Taxi contro Uber: chi ha ragione? La protesta anche a Londra
La polemica fra Uber e i tassisti non tocca solo Milano. Proprio in questi giorni, i celebri cab londinesi sono scesi in piazza per protestare contro la californiana Uber e la sua app per il noleggio auto con conducente via smartphone. Il caso è attualmente all’esame di Transport for London
19 May, 2014
A Milano i tassisti sono scesi in piazza con i cartelli e con l’arma più potente a loro disposizione: uno sciopero di 24 ore, che ha lasciato a piedi i tanti cittadini che abitualmente usufruiscono del servizio e soprattutto ha lasciato il dubbio di aver fatto più pubblicità che danno ai rivali di Uber. “Prima della protesta dei taxisti nemmeno lo conoscevo” scrivono parecchi utenti su twitter, o ancora “io avrei preso il taxi, ma siete in sciopero: Uber no”. E se da una parte i sostenitori del nuovo servizio – nato a San Francisco pochi anni fa – sfidano le autorità italiane a non darla vinta alla “lobby dei tassisti”, dall’altra parte i tassisti che hanno pagato cara la loro licenza se la prendono con il governo proprio perché consente a Uber di far loro “concorrenza sleale”, offrendo lo stesso servizio senza dover pagare nessuna licenza. Il solito pasticciaccio all’italiana? Veramente no.
A Londra proprio in questi giorni, gli autisti dei celebri black cab sono scesi in piazza come i nostri. A protestare contro Uber. Le rivendicazioni sono le stesse: troppo facile acchiappare i clienti con un’app, applicare le stesse tariffe – che per di più sono modulabili sulla base della velocità oraria – e permettere loro di pagare con un click sul proprio cellulare, conoscendo in anticipo l’ammontare della spesa. Il tutto sempre senza licenza. Ma al di là delle rivendicazioni sindacali, una volta che un servizio più comodo viene fornito al cittadino, si può davvero pensare di fermarlo? “E’ come se i postini scioperassero contro gmail” si legge sui social network. L’esempio non sarà propriamente corretto, ma rende l’idea. Una protesta che cercasse di ostacolare la rapidità del servizio offerta dall’applicazione per smartphone non andrebbe molto lontano. (Per quanto uno dei punti della “mediazione” proposta dall’Assessore Maran sia proprio questo: “Dal momento della prenotazione all’inizio del servizio dovranno decorrere almeno 90 minuti”. Una condizione che di fatto metterebbe Uber fuori gioco nelle situazioni d’emergenza). E infatti la questione centrale per i tassisti resta la licenza: “Nulla importa se io tassista sono regolamentato in tutto e per tutto – ci scrive polemicamente un lettore - necessito di tre patenti, pago il 60% in più di assicurazione per i terzi trasportati. Il mercato esige che l'abusivismo venga legalizzato, non importa la conseguenza”.
Il caso Uber è il tormentone mediatico di questi giorni, ma vale la pena ricordare che la polemica era scoppiata già mesi fa. Riproponiamo un estratto di un articolo scritto a novembre 2013 dall'esperto di traffico urbano Alfredo Drufuca (Polinomia e Bike Italia) in seguito ad una protesta di categoria: "(...)Nascosti sotto questi aspetti specifici e, vien da dire, in parte strumentali, si cela in realtà il vero malessere della categoria, quello che nasce dalla progressiva erosione delle quote di mercato protetto sul quale il settore ha sino ad oggi potuto contare. Il cartello "UBER GO HOME" issato dai manifestanti di piazza Scala la dice lunga, come la dice lunga la richiesta di abbattere i privilegi alla circolazione concessi al car sharing, tutti al loro dire 'concorrenti sleali'. I termini della questione sono al tempo noti e complessi, e non è ovviamente possibile richiamarli e tantomeno svilupparli in questa sede; si sottolinea solo come queste difese corporative del proprio mercato siano piuttosto miopi, dato che ripropongono una offerta di trasporto non solo ormai lontana dai bisogni di molti consumatori, ma addirittura impermeabile alle rivoluzioni tecnologiche attuali e prossime. Un tipo di monopolio che non potrà durare a lungo: prima i tassisti ne prenderanno atto, meglio sarà per loro e per i consumatori.
Anche perchè, tra 20 anni, le automobili avranno la guida automatica". (Leggi l'articolo completo)
Il caso non è facile da risolvere, e le proteste stanno esplodendo in diverse città europee, da Parigi a Madrid. Nei prossimi giorni dovrà pronunciarsi sull’argomento anche l Ministro Lupi ma al momento le parti in gioco sembrano ben lontane da un accordo. Nella stessa situazione anche Londra: il caso è ora all’esame di Transports for London, che nelle prossime ore dovrà dare il proprio parere sulla necessità di acquisire una licenza anche per gli autisti di Uber.
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I tassisti contro Uber (La Stampa del 20.05.2014)