Ravenna 2014, fare i conti con l'ambiente. La testimonianza di Antonio Castagna
Fare i conti con l’ambiente - Ravenna 2014 è una manifestazione, giunta alla 7^ edizione, che si svolge interamente nel centro storico pedonale di Ravenna. Un evento a km zero declinato in tecnica, cinema, musica e arte
23 May, 2014
Antonio Castagna
PRIMO GIORNO
Ieri a Ravenna Antonio1 e Antonio2 si sono seduti calmi in sala e si sono goduto un pomeriggio in cui si parlava di rifiuti e partecipazione del cittadino.
Hanno raccontato come da alcuni focus group, a Modena, hanno capito quali cose stanno a cuore ai cittadini, su cosa chiedono di capire e sapere di più, e hanno visto che era un po’ diverso da come se lo immaginavano i dirigenti.
Hanno raccontato di come il concetto di progettazione partecipata a volte diventa una retorica e bisogna sempre capirsi su cosa stiamo chiedendo la partecipazione, che responsabilità comporta per gli amministratori, ma anche per i cittadini. Abbiamo capito che la partecipazione è bella e che però affinché sia anche utile dobbiamo capirne di più i limiti.
Hanno raccontato di come le attività di riuso talvolta siano già pratica diffusa tra i cittadini e come ci siano diverse imprese (formali e informali) che lo fanno e lo promuovono e che forse magari si potrebbe partire da lì per potenziarne le possibilità. Anche le cose che fanno i cittadini e le imprese sono già di per sé partecipazione.
Hanno raccontato di come un’analisi epidemiologica condotta facendo comprendere ai cittadini tutti i passaggi, aiuti a capire meglio di cosa bisogna preoccuparsi quando vicino casa tua mettono un impianto di incenerimento. E di cosa, invece, non vale proprio la pena prendersi pensiero.
Hanno raccontato di come gli open data, con qualche limite, possono aiutare i cittadini a partecipare, e come certe volte i cittadini stessi si sono messi in contatto con la Pubblica Amministrazione per correggere dei dati sbagliati e di come le persone che lavorano nella P.A. abbiano risposto grazie, lo facciamo subito.
Avrei voluto fare un sacco di domande per capire meglio tanti risvolti di quello che mi hanno raccontato. Ma tutto si è svolto a ritmo serrato e spazio per le domande non ce n’è stato. Peccato.
Però una cosa mi ha molto colpito, e cioè che Ravenna è in Italia e che i racconti presentati restituivano un’immagine di questo paese dove ci sono molte persone che studiano, si impegnano, fanno bene il loro mestiere. E alcuni sono nel campo della ricerca, altri nel campo delle imprese (sociali e non), altri addirittura sono assessori di qualcosa.
SECONDO GIORNO
Anche ieri, Antonio 1 e Antonio 2 si sono messi buoni buoni e per tutto il giorno hanno seguito un LabMeeting su evoluzione o involuzione nello scenario italiano sulla gestione dei rifiuti dove hanno imparato un mucchio di cose. Ad esempio, che la produzione di rifiuti nel mondo raddoppia ogni 5 anni; che in Germania e altri paesi del nord Europa, la tariffa sui rifiuti è molto ma molto più alta che in Italia, anche per questo fare certe cose gli riesce meglio; che le direttive europee hanno adottato il concetto di materia prima seconda (ad esempio, il ferro raccolto, dopo aver verificato che non contenga agenti inquinanti, viene riavviato in fonderia) grazie a indicazioni e delle buone pratiche sperimentate in Italia; che importiamo rottami di ferro dall’estero, perché non abbiamo esteso abbastanza le nostre buone pratiche (le abbiamo insegnate agli altri prima di finire di impararle); che la legislazione italiana è talmente frammentaria e contraddittoria da poter essere definita “La normazione a cerotti”; che certe volte sbagliamo la traduzione dall’inglese delle direttive UE tanto che il concetto di “vietato mescolare categorie diverse di rifiuti” diventa “vietato mescolare rifiuti di diversa pericolosità”, che non vuol dire esattamente la stessa cosa e che non c’entra nulla con il contenuto della norma.
Insomma, ho imparato che in Italia si fanno delle cose benissimo. E delle cose malissimo. Antonio 1 ha fatto la faccia rassegnata. Antonio 2 si è alzato dalla sedia esasperato ed è andato ad abbracciare una docente dell’Università di Bologna, dove hanno cominciato a rigenerare e riutilizzare vecchi computer risparmiando, dichiara, 100.000 €. “Ho bisogno di certezze e rassicurazioni”, ha detto A2 alla professoressa, "voglio tornare a casa domani con la certezza che si può fare”.
In serata, Simonetta Tunesi, che è una super esperta di bonifiche, riconosciuta in tutto il mondo, ha presentato alla libreria Feltrinelli (a settembre ci avevo presentato “Tutto è monnezza”), “Conservare il valore”, edito da Luiss University Press. Per parlare di rifiuti è partita dal concetto di disuguaglianza. Infatti in occidente importiamo materia prima ed esportiamo rifiuti. Ai paesi esportatori di materia prima restano i rifiuti, mentre non si riesce a sviluppare un apparato industriale. Il libro sviluppa inoltre dei metodi di analisi che dovrebbero aiutarci a decidere in maniera razionale su impianti, inquinamento, ecc. E’ un tomo di almeno 400 pagine scritto per chi deve decidere, affinché faccia meglio il suo mestiere. Antonio 1 e Antonio 2 I’hanno comprato subito, anche se non devono decidere niente.
A1: Ora andrai ad abbracciarti anche la Tunesi?
A2: Sei invidioso perché a me le persone mi vogliono bene e mi abbracciano volentieri.