ForumRifiuti, Estella Marino: ecco perché ci sono i rifiuti nelle strade di Roma | Intervento completo
Estella Marino, assessore all'Ambiente di Roma Capitale, interviene al ForumRifiuti spiegando tutta la vicenda rifiuti a Roma: dalla chiusura di Malagrotta, ai rifiuti per strada, al futuro di raccolta differenziata
19 June, 2014
di Giorgia Fanari e Matteo Nardi
Tanti problemi, poche esperienze positive. Un mantra per il tema dei rifiuti affrontato nel corso della due giorni, romana del “Forum Rifiuti: dalle emergenze alle opportunità”, la prima Conferenza nazionale sui rifiuti che passa in rassegna le buone pratiche made in Italy di innovazione e gestione di rifiuti urbani, speciali e pericolosi.
Tra racconti di occasioni mancate, obiettivi lontani ma anche best practice, aziende che innovano e green economy tutta Italiana, c'è stato spazio anche per i rifiuti di Roma con Estella Marino, Assessore Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti del Comune di Roma, che ha inaugurato insieme a Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, la sessione del 18 giugno ripercorrendo le vicissitudini della Capitale da un anno a questa parte e ha reso noti i progetti di raccolta differenziata e nuova impiantistica.
DALLA FIRMA DELLA GIUNTA ALLA CHIUSURA DI MALAGROTTA
“Alla firma della Giunta abbiamo trovato il decreto dell'allora Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando che prorogava la chiusura di Malagrotta di altri 3 mesi e che dava mandato al Commissario straordinario all'emergenza rifiuti Goffredo Sottile di individuare entro il 31 luglio il sito per una nuova discarica. Il Commissario si è messo a lavorare in quella direzione, e contemporaneamente l'obiettivo per la Giunta era rispondere alla chiusura al 30 settembre di Malagrotta, senza prevedere un'ulteriore proroga come avveniva dal 2007: le regole vanno rispettate”, ha specificato Estella Marino. “Anche la ricerca di un nuovo sito per la discarica non si è rivelata affatto semplice, considerando che anche questo discorso andava avanti da 3 o 4 anni. Per questo abbiamo cominciato a lavorare al 'piano B': abbiamo individuato, attraverso una gara pubblica, dei siti di conferimento alternativi che si trovano in Emilia Romagna e in Piemonte”. Una soluzione tampone di massimo 2 anni che tuttavia permette di affrontare con calma l'individuazione della nuova discarica. “Senza contare – ha aggiunto - che a questo difficoltà si è aggiunto un braccio di ferro intenso con la Co.La.Ri, il soggetto privato – con a capo Manlio Cerroni - che oltre ad essere proprietario della discarica vi conferiva dai propri TMB, coperto anche da una velata minaccia di mandare Roma in emergenza rifiuti. Credo che la chiusura di Malagrotta è stata anche questo: non si può pensare di avere una gestione dei rifiuti sotto ricatto perchè non porta a compiere scelte corrette".
NUOVI IMPIANTI VERSO LA FILIERA DEL RICICLO E DEL RECUPERO
“Una virata a 180° gradi di un transatlantico”. Così Estella Marino ha definito la manovra che ha portato alla chiusura di Malagrotta e che ha portato ovviamente la città a confrontarsi con il problema dell'impiantistica. “Adesso, oltre a conferire i rifiuti fuori Regione, abbiamo avviato verifiche con gli uffici competenti e con l'urbanistica e tavoli tecnici con regione e provincia per individuare nuovi siti per la discarica ma anche e soprattutto per la nuova impiantistica. Roma è stabilmente consolidata su una maggioranza di quantità di indifferenziata che ha previsto soprattutto l'utilizzo di TMB, termovalorizzatori e discarica e non si è dunque pensato alla costruzione dell'impiantistica della filiera del recupero e del riciclo. Per evitare di avere problemi e blocchi in un momento successivo, sto facendo numerosi studi e ho chiesto anche all'urbanistica di aiutarci a verificare sin da subito le aree adeguate che rispettino tutti i vincoli. Questo lavoro non è stato ancora concluso, tuttavia – ha sottolineato l'assessore - preannuncio che data l'urbanizzazione di Roma, la stratificazione dei vincoli urbanistici, archeologici e idrogeologici, la complessità del territorio e i 14 parchi regionali che sono presenti, sono davvero pochissime le aree che hanno tutti i criteri adeguati per poter inserire un'impiantistica industriale per i rifiuti. Il problema quindi si porrà sicuramente, non perchè non si vogliono fare impianti a Roma, ma perchè potrebbero non esserci aree adeguate.
PERCHÉ CI SONO I RIFIUTI IN STRADA?
Estella Marino ci tiene anche a spiegare i motivi per cui in questi mesi più volte – per non dire giornalmente – sono stati segnalati rifiuti in strada e situazioni di degrado dovuto dall'accumulo dei rifiuti nella Capitale. “La chiusura di Malagrotta ha di fatto interrotto un periodo – lungo – di monopolio della discarica stessa portando a una riorganizzazione di tutto il sistema dei rifiuti della Capitale che deve adesso recuperare il gap non soltanto nella raccolta e nella gestione ma anche per l'impiantistica, appunto”.
A Roma ci sono 2,8 milioni di abitanti residenti, ma circa 4 milioni di abitanti considerando ad esempio gli studenti fuori sede o i lavoratori che si recano a Roma ogni giorno per lavoro e che producono rifiuti ma, sfuggendo al conto dei residenti, non pagano la tariffa dei rifiuti a Roma. “Ecco spiegato anche il motivo per cui la tariffa rifiuti a Roma è alta, e questo è un altro problema che stiamo affrontando e che intendiamo risolvere”. Ad ogni modo, a Roma si calcolano circa 1milione 200mila tonnellate di rifiuto prodotto annualmente. “I problemi in questo momento riguardano l'indifferenziato e l'organico, mentre la differenziata va alle piattaforme Conai. I rifiuti in strada sono soprattutto quelli dell'indifferenziato”. Cosa succede a Roma? “In discarica possono andare soltanto i rifiuti trattati che passano per i TMB. A Roma abbiamo 4 TMB che sono in grado di trattare 3.000 tonnellate al giorno, cioè quanto Roma produce quotidianamente. Tuttavia, mentre fino al 7 gennaio 2014 con la presenza del Commissario straordinario era possibile conferire eventuali eccessi nei TMB di provincia, questo adesso non ci è più concesso. Il sistema dunque – ha sottolineato Estella Marino - è talmente rigido che ogni volta che avviene un guasto ad una linea, che c'è una minima sovrapproduzione di rifiuti, che ci sono due giorni di festa consecutivi, gli impianti sono sovraccarichi, i camion non riescono a scaricare e per questo non ripartono per il giro di raccolta e rimangono i rifiuti in strada. Ci sono ancora adeguamenti da eseguire, ai quali stiamo lavorando: per gli impianti occorre portare da sei a sette i giorni lavorativi evitando così l’accumulo di rifiuti nel fine settimana, per i servizi di raccolta e spazzamento occorre riorganizzare i servizi e ripensare i turni, operazione già avviata con 600 operatori in questi giorni per sostenere l’avvio del nuovo modello nei prossimi cinque municipi. Stiamo inoltre lavorando con Ama al miglioramenteo della pulizia e del decoro urbano. Infine, stiamo lavorando al nuovo contratto di servizio avvicinandolo alle esigenza e alla possibilità di intervento dei municipi".
"Ad oggi inoltre ha continuato Estella Marino - stiamo spingendo molto sulla raccolta differenziata, percorso già avviato l'anno scorso, ed entro il 2014 partiranno altri 5 municipi. Più aumentiamo la raccolta differenziata più riusciamo a diminuire i rifiuti da mandare ai TMB. Certo – ha precisato la Marino – in questo modo aumenteremo anche l'umido che ad oggi rappresenta un altro problema: l'impianto che abbiamo a Roma, più precisamente nel comune di Fiumicino, a Maccarese, oggi tratta circa 1/5 dell'umido che noi produciamo ogni giorno, il resto va a nord perchè non abbiamo altri impianti di compostaggio su Roma dove conferire e questo purtroppo è un altro argomento emergenziale”.
IL FUTURO DI ROMA FARÀ LA DIFFERENZA
“L'anno scorso abbiamo trovato un sistema già avviato per la raccolta differenziata e ci siamo attivati per far partire il nuovo modello di raccolta differenziata in 5 municipi, che rappresentano circa 1 milioni di abitanti di cui circa 400.000 serviti da porta a porta. Entro il 2014 partiranno altri 5 municipi, cioè 900.000 abitanti di cui 300.000 con porta a porta. Alla fine dell'anno - ha calcolato Estella Marino - avremo 1.800.000 abitanti serviti dal nuovo servizio su 5 frazioni, in parte stradale e in parte (740 .000 persone) porta a porta laddove la conformazione urbanistica lo ha permesso”.
“Lo sforzo che Roma sta facendo è enorme ma i risultati cominciano a vedersi. Bisogna pensare che ogni municipio di Roma rappresenta una piccola città per cui non è accettabile lanciare l'emergenza rifiuti facendo riferimento ad alcuni dei cassonetti su 90.000 stalli che ci sono in città”, ha detto Estella Marino. Come dire, non facciamo di tutta l'erba un fascio. “Nei 5 municipi da cui siamo partiti il risultato nonostante i problemi sono positivi: stanno superando tutti il 50% di raccolta differenziata con una qualità buona perchè non mi risulta che né gli impianti di compostaggio né le piattaforme Conai stiano mandando indietro i carichi per eccesso di impurità. Addirittura in alcuni Municipi come il IX – servito al 90% da porta a porta - si arriva quasi al 60% di differenziata”. Un grande impegno “finanziato in parte con i fondi del Ministero del Patto per Roma, siglato nel 2012, che fino ad oggi non erano ancora stati impegnati dal Ministero stesso e che finalmente siamo riusciti a recuperare, e in parte con i fondi della Regione Lazio. La raccolta differenziata – ha concluso Estella Marino – in prospettiva ha un ritorno anche economico, però è pur vero che l'impegno iniziale è davvero grande. Tuttavia è assolutamente necessario, Roma ne è convinta e proseguirà su questa strada”.