlo o lo userebbe più spesso se fosse meno costoso, mentre il 18% lo userebbe se gli operatori offrissero qualità più alta e veicoli più affidabili. Comunque il 64% degli utenti prevede di incrementarne l’utilizzo nel prossimo anno.
Nei prossimi 6 anni si venderanno 4,1 milioni di vetture in meno in USA ed Europa
La ricerca evidenzia come le nuove formule di mobilità siano destinate a sconvolgere gli equilibri del mercato automobilistico: il 51% degli utilizzatori dichiara, infatti, che grazie al car sharing ha evitato di acquistare un’auto nuova e il 45% prevede di farlo in futuro. La tendenza ad evitare l’acquisto tra gli utilizzatori del servizio è maggiore nelle grandi aree metropolitane con alta densità di popolazione. Tali condizioni sono ottimali per la diffusione del servizio, anche per le possibili economie di scala che consentono. In Europa, e più ancora che in USA, la forte crescita degli utenti di car-sharing determinerà quindi nei prossimi sei anni una significativa perdita nella vendita di auto nuove, stimabile in circa 1,2 milioni per gli Usa e in oltre 2,9 milioni per l’Europa.
“I grandi gruppi automobilistici non potranno non tenere conto di questi dati nella definizione delle loro strategie di breve-medio e lungo termine” sottolinea Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners, che aggiunge: “Da una parte dovranno essere in grado di cogliere l’opportunità del car sharing introducendo modelli e dotazioni pensati ad hoc e sviluppando alleanze con i fornitori del servizio al fine di diventare player integrati nell’offerta di servizi di car sharing; dall’altra dovranno compensare i fattori che limitano il consumatore nell’acquisto di nuove auto - come l’integrazione dei costi di gestione in pacchetti prepagati, semplificazione delle operazioni di manutenzione - e migliorare la politica di comunicazione e di pricing”.
“Il car sharing, come si evince ancora di più dalla ricerca di AlixPartners, indica concretamente in quale direzione stia andando la mobilità nei grandi centri urbani europei - evidenzia il Presidente di AMOER, Pierluigi Bonora -. Lo stesso studio mette poi l’accento su un dato preoccupante sul quale Missione Mobilità aveva non tanto tempo fa lanciato un allarme: il car sharing, in virtù della prevista maggiore diffusione, finirà per penalizzare le case automobilistiche, visto che il 51% degli interpellati sostiene di aver già evitato l’acquisto di una vettura nuova proprio grazie a questo nuovo modo di condividere gli spostamenti nelle città. E’ quindi più che mai necessario che i costruttori ripensino le proprie strategie di mercato allo scopo di trovare un giusto equilibrio tra le necessità di business, evitando così altre ricadute pesanti su tutta la filiera, e i cambiamenti di cui è oggetto la mobilità urbana”.
Leggi anche:
Car: Il car sharing ammazzerà l'auto di proprietà?
Car2go, come funziona il servizio di car sharing attivo in Italia a Milano e Roma
I dubbi sui (troppi?) car sharing. GenitoriAntiSmog scrive a Sindaco e Assessore Maran