Tra Uber e taxi lo scontro finale
da Metronews del 20.05.2014
20 May, 2014
L'opinione di Paola Rizzi
Alzi la mano chi nella guerra tra Uber e i taxi non goda all’idea di una sconfitta della lobby dei tassisti. Perché una cosa è certa: sono loro i più grandi nemici di sé stessi, dall’alto o dal basso della loro rendita di posizione difesa a colpi di blocchi stradali e guerre corporative capaci di respingere al mittente anche l'indimenticato tentativo di liberalizzazione dell’allora ministro dell’economia Bersani. Mentre tutti noi perdiamo ogni giorno pezzetti di “diritti acquisiti” i tassisti sembrerebbero voler passare indenni attraverso crisi e nuovi assetti del mercato. Ma Uber, la app emergente acquistata da Google che permette di noleggiare auto private con conducente ormai diffusa in una 40ina di città del mondo, promette qualcos’altro, senz'altro più radicale: la fine dell'era dei taxi. Come in altri settori investiti dalla tecnologia (vedi i giornali travolti dalla rivoluzione digitale) il tema è che cosa resterà del vecchio mondo dopo il passaggio del tornado delle app e della sharing economy e se quel qualcosa che si annuncia sarà meglio o peggio.
Secondo i tassisti sarà peggio, perché finiremo in balia di autisti improvvisati e senza regole, per Uber sarà meglio perché aumenterà la concorrenza, i prezzi scenderanno, più conducenti potranno lavorare senza le forche caudine delle licenze. Ma per noi utenti? Sarà meglio? Questo ce lo dovrebbero garantire i Governi e gli amministratori pubblici che invece su questo tema sono quasi afoni. Da questo punto di vista per una volta non siamo messi peggio dei colleghi europei. Il ridicolo lo ha superato il governo Hollande, che ha imposto agli autisti di Uber di rispondere alle chiamate dopo 15 minuti, per favorire la lobby dei tassisti, anche lì potentissima, salvo poi vedersi annullare il provvedimento da una corte di Giustizia. Il ministro Lupi sembra ora volersene occupare, dopo l’indegna gazzarra scatenata da alcuni tassisti milanesi. Alla buon ora: la cosa peggiore sarebbe che a imporre le regole fossero una vecchia lobby bollita o una nuova agguerritissima e globale, (Google & c., mica pizzi e fichi), senza nessuno a prendere le nostre parti.