Rifiuti tombati nella Provincia di Foggia. La denuncia di Legambiente approda in Parlamento
L’On. Ermete Realacci interroga i Ministri dell’Ambiente, dell’Interno e delle Politiche Agricole. Tarantini di Legambiente Puglia ribadisce: «Urge la caratterizzazione, la messa in sicurezza dei siti e l’approvazione di un piano di recupero ambientale delle 2.579 cave pugliesi dismesse
13 May, 2014
Tarantini ribadisce: «Urge la caratterizzazione e la messa in sicurezza dei siti ma anche il monitoraggio e l’approvazione di un piano di recupero ambientale delle 2.579 cave pugliesi dismesse che rischiano di diventare luoghi privilegiati per lo smaltimento illecito di rifiuti»
Con una interrogazione rivolta al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero dell’Interno e al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’On. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, fa propria la denuncia di Legambiente Puglia e del suo presidente Francesco Tarantini circa il ritrovamento di migliaia di tonnellate di rifiuti illecitamente smaltite nel territorio della provincia di Foggia.
In particolare, alla luce degli allarmi lanciati dall’associazione ambientalista e dalle notizie diffuse dagli organi di stampa, l’On. Realacci, riprendendo i dati del Rapporto Ecomafia di Legambiente, sottolinea la particolare preoccupazione che l’attuale stato delle cose suscita, riportando altresì le numerose inchieste sullo smaltimento illegale di rifiuti condotte nella provincia di Foggia e citate dallo stesso presidente Tarantini, come Rabbit, Veleno, Black River, sulla megadiscarica che ha deviato il percorso del fiume Cervaro, Black Wear, sui rifiuti tessili bruciati e sotterrati.
L’invito del presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è quello di avviare con urgenza il monitoraggio e la messa in sicurezza dei siti sequestrati, anche con l’analisi delle eventuali falde acquifere sottostanti, per poi procedere alla caratterizzazione dei rifiuti illecitamente smaltiti, come più volte richiesto dalla stessa Legambiente Puglia. Al Ministro dell’Interno, invece, l’On. Realacci, chiede, di concerto con gli enti locali, di rafforzare il controllo delle Forze dell’Ordine sulle cave dismesse al fine di evitare che si trasformino in discariche abusive. Non da ultima per importanza, l’istanza avanzata al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali di promuovere un monitoraggio sulla salubrità dei terreni e delle colture nelle aree adiacenti alle discariche poste sotto sequestro dall’autorità giudiziaria.
Alle parole dell’On. Realacci fanno eco quelle di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, che precisa: «Ribadiamo la necessità di provvedere alla caratterizzazione e all’analisi di rischio dei siti potenzialmente inquinati dai rifiuti tombati e successivamente alla bonifica. Il Governo e il Parlamento accelerino il processo di risanamento ambientale non solo semplificando la normativa vigente, come fatto negli ultimi due anni, ma anche risolvendo l’annoso problema di reperimento delle risorse economiche. Mentre la Regione Puglia avvii un monitoraggio e approvi un piano di recupero ambientale per le 2.579 cave abbandonate e/o dismesse che rischiano di diventare luoghi privilegiati per lo smaltimento illecito di rifiuti.