Il Falco Pellegrino va in città
Dopo la scoperta di un nido di Falco pellegrino al 31esimo piano del Pirellone a Milano, abbiamo intervistato Enrico Bassi, naturalista ornitologo collaboratore del Parco Nazionale dello Stelvio. Ecco perché non dobbiamo stupirci se questo magnifico rapace sceglie la città per nidificare.
25 May, 2014
di Aglaia Zannetti
Aglaia Zannetti: Enrico, innanzitutto le chiedo un po’ di storia e di informazioni sul Falco pellegrino
Enrico Bassi: Il Falco pellegrino (Falco peregrinus) è un rapace, un tipo di uccello predatore che si distingue per il volo particolarmente agile, potente e velocissimo, caratterizzato da picchiate incredibili . Ornitofago (si ciba, cioè, unicamente di altri uccelli) nidifica sulle pareti rocciose e fino a metà del secolo scorso era una specie ben distribuita sia in Italia che in tutta Europa. Con l’impiego massiccio del DDT in agricoltura nei paesi industrializzati, negli anni ‘60 questo rapace stava per estinguersi: nei predatori superiori, infatti, tra cui, appunto, il nostro falco pellegrino, si verificava un accumulo progressivo di DDT causato a sua volta dall’avvelenamento della sua catena alimentare (costituita principalmente da piccioni, storni, rondoni, merli, tortore eccetera) con conseguenze negative sul livello di fertilità o l’assottigliamento del guscio delle uova .
Con la messa al bando del DDT e grazie ad una maggiore coscienza ecologica, la sorte del Falco pellegrino è cambiata e questo bellissimo rapace è stato protagonista di una ripresa demografica che lo ha messo al riparo dal rischio estinzione; voglio ricordare, inoltre, che la specie è stata anche oggetto di razzie da parte dei falconieri che prelevavano le uova in gran quantità per allevare i falchi in cattività.
A.Z. Che ci fa il Falco Pellegrino a Milano? Si tratta di un fenomeno raro o si hanno notizie di avvistamenti di altri esemplari che hanno nidificato in città?
E. B. In Lombardia esistono una sessantina di territori abitati dal Falco Pellegrino che ha ricolonizzato i siti rocciosi di Alpi e Prealpi. Contrariamente a quanto si crede, la sua presenza non è affatto nuova nei centri urbani! A Firenze, Roma e Bologna la nidificazione di questo predatore è monitorata da tempo. Anni fa erano già stati avvisati alcuni esemplari a Milano, sempre in zona Stazione Centrale (adiacente il Palazzo della Regione Lombardia, ndr) ma in effetti non era mai stato rinvenuto un nido. Questa nidificazione è quindi un buon dato.
A.Z. Perché scelgono le città, dunque?
E.B. Prima di tutto in città ci sono due-tre gradi in più in inverno. La caccia è bandita e non sono presenti altri predatori che possano entrare in competizione. I centri urbani, poi, sono ricchi di prede: storni, merli, rondoni, piccioni tornaioli, un vero banchetto per il Falco pellegrino! Il grattacielo scelto qui a Milano è una “semplificazione” della parete rocciosa naturale ed è perciò un luogo che soddisfa le sue esigenze.
A.Z. I piccoli di Falco pellegrino sono stati trovati, per caso, nel sottotetto del Pirellone, al 31esimo piano, a quota 125 metri. Chi si occuperà di loro ora?
E.B. Il Dott. Guido Pinoli (naturalista, ex direttore del Parco di Pineta, in Regione Lombardia dal 2012, ndr.) si è recato sul posto – è lui che ha scattato le foto, pubblicate in questi giorni, dei piccoli Falchi pellegrini nel loro nido – e si occuperà direttamente della cosa. La fauna selvatica, infatti, non va manipolata né spostata, ragion per cui la famiglia di pellegrini potrà restare nel suo nuovo sito. Ho saputo che sarò installata una webcam per seguire le ultime fasi della nidificazione.