Raccolta differenziata nelle grandi aree metropolitane, un confronto al “Milano Recycle City”
L'incontro, moderato da Enzo Favoino della Scuola Agraria del Parco di Monza, all'interno del workshop internazionale sul riciclo dei rifiuti, ha ospitato i rappresentanti istituzionali di Olanda e delle città di New York, Berlino, Göteborg, e Lubiana
06 June, 2014
di Aglaia Zannetti
Migliorare l’efficienza del waste management e promuovere il concetto di economia circolare trasformando i rifiuti in risorse. Questo l’obiettivo dell’ incontro svoltosi nel pomeriggio di venerdì 6 giugno alla Fabbrica del Vapore di Milano nell'ambito dell’evento “Milano Recycle City”. Un confronto tra le best practices nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani delle aree metropolitane vaste e ad alta densità abitativa, da Milano a New York, Berlino, Göteborg, in Svezia, e Lubiana, in Slovenia, e alcune municipalità olandesi, per comparare cifre , metodi e approcci facendo tesoro delle differenti esperienze.
Unanime il giudizio positivo espresso dagli ospiti internazionali intervenuti alla conferenza nei confronti dei risultati ottenuti dalla città di Milano che nel mese di Maggio ha toccato la soglia del 50% di raccolta differenziata (partendo da un 36,7% del 2012) risultando così tra le migliori città a livello internazionale con più di un milione di abitanti, potendo contare proprio su un efficace sistema di raccolta dell’umido attraverso il porta a porta e l’utilizzo di sacchi in bioplastica compostabile che garantiscono una qualità elevata della raccolta dei rifiuti che, nel capoluogo lombardo, ha raggiunto il 95%. Haley Rogers , analista del Department of Sanitation of New York City ha parlato di Milano e New York come “città gemelle”, per caratteristiche di densità abitativa e per le sfide comuni attualmente in campo, sottolineando l’importanza di una contaminazione di esperienze tra Stati Uniti e città Europee.
Da Berlino Alexander Gosten, Direttore del Dipartimento per il Trattamento dei rifiuti della municipalizzata BSR, ha sottolineato la necessità di educare il cittadino, ancora non sufficientemente consapevole, affinché separi correttamente l’umido descrivendo la situazione berlinese come ancora non in linea con gli standard delle altre città tedesche, con un 40% di materiale organico buttato nell’ indifferenziata. Pål Mårten Jörgen Mårtensson, del Department of Sustainable Waste and Water del Comune svedese di Goteborg, seconda città portuale della nazione, ha parlato con entusiasmo del modello italiano definendolo il “modello per il futuro waste management” e sottolineando l’“impressionante lavoro” che Milano ha svolto in soli due anni raccogliendo il doppio degli scarti organici di qualsiasi altra città europea. Obiettivo della Svezia è, partendo dall’attuale 34%, raggiungere il 50% di raccolta differenziata come a Milano.
“Primi della classe” per quanto concerne il recupero energetico, gli svedesi si posizionano meglio degli Stati Uniti nel riciclo dei materiali con il 99%, e aderiscono al movimento “Zero Waste” che si pone dei chiari obiettivi nazionali e regionali per il “disaccoppiamento tra rifiuti generati e crescita economica” per arrivare a fare prevenzione sui rifiuti e raggiungere, appunto, il traguardo dello “zero”.
Per Gijs Langeveld, esperto olandese del Dutch Waste Management Association, i sacchetti biodegradabili milanesi sono un ottimo esempio da “esportare” in Olanda, che attualmente dispone solo di contenitori in plastica riciclabile, così come interessante è anche il nostro sistema di raccolta dei rifiuti all’interno degli edifici che in Olanda non c’è . Obiettivo dichiarato dal governo olandese è, partendo dall’attuale 50%, raggiungere entro il 2020 il 75% di raccolta differenziata.
L’ultimo relatore, Jože Gregoric , rappresentante della municipalizzata di Lubiana “Snaga”, ha spiegato come nella città slovena esistano attualmente 2091 siti di raccolta ecologica (compresa carta e metalli) e che l’obiettivo è di raggiungere entro i prossimi 5 anni il 66% di differenziata riducendo contemporaneamente i rifiuti in discarica del 25%.
All’evento sono stati presentati anche i risultati di un lavoro di benchmarking eseguito da Amsa in collaborazione con la Scuola Agraria del Parco di Monza, Ars Ambiente e Novamont.