Ilva, finalmente approvato il Piano Ambientale. Legambiente Taranto: "Lo verificheremo"
Legambiente Taranto: "Finalmente dopo due mesi dal termine previsto del 28 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato il "Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria" per l'Ilva di Taranto. Lo verificheremo con le Osservazioni presentate a novembre. Ora il Piano Industriale, senza perdere altro tempo"
04 May, 2014
Finalmente, dopo due mesi dal termine previsto del 28 febbraio, il Consiglio dei Ministri ha approvato il "Piano delle misure e delle attivita' di tutela ambientale e sanitaria" per l'Ilva di Taranto, fissando così le azioni e i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell'A.I.A. rilasciata nel 2012. E' bene ricordare che si trattava di un termine - già prorogato rispetto a quello originariamente previsto - stabilito dal recentissimo ultimo decreto sull'Ilva (il quarto) convertito in legge il 6 febbraio 2014.
Entro 30 giorni dovrà ora essere adottato - ci auguriamo senza rinvii e ulteriori perdite di tempo - il Piano Industriale da cui, in concreto, dipende la possibilità di porre davvero fine ad una storia infinita di danno alla salute e inquinamento ambientale, attraverso il risanamento dello stabilimento siderurgico. Il Piano Industriale, infatti, non potrà non dire parole chiare sul nodo con cui ci si scontra fin dal primo momento: l'entità delle risorse necessarie per attuare l'AIA e modificare il ciclo produttivo. Le voci e le ipotesi su un diverso assetto produttivo dell'Ilva, con il ridimensionamento dell'area a caldo e l'utilizzo di altre tecnologie produttive, più rispettose per la salute e l'ambiente, dovranno così trovare conferma in ipotesi concrete ed uscire dal novero delle indiscrezioni e delle dichiarazioni d'intenti.
Non è un fatto marginale, ma il fulcro di qualunque ragionamento sul futuro dell'Ilva e, quindi, di Taranto. Abbiamo detto più volte che la produzione di 8 milioni di tonnellate annue, autorizzata dall'attuale AIA, non è compatibile con la piena e certa salvaguardia del diritto alla salute se realizzata sulla base esclusiva dell'attuale ciclo produttivo. L'utilizzo del metano e del ferro preridotto può consentire di mantenere quella capacità produttiva: in mancanza, continuiamo a ritenere necessario che essa venga ridotta entro limiti che garantiscano la compatibilità con la salute e con l'ambiente.
Rispetto al Piano Ambientale, confermato - purtroppo - l'allungamento al 2016 dei tempi concessi per il completamento degli interventi previsti dall'AIA del 2012, verificheremo le eventuali modifiche apportate rispetto alla Bozza su cui, a novembre del 2013, Legambiente ha presentato ufficialmente numerose Osservazioni chiedendo in generale l'approvazione di prescrizioni volte a ridurre drasticamente e nei tempi più celeri le concentrazioni dei vari inquinanti immessi nell'ambiente, adottare le nuove MTD (Migliori Tecnologie Disponibili) approvate dalla Commissione Europea nel febbraio 2012, le migliori tecnologie in assoluto e limiti di emissione più rigorosi di quelli previsti dalla legislazione nazionale e regionale, nonché il ricorso all'innovazione tecnologica nel processo produttivo.
Soprattutto verificheremo la presenza di prescrizioni su eventuali interventi, monitoraggi o precauzioni da porre in essere, in attesa del completamento delle opere previste dall'AIA, per ridurre i rischi sanitari e le conseguenze sull'ambiente, a partire dai Parchi Minerali (la cui copertura rimane la vera cartina di tornasole dell'effettivo avvio dei risanamento dello stabilimento).
E, più in particolare, le risposte alle nostre richieste che riguardavano, ad esempio, l'incapsulamento degli impianti responsabili delle emissioni diffuse e fuggitive, l'adozione generalizzata di filtri a tessuto alle varie fonti di emissione, il monitoraggio in continuo presso gli impianti maggiormente inquinanti, l'implementazione del sistema di video – sorveglianza, l'adozione per la Cokeria di innovazioni tecnologiche nel processo produttivo per eliminare o ridurre l'utilizzo di coke o, in mancanza, la chiusura di almeno quattro delle batterie dal maggior impatto ambientale e dalla minore efficienza tecnologica, prelievi delle acque effettuati a "piede" di ogni impianto e valori di concentrazione rispettati non solo dai reflui scaricati a mare ma anche da quelli dei singoli impianti interessati prima della miscelazione con le acque affluenti nei canaloni con particolare riguardo alla presenza di selenio nelle acque di cokeria, la razionalizzazione dell'utilizzo delle acque ad uso industriale con adozione di sistemi di massimo riutilizzo delle acque di raffreddamento e di processo dell'azienda.