Strisce blu, calano gli incassi. Edoardo Croci: “Ci sono meno auto, per fortuna, e troppe inefficienze, purtroppo”
Secondo l’economista ambientale Edoardo Croci, il calo nei proventi della sosta a pagamento nelle città italiane si deve a due ragioni: un calo, lento ma strutturale dell’uso dell’auto, e le troppe difficoltà normative e burocratiche del sanzionamento della sosta. E il futuro cosa ci riserva in campo parcheggi?
16 April, 2014
Diverse città italiane, Torino e Milano in testa, denunciano negli ultimi anni cali importanti negli incassi provenienti dalla sosta a pagamento sul territorio comunale. Siamo davanti a un fenomeno generalizzato? E quali sono le cause?
La tendenza in Italia è reale, questo possiamo dirlo con certezza anche senza avere statistiche aggiornate alla mano. Le ragioni sono molteplici, e la prima di queste credo vada salutata come un fatto positivo: stiamo assistendo ad un calo strutturale dell’uso dell’automobile. Un processo lento, ma inesorabile. Cala il numero delle immatricolazioni, cala il numero di auto circolanti, cala il traffico. E dunque calano anche i proventi della sosta. Prendo ad esempio la città che conosco meglio, Milano, dove il fenomeno è molto forte: Prima con Ecopass, poi con Area C, il traffico si è ridotto di un terzo nel centro di Milano, l’area da cui si ricavavano più ingressi derivanti dalle strisce blu. A questo si aggiungano servizi come il car sharing e il bike sharing, che si stanno imponendo sempre più come alternative rilevanti all’uso dell’auto… il veicolo privato in certe aree si usa meno, e dunque si parcheggia meno. Ma questa non è purtroppo l’unica ragione del calo di incassi. La seconda è più problematica, e riguarda invece l’incertezza generata dai buchi e dalle difficoltà interpretative della normativa che regola il sanzionamento della sosta. Da un lato non si conosce bene il perimetro d’azione su cui ci si muove: non è chiaro per esempio se gli ausiliari della sosta possano intervenire esclusivamente sulle strisce blu o no. Sentenze e interpretazioni discordanti hanno fatto sì che rimanga un forte dubbio sul fatto che questi ausiliari possano esigere multe al di fuori delle strisce blu, andando a sanzionare un parcheggio illecito al di fuori di queste. Si pensi poi alla recente polemica sulla “non multabilità” della sosta oltre l’orario pagato, che ha del paradossale…
Che ci sia più evasione a causa della crisi è possibile?
Non la metterei in questa forma. Non credo che sia la crisi il problema, quanto la funzionalità del sistema. La violazione compiuta sapendo di farla franca - possibilità che fra l’altro in Italia è statisticamente elevata – è estremamente diffusa, e non nasce certo con la crisi. Però, dal dopoguerra ad oggi l’utilizzo dei corpi di polizia municipale per il sanzionamento della sosta è stato in calo costante. Un po’ perché il personale è stato ridotto, un po’ perché sono aumentate le altre mansioni, dalla sicurezza al controllo sanitario e alimentare… di vigili urbani che facciano le multe ce ne sono sempre meno, insomma. E sapendolo, aumentano anche i casi in cui si decide di tentare la sorte.
Nel corso dell’ultima edizione di Citytech a Milano avevamo avuto modo di intervistare l'esperto di mobilità Óscar Rodrigues, che ci avva raccontato come a Lisbona si sia puntato moltissimo sulla digitalizzazione della sosta a pagamento e sull’efficientamento dei controlli per finanziare la mobilità urbana. (Intervista completa qui). Se è vero che gli investimenti fatti in questo campo ripagano abbondantemente, perché le città italiane non seguono l’esempio?
E’ vero che questi investimenti ripagano, eccome. E la tecnologia è già qui. Ormai sia in Europa che in America esistono diversi dispositivi che consentono un utilizzo e controllo degli stalli di sosta che prima era inimmaginabile. Esistono sensori in grado di rilevare se un certo stallo è occupato o no, se il ticket è stato pagato, o se è scaduto il tempo di permanenza. Sono strumenti che consentono perfino di attivare il sanzionamento in automatico incrociando i dati della targa con le immagini fotografiche…
E quindi? E’ un problema di mancanza di liquidità per poter cominciare l’investimento?
Direi prima di tutto che è un problema di inerzia amministrativa e di gestione. La PA fa sempre fatica a cambiare e ad adeguarsi alle innovazioni tecnologiche. Soprattutto quando il servizio di gestione della sosta è affidato a soggetti pubblici che si occupano di molte altre cose assieme, e che non lo ritengono certo il loro core business. I privati avrebbero un interesse sicuramente maggiore ad investire in sistemi più avanzati.
La digitalizzazione del sistema di sosta potrebbe invertire la tendenza calante negli incassi dei Comuni o avrebbe poco peso nella questione?
Probabilmente diminuirebbero le multe e aumenterebbero di gran lunga gli incassi diretti dalla sosta. Che poi dovrebbe essere l’obiettivo dei Comuni: lo scopo non è fare le multe. Un sistema digitalizzato e trasparente è un vantaggio sia per l’amministrazione che per il cittadino. Si tradurrebbe in un miglioramento dei servizi, permetterebbe agli automobilisti la comodità di poter effettuare il pagamento a distanza, direttamente dal cellulare e senza dover più ricorrere a sistemi obsoleti come il gratta e sosta ; consentirebbe di prenotare il posteggio in anticipo, evitando la caccia al parcheggio (NB: su questo punto si vedano le teorie di Donald Shoup sul crusing, l’intasamento causato dagli automobilisti che cercano di posteggiare); soprattutto permetterebbe di prolungare la sosta a distanza, evitando di dover correre al parcheggio per evitare la multa. E poi sì, anche il sanzionamento digitalizzato sarebbe in ogni caso più efficace. Sicuramente più di quanto non avvenga oggi, con automobilisti che ricevono a casa la notifica di multe prese due anni prima, quando non si ricordano più nemmeno dove fossero. Insomma, dall’innovazione tecnologica ci guadagneremmo tutti.
Quanto tempo ci vorrà allora perché questi sistemi diventino realtà quotidiana in italia?
Io sono convinto che in molte città italiane le cose stiano cominciando a muoversi, soprattutto grazie ai bandi Smart City del Ministero . (NdR: si vedano a titolo d’esempio il progetto UrbeLog e Ci.Ro, che coinvolgono Milano, Torino, Genova e Napoli). D’altronde gli incassi della sosta sono troppo importanti per sprecarli in questo modo. Quasi tutte le città italiane riscuotono meno del 50% dalle multe per il mancato pagamento della sosta, e in alcune aree, soprattutto al Sud, la percentuale si ferma al 10%. Ma prendiamo ancora Milano ad esempio: oggi uno stallo di sosta in centro mostra chiaramente che i conti non tornano. Le statistiche ci dicono che gli incassi corrispondenti equivalgono a un uso di un paio d’ore al giorno, quando sappiamo benissimo che quei posti blu sono usati praticamente di continuo. Le città italiane non si possono più permettere queste inefficienze. Oltretutto, ci si dimentica spesso che per legge il 50% dei proventi delle sanzioni per sosta sono vincolati a interventi di sicurezza stradale e mobilità sostenibile. C’è stata purtroppo una grave mancanza di controllo da parte del Governo centrale e della Corte dei Conti si questo punto, probabilmente per non infierire ancora di più sui comuni con i bilanci in rosso, ma questa, se usata correttamente, è una risorsa straordinaria per lo sviluppo della città. Io credo che Smart City porterà innovazioni importanti in Italia. Queste cose le vedremo anche nelle città italiane, tra qualche anno. Forse siamo in ritardo, ma sulla strada giusta.
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