Via d’Acqua, intervista ai "No Canal": ora il progetto va fermato
Il progetto Via d’Acqua si è ancora più complicato, dopo le recenti vicende giudiziarie che colpiscono l'evento EXPO, ma soprattutto la Maltauro, l’azienda incaricata dei lavori per il canale. Luca Trada, del comitato No Canal: già la proposta "interrata" ci lasciava molti dubbi, ma dopo quanto successo per noi la Via d'Acqua va annullata
15 May, 2014
di Stefano D'Adda
Partiamo dal progetto tecnico della Via d’Acqua Sud. Expo un passo indietro l’aveva fatto, circa 10 giorni: passare sottoterra nei parchi Trenno e Pertini. Non è bastato ai comitati?
Era un bicchiere mezzo pieno che finchè non vediamo le carte non possiamo giudicare. Ci sarebbero comunque punti aperti da capire: cosa fanno dei terreni da bonificare tra via Castellanza e via Quarenghi (ma qui una risposta c'è, NdR)? Cosa faranno nel Parco delle Cave, nell'area tra Trenno e le Cave e nel parco del Deviatore Olona? Ultima ma fondamentale, a noi risulta che fare tutto quel tracciato interrato sia impossibile; gli stringi-tubo dopo 400/500 metri devono emergere, ci vogliono degli sfiatatoi e poi le micro-talpe che vorrebbero usare vanno solo in linea retta, mentre il tracciato del canale lì fa tante curve. Ma ora questi ragionamenti tecnici ci sembrano superflui.
Perché sono superflui?
Perché oggi è ancor più chiaro quanto il progetto Via d'Acqua fosse costoso e inutile. Con le indagini sugli appalti "comprati" tutto è chiaro. Ora capiamo perché non abbiamo mai avuto concrete e determinanti giustificazioni tecniche al progetto. C'erano solo dei grandi interessi sotto. Non certo quello di recuperare l'acqua, né per l'agricoltura della zona, né per il Naviglio, perché ci sono tanti altri modi per farlo.
Ma la Via d'Acqua non aveva anche un interesse collettivo, rendere più attrattivo il territorio per EXPO, collegare con l'acqua e una ciclabile dedicata i Navigli al sito? Giusto privare di questo progetto tutti i milanesi?
Io dico che molti non conoscono il nostro territorio. Già oggi se uno vuole parte da Molino Dorino in bicicletta in sicurezza, attraversando solo 10 metri di strada in via Caldera, e arriva in bici in via Cancano. Tagliare in bicicletta i nostri parchi già si può fare, basta solo completare l'esistente con le indicazioni, le panchine, l'arredo. Pensa che dei 40 milioni circa previsti per la Via d'Acqua Sud, ben 22 milioni di euro sarebbero per la ciclabilità! Io dico che rendere fruibile e "turistico" per EXPO l'esistente, lo si può fare spendendo un decimo. Ma si vede che EXPO aveva esigenza di movimentare molti più soldi ...
Annullare il progetto significherebbe avere forti penali da pagare ...
Non è vero. Questo discorso che ci siano penali da pagare al BIE non è vero perché la centralità del progetto Via d'Acqua per EXPO, dopo che si è abbandonato il progetto "leonardesco" della navigabilità, non c'è più. E poi quante sono le cose "saltate" dal dossier EXPO? Le strade, le metropolitane che non faranno: lì non ci sono le penali!?
Cosa accadrà ora?
Per noi si deve fermare tutto. Poi non ci sono più i tempi. Sala aveva detto già venti giorni fa che ormai la Via d'Acqua non sarebbe stata pronta per EXPO. Ora, se tutto va bene, partiranno ad agosto, quando non ci saranno i cittadini a presidiare. Saranno otto mesi di ritardo, se va bene sarebbe pronta a novembre 2015, ad EXPO finita. Vale la pena buttare via 40 milioni di euro così?
Molti vi accusano di essere anche contro EXPO, non solo contro la Via d'Acqua
Prima delle attuali vicende c'erano dentro i comitati due posizioni: chi voleva cambiare progetto, solo per difendere i parchi, e chi era già critico su EXPO in generale. Ora le vicende giudiziarie hanno spostato molta gente dalla prima alla seconda posizione, quella di chi pensa che tutto l'evento EXPO sia una sciagura. E' la politica ora deve intervenire. E' evidente che la magistratura fa il suo lavoro, ma non fermerà i cantieri. Invece per noi l'appalto per la Via d'Acqua, quello della Maltauro, va annullato e il progetto cancellato.