Le bici scheletro di Porta Susa
Mentre si attendono sviluppi sul cicloparcheggio richiesto da con più di 1600 firme, fuori dalla stazione si continua ad assistere allo spettacolo delle biciclette parcheggiate ridotte a scheletri, dopo che i ladri hanno rimosso tutto il possibile
18 June, 2014
Di Moreno D’Angelo
A una decina di giorni dall’incontro con l’assessore all’Ambiente del comune di Torino, Enzo La Volta, le associazione dei ciclisti urbani riuniti nella Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) aspettano sviluppi dopo aver raccolto 1600 firme per la realizzazione di un cicloparcheggio presso la stazione di Porta Susa. Intanto fuori dalla stazione si continua ad assistere allo spettacolo delle biciclette posteggiate negli appositi spazi, che vengono rubate o ridotte a scheletri, dopo che i ladri hanno rimosso tutto il possibile in tutta calma durante la notte.
Un fatto che dimostra ulteriormente quanto il bisogno di un parcheggio custodito a lato della avveniristica stazione sia una necessità. Soprattutto per i tanti pendolari che utlizzano la bici e che, invece di essere premiati come cittadini virtuosi, rischiano di essere “puniti” ritrovando la propria due ruote smontata o non ritrovandola affatto. Quello dei furti è un notevole disincentivo ad un uso della bicicletta come ordinario mezzo di viabilità cittadina. All'attenzione manifestata dall'amministrazione cittadina fa da contraltare un tempo di relizzazione dell'opera che risulta alquanto lungo. Inoltre non sembrano allo studio sistemi con telecamere di controllo o guardiani, che potrebbero scoraggiare i malintenzionati in attesa che si realizzi il sospirato parcheggio.
In tutte le stazioni dei principali centri europei l’area parcheggio bici protetta è una componente ordinaria degli scali ferroviari. Doveva esserlo anche nel progetto della mirabolante nuova Porta Susa, ma la fila di bici posteggiate fuori sembra un'offerta speciale su cui i ladri possono fare la loro scelta con tutta calma. «Ci aspettiamo una soluzione – dice Samule Bavuso, presidente di Bici e Dintorni, l'associazione più numerosa dei ciclisti urbani torinesi aderente alla FIAB - Noi non possiamo far altro che sollecitare il comune dopo aver dimostrato con 1600 firme quanto il problema del cicloparcheggio sia sentito. Il nostro obiettivo è che la bici rientri a pieno titolo in quel discorso di intermodalità». Bavuso ha ricordato inoltre che con il parcheggio dovrebbe spostarsi nella stazione anche la sede di “To bike” attualmente in via Santa Chiara.