Firenze, Aduc: "Qualcuno si è ricordato dei ciclisti nel progetto tramvia?"
"Progettisti e decisori della tramvia di via Statuto non hanno sentito il bisogno di considerare le bici: non essendoci percorsi alternativi, ci si deve buttare in via dello Statuto su carreggiate a corsia singola, con traffico, dissesto stradale e smog da incubo" La denuncia del Presidente ADUC Donvito
25 June, 2014
"Nella ampia e diffusa discussione sulla tramvia a Firenze, con cittadini per strada contro i lavori invasivi della loro tranquillità, immagini e progetti centellinati più o meno per tranquillizare che, sì ci sono e ci saranno dei disagi, ma in seguito godremo di una delle più belle mobilità verso l'ospedale di Careggi che mai la nostra città si era sognata.
Chi scrive non ha preconcetti sulla tramvia e sulle rivoluzioni di mobilità (ero anche favorevole, a suo tempo, al passaggio del tram sotto il Duomo), basta che queste non siano delle toppe e con poca progettualità per un futuro della mobiltà eco-sostenibile ed economico per tutti.
Nella fattispecie di questa linea della tramvia, guarda e riguarda i montaggi fotografici per via dello Statuto, scartabella sulle varie documentazioni accessibili, leggi di qua e di là, tra favorevoli e contrari, ho notato un buco che, a mio avviso, col tempo si trasformerà in una voragine: l'assenza di piste ciclabili in via dello Statuto!
Qualcuno dirà che proprio non c'era un buco in cui infilarle, oppure che bisognava scegliere tra alberi al centro e pista ciclabile... e col casino che gli ambientalisti e residenti stanno facendo per l'abbattimento in corso di alcuni alberi, non era proprio il caso di non inserirli in via dello Statuto.
Oggi la situazione è questa: si arriva con pista ciclabile fino al ponte sul fiume Mugnone dopo la Fortezza e, dovendo proseguire verso Careggi, non essendoci percorsi alternativi, con la bici ci si deve buttare in via dello Statuto su carreggiate a corsia singola, con traffico, dissesto stradale e smog da incubo; contesto che, quando lo si fa in senso inverso, dopo il sottopassaggio della Ferrovia e verso la Fortezza, essendo salita e maggiore lo sforzo per pedalare, l'incubo diventa una sorta di martirio.
Ebbene in questo contesto, con la rivoluzione tramvia di via dello Statuto, progettisti e decisori non hanno sentito il bisogno di considerare la mobilita' ciclabile. In tutta Europa -solo per fare gli esempi piu' vicini a noi, visti anche i contributi economici della Ue in merito- la mobilità ciclabile è nei primi posti di tutti i progetti e di tutte le realizzazioni, poiché è lì il futuro: da Copenaghen a Berlino, da Amsterdam a Bruxelles, da Parigi a Madrid e Barcelona, passando per Praga e Vienna .
A Firenze no! La mobilità ciclabile è all'ultimo posto, tranne qualche inaugurazione di tratti di piste a macchia di leopardo e solo come facciata.
Cosa succederà con la tramvia in via dello Statuto? Che i ciclisti, probabilmente con un manto stradale meno dissestato (almeno all'inizio) continueranno a doversi mescolare col traffico automobilistico e, giunti al sottopassaggio della stazione Statuto in direzione Fortezza, visto che è previsto solo il passaggio dei tram e dei pedoni, fare a cazzotti con questi ultimi per contendersi gli stretti marciapiedi; su cui, o prenderanno una multa ogni tanto se non conducono la bici a mano, oppure, nel caso ai nostri amministratori gli venisse la lucida idea di disegnare sui marciapiedi una striscia per dividere gli stessi tra bici e pedoni, letteralmente urtarsi e magari agganciarsi con qualche passeggino. In alternativa, il cittadino in bicicletta dovrà allungare il percorso di un chilometro per raggiungere il sottopasso più vicino".
Vincenzo Donvito, presidente Aduc