Domenica 21 settembre a Torino torna il Bike Pride, ma fra i cittadini ciclisti serpeggia il malumore
Annunciata la data del Bike Pride 2014 che, come previsto, slitta a fine estate. L'associazione ha coinvolto i cittadini in un sondaggio: giusto pedalare festosamente nonostante le tante promesse mancate da parte dell'amministrazione cittadina?
15 April, 2014
Domenica 21 settembre 2014 torna il Bike Pride e sarà a tema "Bike Economy", tutta l'economia che ruota attorno alla bicicletta, ha annunciato l’associazione omonima. Anche quest’anno quindi si volgerà l’annuale parata di biciclette e mezzi ecologici che da anni invade letteralmente le strade di Torino.
Non era scontato. Infatti quest’anno prima di decidere se ripetere l’evento, Bike Pride ha voluto tastare il polso dei cittadini. Negli ultimi tre anni il contesto urbano è cambiato molto poco e fra le strade si è continuato a morire in un clima di apparente disinteresse da parte di Amministrazione, Polizia municipale e media. Aveva ancora senso scendere e pedalare in strada festosamente come se nulla fosse?
Bike Pride ha voluto intervistare direttamente i cittadini, e non solo i ciclisti, perché l'obiettivo di fondo della parata è mirare ad una città a misura di persona. Dal sondaggio, su di un campione di circa 500 risposte, è emerso un sentimento di profonda insoddisfazione e amarezza.
Il 47% degli intervistati ha proposto di organizzare un Bike Pride di protesta, mentre un 36% propone sempre una versione festosa ma consapevole che quest'amministrazione ascolta senza far nulla. Solo un 8% propone di non pedalare per protesta. Gli ottimisti sono solo il 9%: per questo campione l'Amministrazione ha fatto dei passi in avanti.
Nel 2013 Bike Pride ha portato fra le strade della città circa 30.000 cittadini in bicicletta, una partecipazione che non ha eguali in tutta Italia. È un messaggio molto forte che l’Amministrazione non sembra ancora aver recepito.
Tutti i cittadini – e non solo le decine di migliaia presenti ai Bike Pride – hanno chiesto una svolta coraggiosa e passi avanti concreti, ma zone 30, infrastrutture ciclistiche, pedonalizzazioni e controlli realmente efficaci sulle strade sono rimasti suggestioni timide, mai concretizzate.
“L’indicazione dei torinesi è chiara, noi continueremo a pedalare e a confrontarci serenamente con l'amministrazione” conclude Fabio Zanchetta, presidente uscente. “Molto di ciò che il Comune ha approvato e promesso – il “Biciplan” e il 15% dei proventi delle multe per finanziare il piano – l'ha fatto su pressione del Bike Pride e delle migliaia di persone che vi partecipano, con l’appoggio di tutte le altre associazioni”.
“Vogliamo solo ricordare all'amministrazione che il tempo non è infinito e che per cambiare la città ci vuole coraggio, anche andando controcorrente. Ma se la direzione è la stessa, c’è una fetta enorme della popolazione che remerebbe volentieri insieme alle istituzioni ed è pronta da tempo a dare più che una mano”.
Domenica 21 settembre è CAR FREE DAY europeo, e ci ritroveremo a pedalare, camminare e festeggiare un'altra volta, nonostante per ciclisti e pedoni ogni giorno per le strade non è ancora una festa.