Taranto. Bonifiche, a che punto siamo? Oggi il convegno di Legambiente
Lo stato di avanzamento delle Bonifiche in Italia e nel S.I.N. di Taranto. L'impatto sanitario e la valutazione dei costi delle mancate bonifiche. Gli scopi e le attività del Polo Scientifico Tecnologico Magna Grecia. Questi i temi del Convegno di Venerdì 11, ore 17, presso la Biblioteca "Acclavio"
11 April, 2014
Programma, informazioni su relazioni e relatori al link
http://www.legambientetaranto.it/index.php/attivita-sociali/item/307-convegno-taranto-italia-le-bonifiche-tra-chimera-e-realta.html
La relazione di Giorgio Zampetti, geologo, membro della segreteria nazionale di Legambiente e responsabile scientifico dell'associazione, "Lo stato di avanzamento delle bonifiche in Italia" aprirà il Convegno TARANTO-ITALIA: LE BONIFICHE TRA CHIMERA E REALTÀ organizzato da Legambiente col patrocinio del Centro Servizi Volontariato e che si svolgerà Venerdì 11 aprile, a partire dalle ore 17 presso la Biblioteca "Acclavio" in Piazzale Bestat.
"Centomila ettari di territorio avvelenato da rifiuti industriali di ogni tipo. Cinquantasette siti di interesse nazionale da bonificare individuati negli ultimi 15 anni, poi ridotti a trentanove. Caratterizzazioni e analisi effettuate in modo a volte esagerato e inefficace, progetti di risanamento che tardano ad arrivare e bonifiche completate praticamente assenti, a parte qualche piccolissima eccezione. Il Ministero dell'ambiente arranca nel gestire decine di conferenze dei servizi in parallelo per valutare i progetti e i responsabili dell'inquinamento, pubblici e privati, ne approfittano per spalmare su più anni gli investimenti sulle bonifiche" afferma Giorgio Zampetti che continua " Nel frattempo sono sempre più numerose le inchieste della magistratura sulle false bonifiche e sui traffici illegali dei rifiuti derivanti dalle attività di risanamento che troppo spesso vengono spostati da una parte all'altra del Paese. Ed è sempre più concreto il rischio di infiltrazione delle ecomafie nel business del risanamento ambientale. Insomma una situazione davvero imbarazzante che torniamo a denunciare a quasi nove anni di distanza da "La chimera delle bonifiche", il precedente dossier di Legambiente su questo tema che forniva un quadro non troppo distante da quello che emerge da questo nuovo rapporto".
Impatto sanitario della residenza nei siti inquinati e valutazione costi-benefici delle mancate bonifiche sarà invece il tema affrontato da Fabrizio Bianchi, responsabile dell' unità di epidemiologia ambientale dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, che presenterà alcuni problemi metodologici e spunti per il ragionamento. In particolare:
Modello concettuale ambiente-salute: 1) come e quando effettuare valutazioni di danno, rischio, impatto, 2) una nuova alleanza tra epidemiologia e tossicologia 3) come e quando intervenire sulla filiera inquinamento-esposizione-danno alla salute 4) attività di sorveglianza epidemiologica, valutazione, studio, per il controllo e la prevenzione primaria.
Dal consenso sullo stato delle conoscenze alle indicazioni di intervento: Come affrontare il tema della partecipazione, senza la quale risulta difficile la efficace gestione del rischio.
Utilità di affiancare agli studi su ambiente e salute, approcci valutativi del beneficio economico derivante dalla bonifica di SIN. Questi studi, tesi a quantificare in termini monetari il beneficio sanitario derivante dall'abbattimento di sostanze inquinanti, bene si prestano ad essere usati in aree con ampia disponibilità di dati ambientali e sanitari di qualità verificata, come è il caso di Taranto.
Leo Corvace storico esponente dell'ambientalismo tarantino, illustrerà la situazione del Sito di Interesse Nazionale di Taranto e l'attività della Cabina di regia per le bonifiche. Nel territorio di Taranto insiste una notevole concentrazione di insediamenti industriali ad alto impatto ambientale: l'Ilva, la raffineria ENI con il suo deposito (riserve strategiche nazionali, 135 serbatoi fuori terra per una capacità di 2.000.000 m3), le due centrali termoelettriche ex Edison passate all'Ilva (circa 1100 MW), la centrale Enipower (87 MW), la Cementir (900mila tonnellate all'anno di cemento), due inceneritori, la discarica Italcave (complessivi 6 milioni di m3), le discariche dell'Ilva (tra cui una "2C"), la base navale militare tra le maggiori del Mediterraneo, l'arsenale militare ed altre piccole e medie aziende. Le forti criticità ambientali hanno comportato l'inserimento di Taranto tra le aree ad elevato rischio ambientale e tra i siti di interesse nazionale (SIN) per le bonifiche (con legge 426/98 e superficie approvata con D.M. 10/01/2000). Un contesto emergenziale confermato dalle perizie predisposte dalla Procura nel 2012 nonché da vari studi ed indagini, tra i quali "Sentieri", MISA e Epiair.
Il 26 luglio 2012 il protocollo di intesa tra Governo, Regione, enti locali ed Autorità Portuale. I fondi stanziati ammontano a 336,7 milioni di euro di cui 119 milioni destinati alle bonifiche, 187 ad interventi portuali e 30 al rilancio dell'economia su basi di sostenibilità ambientale.
Ricerca e start-up nel settore delle bonifiche: cosa sta facendo e cosa farà il Polo Scientifico Tecnologico Magna Grecia sarà infine l'oggetto della relazione di Angelo Tursi , Professore Ordinario di Ecologia presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Il Polo Scientifico Tecnologico "Magna Grecia" di Taranto (PST) nasce per iniziative delle istituzioni scientifiche, degli enti locali e del sistema produttivo per operare nel settore ambientale, affrontando le emergenze della città di Taranto e più in generale dell'area euro mediterranea.
Attraverso laboratori e attrezzature scientifiche particolarmente avanzate, il Polo Scientifico Tecnologico "Magna Grecia" si ripromette di proporre soluzioni tecnologicamente idonee e innovative per far fronte alle condizioni di degrado ambientale delle aree di intervento, stimolando nuove occasioni di lavoro per i giovani laureati e tecnici impegnati nel settore dell'economia verde. In effetti il Polo Scientifico Tecnologico "Magna Grecia" di Taranto prevede fra i suoi obiettivi imprescindibili quello di creare nuova economia permettendo e favorendo lo sviluppo socio-economico locale: è infatti obiettivo prioritario quello di capovolgere il paradigma "degrado=povertà" in modo che, il degrado dell'ambiente purtroppo presente nel territorio tarantino, invece di essere causa di limitazione allo sviluppo socio-economico, possa essere fonte di sviluppo economico. Nuova occupazione nel settore dell'innovazione tecnologica in campo ambientale dovrà essere sviluppata per garantire nuove occasioni di lavoro per i giovani laureati e tecnici che non dovranno essere più costretti ad una loro emigrazione, quasi obbligatoria, verso il Nord o, molto spesso, verso paesi Stranieri. Acquisita ad oggi quasi tutta l'attrezzatura scientifica di base. A maggio l'avvio dei Master di formazione.
I lavori saranno coordinati da Lunetta Franco, Presidente di Legambiente Taranto, che afferma: "Gli stanziamenti per Taranto sono assolutamente insufficienti. Occorrono più risorse. E l'applicazione del principio Chi inquina paga"
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