"Uberpop, ora servono delle regole"
Da Metro news del 12 / 5 / 2014.Chi si presta a fare il tassista “temporaneo” con la propria auto rischia sanzioni molto pesanti (fino a 7000 euro) - da Metro news del 12.5.2014
16 May, 2014
di Barbara Covili
Più che di sharing economy in questo caso si può parlare di economia della crisi. Il nuovo servizio lanciato da Uber a Milano che si chiama UberPop sembra costruito sull'esigenza, che ormai attanaglia tutti, di poter guadagnare qualche soldo in più per sbarcare il lunario. Tramite l'applicazione per smart phone è possibile prenotare una vettura ed essere raggiunti da chi si è iscritto al programma in qualità di autista e si trova in prossimità del richiedente. Per accedere al network di autisti, Uber controlla che il veicolo sia assicurato e che il conducente, oltre ad essere munito di licenza di condurre, non abbia carichi giuridici. Il problema però è che, come ben chiarito da un comunicato diffuso da Palazzo Marino, chi si presta a fare il tassista “temporaneo” con la propria auto rischia sanzioni molto pesanti (fino a 7000 euro), la confisca del veicolo e la sospensione della patente perché si viola il codice della strada che impedisce questo tipo attività in maniera specifica. Non si discute sulla bontà tecnologica della APP messa a punto da Uber e neanche sulla originalità dell'idea, così come non si discute del fatto che le innovazioni tecnologiche stanno consentendo la nascita di nuovi lavori fino ad ora sconosciuti, ma si rende assolutamente necessario a questo punto un intervento diretto sulla materia di tipo regolatorio, affinchè non si creino situazioni “fuori legge” e affinchè sia consentito anche lo sviluppo di nuove professioni. Perché anche sotto il profilo fiscale, non esiste chiarezza nel rapporto tra il conducente e il passeggero, mentre risulta alquanto chiaro il ruolo di Uber che si definisce come puro “intermediario” che mette a disposizione uno spazio virtuale, assicurandosi una percentuale pari al 20% del costo del servizio.
Deleghiamo le future aree metropolitane a legiferare sul tema
Il nostro sistema di leggi non contempla le nuove opportunità che nascono dallo sviluppo tecnologico e il problema riguarda proprio il cercare un equilibrio tra ciò che l'innovazione tecnologica consente e la tutela di chi oggi esercita servizi nel rispetto delle normative vigenti e rispettando codici ben strutturati. Serve una presa di posizione chiara e una mediazione che consenta la pacifica convivenza. Se sembra improbabile un intervento veloce e significativo del governo, perché non accogliere la proposta congiunta dell'assessore alla Sicurezza e Polizia locale Marco Granelli e l'assessore alla Mobilità del Comune di Milano Pierfrancesco Maran, che propongono di delegare le future città metropolitane a legiferare direttamente su queste materie?